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Ensa, Cale e Farfereta. Una lettrice chiede che per prevenzione siano liberati da detriti e alberi

In caso di pioggia i torrenti potrebbero ingrossarsi i diventare pericolosi

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Letto del fiume ingombro di alberi e detriti Letto del fiume ingombro di alberi e detriti © Pixabay
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Una lettera in redazione:

Nel percorrere la strada Faentina da Ronta verso il Passo della Colla ci siamo fermate ad osservare il torrente Ensa.

Il torrente è completamente secco in alcuni tratti (dove evidentemente c’è il drenaggio dovuto alla escavazione della galleria dell’Alta Velocità) mentre più in alto scorre davvero pochissima acqua a causa della siccità che ci perseguita dal mese di maggio. 

Ebbene nel letto del fiume sono cresciuti arbusti e piante, e decine di alberi sono crollati dalle sponde dentro l’alveo. Quanto di più pericoloso soprattutto per l’abitato della Madonna dei Tre Fiumi, fiumi che ormai sono ridotti a due visto che il torrente Farfereta, sempre a causa della TAV, non porta a valle nemmeno un goccio d’acqua. 

Infatti alla Madonna c’è il ponte che permette di imboccare la strada panoramica che conduce a Gattaia. Oltre a ciò c’è il Mulino Margheri e l’albergo. 

In caso di forte pioggia l’Ensa, il Farfereta, Le Cale (che arriva a Borgo accanto al Caffè Mediceo dove il sotto attraversamento del viale è veramente angusto) così come altri torrenti del nostro territorio raccolgono comunque enormi quantità di acqua che scende dai versanti e ingrossandosi portano più a valle ciò che incontrano sul loro cammino.

Visto ciò che è accaduto a causa delle violente piogge in tante località italiane pensiamo sia il caso di verificare la situazione dei nostri torrenti per definire interventi per evitare il trascinamento a valle soprattutto degli alberi caduti per evitare di otturare attraversamenti come ponti e guadi.  

Silvana Rossi 

 

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