
A Villore, Frazione di Vicchio, un signore con una "fototrappola" ha avvistato un raro esemplare di gatto selvatico. Per chi non conoscesse questa razza felina, diciamo brevemente che si tratta di gatti che, ancor più di quelli domestici, si fanno gli affari propri, per campare cent'anni. Anzi, vivono sette vite, moltiplicate per cento. Ecco perché si chiamano "selvatici": perché non si fanno mai vedere da nessuno, se ne stanno rintanati a dormire tutto il giorno, poi la notte escono e vanno a cercare da bere e da mangiare. Un po' come Mario Balotelli, Antonio Cassano e Massimo Ceccherini, prima della conversione.
Ma, in epoca di negazionisti e intelligenza artificiale, qualcuno ha pure messo in dubbio che la bestiola immortalata dalle immagini della "fototrappola", sia davvero un gatto selvatico: c'è chi sostiene che nelle sterpaglie di Villore vivano i Pokèmon, radunati in un accampamento segreto, dopo aver cacciato una banda di Teletubbies con le stesse modalità con cui Trump ha liquidato Zelensky. Quindi, probabilmente tradito dalle immagini in bianco e nero, il lettore che ha effettuato l'avvistamento, avrebbe scambiato un Pokèmon per un gatto selvatico, molto diversi alla luce del sole (visto che uno è giallo l'altro grigio), ma simili nel buio della notte.
In epoca di intelligenza artificiale, non è neppure escluso che quella visione solo in apparenza possa essere presa per un gatto selvatico "reale", in verità potrebbe essere "virtuale", come i tanti meme che vediamo su internet; come quello di Putin che bacia Taylor Swift (che tanto ha fatto arrabbiare Pupo, gelosissimo), di Elly Schlein che vende frutta e verdura in un banco alimentare, piuttosto che di Olly che vince il Festival di Sanremo, pur non sapendo cantare.
Tra reale e virtuale, tra Pokèmon e gatti selvatici, viviamo in una società che ci ha ormai insegnato a non credere più a nulla, dopo troppi anni in cui abbiamo creduto a tutto. Sarà mica troppo tardi per rimediare?
Fabu