Casaglia è la frazione più a nord e più piccola di Borgo San Lorenzo, un comune della città metropolitana di Firenze, nel territorio mugellano. Si trova sugli Appennini, e negli anni passati sono stati avviati progetti per renderla maggiormente vitale, viste le sue piccole dimensioni e la lontananza dal centro principale. Uno di questi è la riqualificazione dell’ex scuola elementare, che nel 2023 è divenuta una struttura che accoglie i turisti. Nei prossimi mesi Casaglia vedrà l’apertura di una biblioteca autogestita che, oltre a rappresentare uno spazio culturale e identitario, sarà un fondamentale punto di aggregazione.
Tale iniziativa è partita dal poeta, scrittore e fotografo appassionato di boschi Emiliano Cribari, che si è imbattuto in Casaglia diversi anni fa, quando decise di seguire le tracce del celebre poeta mugellano Dino Campana, tanto da rimanerne affascinato. Da allora cerca di trascorrerci il più tempo possibile – ha affittato una casa - per via dell’amore e del rispetto per il luogo e le persone che lo abitano. Cribari è stato quindi l’ideatore del progetto, ma chi lo ha accolto è un gruppo di ragazzi appassionati di letteratura, la maggior parte dei quali non abitano a Casaglia ma vengono lì a passare le vacanze da quando erano bambini, e che quest’anno hanno deciso di dedicare il proprio tempo alla realizzazione della biblioteca: un’opera di volontariato che farà bene all’anima del luogo e dei suoi abitanti. Cribari ha oltretutto contribuito alla nascita della biblioteca tramite i proventi del suo libro “Diari casagliesi”.
Francesco Righini, portavoce del progetto a cui ho fatto alcune domande ad esso inerenti, mi ha fatto presente che il comune della precedente amministrazione acconsentì a dare la stanza del vecchio ufficio postale in comodato d’uso al circolo del paese, che fungeva da magazzino, ed è qui che sorgerà la biblioteca. Righini mi ha anche detto che l’iniziativa è completamente gratuita, e vede coinvolta la cittadinanza attraverso aiuti di ogni tipo, come ad esempio la donazione di libri e di scaffali – di questi ultimi ne mancano alcuni per rendere la biblioteca operativa -. I libri saranno catalogati e avranno un timbro di riconoscimento.
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Il libro quindi come oggetto di resistenza, identità, dono e cultura, e lo stesso i piccoli borghi, periferie dei grandi centri abitati che, come diceva Pasolini, sono gli avamposti contro l’omologazione e la voracità dei grandi centri cittadini. Nelle periferie è possibile trovare, e respirare, la ricchezza della cultura popolare. Le periferie producono modelli umani autentici, non imposti dalla stampa e dalla televisione, che sono invece ripresi dalle metropoli urbane, abitate da ricchi borghesi che fanno sentire inferiori i poveri delle periferie – Pasolini notò tale situazione negli anni sessanta/settanta del secolo scorso -.
Iniziative come la biblioteca di Casaglia fanno sì che i piccoli borghi godano di buona salute, dandoci così una prospettiva di vita diversa da quella offerta dalle città, dove l’uomo è a stretto contatto con la natura e l’aria è più salubre, il tempo scorre più lentamente e le persone si guardano negli occhi, e non sugli schermi degli smartphone. Lunga vita alle biblioteche cittadine!