
(Terza parte). Dopo le brevi storie degli alberi devozionali, cioè attinenti al sacro, prima del corniolo del Bosco ai Frati e successivamente l’olmo di San Quirico a Uliveta, eccoci dopo un breve tratto di strada a San Romolo a Campestri, sempre in comune di Vicchio, vicini all’omonima Villa Roti, alle falde del Monte Giovi. La chiesetta del leggendario don Vito Cerchiai è ormai fatiscente ed abbandonata da anni. Nel suo interno abbandonato è stato per alcuni anni un rimessaggio, una officina di falegnameria, un ricettacolo insomma, nonostante che si notano ancora alcuni affreschi ed ornati “chiniani”. In un muretto antistante la chiesa si nota un bellissimo bassorilievo raffigurante San Giovannino collocato nel 1951 in ricordo del giovane N.H. Michelozzo Roti Michelozzi, proprietario della Villa di Campestri, scomparso a soli 30 anni. A sinistra ecco l’incredibile cipresso detto di “Sant’Antonino”, piantato, secondo la tradizione dal Vescovo di Firenze nel 1447, durante una visita pastorale. “Questo cipresso – scrive Tebaldo Lorini – nel libro “ c’era una volta”, è ormai così vetusto da essere considerato il patriarca degli alberi del Mugello -“. Oggi non lo vediamo come nella cartolina di 90 anni orsono, anzi durante la seconda guerra mondiale (1943), fu mutilato e segato da soldati tedeschi per collocare una artiglieria contraerea. Anche se invalido di guerra, questo secolare albero spande ancora la sua ombra; la ferita è stata quasi del tutto rimarginata ricoperta dai nuovi rami e il cipresso di Sant’Antonino perpetua ancora un lunghissimo percorso (non era ancora stata ancora scopertura l’America !!) di tante piccole-grandi storie nel nostro Mugello. Come abbiamo scritto negli articoli precedenti se in questi racconti ci sono delle discrepanze scientifiche di alberatura, preghiamo il Prof. Valido Capodarca di intervenire e eventualmente di chiarire aspetti che sono lontani dalla nostra cultura, dato che siamo solamente semplici appassionati di storia territoriale. Nel prossimo numero una micro storia ottocentesca dell’alberatura nel triangolo San Piero/Senni/Scarperia. (Continua) Anno 1910 ca. Il secolare cipresso di Sant’Antonino a San Romolo a Campestri. Anno 2016. Il secolare cipresso verdeggiante, baciato dal sole al tramonto. Anno 2016. L’abbandonata chiesa di San Romolo a Campestri. (Foto e archivio A.Giovannini)
Alfredo
Bella storia. Dispiace per la chiesetta abbandonata.