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Borgo, la 194, i diritti delle donne ed i tagli. Una riflessione...

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Borgo, la 194, i diritti delle donne ed i tagli. Una riflessione... Borgo, la 194, i diritti delle donne ed i tagli. Una riflessione... © n.c.
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Da una nostra collaboratrice riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento sulla legge 194, l'interruzione volontaria di gravidanza ed i tagli alla sanità che, proprio in questi giorni, stanno interessando il Mugello. La pubblichiamo specificando che, trattandosi di un argomento delicato e sensibile, si tratta comunque di una posizione personale (per quanto molto argomentata, approfondita e pacata) che non rispecchia necessariamente la la linea del giornale. Buona lettura e buona riflessione:

LEGGE 194 E DIFFERENZE DI GENERE, OVVERO L’ETERNA CONTRADDIZIONE TRA LA PRATICA E LA TEORIA

Sono giorni che in Mugello si è riaccesa la discussione sulla 194, la legge del 1978 che garantisce alle donne il diritto di Interruzione Volontaria di Gravidanza (IGV). Tale servizio, che pur fra le tante difficoltà e ‘obiezioni di coscienza’ era garantito presso il presidio ospedaliero di Borgo San Lorenzo, rischia oggi di chiudere definitivamente i battenti per essere trasferito presso l’I.O.T. di Firenze.
Quest’ennesimo taglio alla sanità era passato quasi in sordina, tanto che le autorità politiche locali dichiarano di aver appreso la notizia soltanto dalla stampa, in seguito alla protesta avviata dai circoli di Rifondazione Comunista a cui presto hanno aderito trasversalmente numerose associazioni e liberi cittadini. Insieme hanno deciso di dar vita al Coordinamento di Difesa della 194 (a cui si può aderire tramite questo indirizzo e-mail: [email protected]) in nome del diritto fondamentale dell’autodeterminazione della donna, un diritto che riguarda sì in primo luogo le donne, ma anche l’intera società, in quanto sta alla base della cosiddetta “parità di genere”.
Inoltre, la decisione di chiudere un presidio tanto importante nel nostro territorio accade proprio mentre la Giunta Regionale Toscana approva il Piano per la Cittadinanza di Genere, stanziando quasi 900 mila euro per la messa in opera di iniziative e progetti in difesa dei diritti delle donne attraverso “interventi legati alla conciliazione vita-lavoro e alla valorizzazione della donna nelle professionalità e nella condizione socio economica, e interventi formativi e di sensibilizzazione nelle scuole volti a favorire l’equa distribuzione delle responsabilità familiari uomo-donna, nonché la diffusione e la conoscenza del principio di parità”.

Ma a cosa serve parlare ed educare alla parità di genere se poi, nei fatti, risulta sempre più difficile applicare la legge e realizzare tale diritto?
A cosa serve avere una coscienza della parità necessaria tra uomo e donna se poi è sempre più difficile riuscire a applicare questo principio?

Serve a informare, a educare, a diffondere un pensiero e a cercare di cambiare abitudini e metodo, è vero. Ed è pure vero che questo genere di cambiamenti culturali sono detti “di lungo periodo” proprio perché necessitano di molto tempo di ‘maturazione’ e i 35 anni che quest’anno compie la 194 sono ancora, evidentemente, troppo pochi.
In questo tempo di transizione, però, è bene stare attenti a non procedere a passo di gambero, come sta accadendo, invece, per il diritto all’IGV. Per questo adesso è ancora più necessario difenderla...
Concretamente, infatti, in caso di chiusura del servizio di Borgo San Lorenzo, i primi problemi che si porranno per le donne che vivono nel Mugello riguarderanno proprio tutti gli ostacoli di tipo pratico, logistico ed economico: ore di viaggio, in particolare per chi vive nei comuni dell’Alto Mugello, maggiori difficoltà nel mantenere di fatto l’anonimato, maggiori spese, maggiori difficoltà organizzative. Problemi che si frappongono all’effettiva possibilità di applicazione del diritto stesso e che si pongono ancor più per tutte quelle donne che vivono difficili situazioni familiari, mediche, psicologiche o socio-economiche, le quali, proprio per queste ragioni, dovrebbero essere invece maggiormente tutelate. Donne sole, ragazze-madri, badanti, immigrate, minorenni, vittime di violenza, ma anche donne qualunque, donne come tutte noi... Perché tutte dobbiamo avere il diritto di ricorrere all’IGV, se necessario.
Quando si tratta di diritti civili, infatti, non possiamo guardare soltanto a noi stessi e a quel poco di mondo di cui ci si circonda. Bisognerebbe ricordarsi sempre dell’altro per riuscire a guardare oltre da sé e garantire a ognuno la propria libertà di scelta.

Perché ci riguarda tutti. Per questo vorremmo chiedere a tutta la società mugellana di partecipare a questo dibattito e di aderire alla protesta a favore del mantenimento dell’ambulatorio di Borgo San Lorenzo. Per restituire valore umano e sociale alle parole, all’educazione e quindi alla politica, bisogna ripartire dai fatti, dal territorio, dalla concreta applicazione di quelle leggi che già ci sono, come la 194. Una legge tanto criticata quanto ancora poco compresa, probabilmente, da un punto di vista laico, tollerante e aperto alle diversità. Una legge dai contenuti ‘sensibili’, inevitabilmente soggetta a convinzioni di stampo etico, religioso e culturale, le quali però dovrebbero riguardare la sfera personale di scelta di ogni persona, mentre il diritto di autodeterminazione dovrebbe essere sempre garantito, senza obiezioni, in ogni presidio medico presente sul territorio.

In attesa dell’incontro del 3 luglio prossimo tra le autorità locali e la dirigenza della Asl 10 di Firenze, in seguito al quale si potranno conoscere gli sviluppi di questa vicenda, speriamo che questa personale riflessione possa a sua volta stimolare un costruttivo confronto sul tema.

 

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