10 APR 2025
OK!Valdisieve

'Ho scelto di abitare in Valdistrulla. Ma ora, con il paradosso della fibra, siamo isolati'

La lettera di una lettrice elenca tutte le difficoltà di vivere in ValdiStrulla, in Mugello. Nella speranza che non arrivi un nuovo lockdown

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Scrive la nostra lettrice: La ValdiStrulla non è una località molto conosciuta del Mugello. Certo non famosa come la bellissima San Cresci della quale però è semplicemente una deviazione nella collina, una valle scavata dal torrente Strulla che la rinfresca, la rende viva e ne delimita i ricchi boschi; di San Cresci porta infatti il nome la via che attraversa la Valdistrulla, senza distinzione alcuna dalla strada asfaltata che porta alla Pieve.

La strada per la Valdistrulla, percorsa dai circa 20 nuclei residenti, da alcuni villeggianti nella bella stagione e dai cacciatori è invece sterrata e “privata ad uso pubblico”: un modo carino per dire che la manutenzione è a nostro carico ma chiunque la può utilizzare!

In Valdistrulla hai il silenzio, il fresco, la natura ma non hai il gas né l’acquedotto pubblico, né il digitale terrestre: ma va bene così.

Se decidi di comprar casa in campagna accetti dei compromessi, come li accetta chi torna in Piazza e deve sopportare magari il traffico e un po’ di confusione nelle sere d’estate!

Ma in Valdistrulla, ahimè, non funziona la telefonia mobile, di nessun operatore. E questo si sapeva quando abbiamo comprato casa lì, nel 2014 (nuove costruzioni recuperate da vecchie stalle). Ma ovviamente ti prendi l’onere di mettere un fisso e così sei a posto.

E invece no…il cavo volante che attraversa i boschi e ci porta la linea non supporta la Fibra. Ma a noi va benissimo l’ADSL…che problema c’è? Ecco però che scopriamo che ormai, nel 2020, è contemplata solo la Fibra e tu, poveraccio troglodita che vivi in campagna, l’ADSL non la puoi più mettere “perché ti hanno fregato il posto in cabina!”. Allora ti propongono mirabolanti antenne (tecnologia FWA) ma sai già che non funzionerà neanche quella…e non ci dormi la notte!

Non perché non puoi chattare con la tua amica sul divano, non puoi condividere le foto della vacanza su FB…ma perché se succede qualcosa non puoi avvertire nessuno, se qualcuno ha bisogno di te non possono chiamarti, se hai un’urgenza e devi fare una chiamata devi farti 300mt a piedi per raggiungere un punto dove ti prende il cellulare. In passato mi è stato risposto dalle autorità competenti che il telefono non è un bene di prima necessità.

Ora: immaginatevi il lockdown, immaginatevi la DAD, lo smart working o semplicemente immaginatevi che ormai ogni pratica, prenotazione, comunicazione si fa solo on line. Ditemi che ancora non è un bene di prima necessità.

E ditemi perché un comune se ne frega di queste situazioni, che nel Mugello so essere molte e ci lascia soli a combattere con call center anonimi, negozi che puntano solo a farti firmare contratti, grandi aziende che che investono in tecnologie avanzatissime e lasciano indietro chi a queste tecnologie non può accedere.

Noi intanto cerchiamo, proviamo e ci arrabbiamo per trovare una soluzione…sperando che l’inverno e il prossimo lockdown non arrivino mai. E speriamo che le istituzioni si prendano carico di questo problema che tedia noi e non solo noi.
Lettera Firmata

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