
A Borgo, presso il nuovo centro espositivo e multifunzionale Multi+ di Viale Kennedy si chiude domenica 6 gennaio la mostra di artisti vari dedicata alle esperienze di viaggio. Ecco il comunicato che riceviamo e pubblichiamo dagli organizzatori: "Stasera siamo qui per parlare di un viaggio che accomuna artisti diversi e avvicina percorsi diversi. Un viaggio di ‘amici’ che s’incontrano e si confrontano con le loro esperienze. Un viaggio che per alcuni di essi comincia proprio con questa mostra. Del resto i sentieri si costruiscono viaggiando, come ben diceva Franz Kafka...Un viaggio inteso dunque non solo come spostamento nello spazio e nel tempo, ma anche come metafora di scoperta, crescita e cammino. Faremo questa esperienza attraverso: le nobili figure di ALBERTO BALLERINI, le dolci modellazioni di MATTEO BARONTI, la realtà nascosta/svelata dalle fotografie di ADRIANO BUCCOLIERO, gli infiniti giochi della memoria di MONICA CECCHI, l’intensità e delicatezza delle figure femminili di BARBARA FALCONE, le pitture minuziose e particolari di SOFIE FINK, la vertigine dello spazio infinito creato da ANDREA FREDDUCCI E ANDREA GENESIA, il team creativo degli ‘Andrei’, la delicatezza e potenza dei paesaggi di GIANNA GIANNINI, le sperimentazioni basate sui contrasti di SIMONA INNOCENTI, le prepotenti simbologie di PAOLA MARGHERI, gli emozionanti voli di LUCA MOMMARELLI, le impalpabili figure di CRISTINA MONTI, gli squillanti cromatismi di PAOLO MORONI, la compiutezza linguistica delle sculture di TIZIANA SALVATICI, e le figure d’intensa suggestione letteraria di MARIA LUISA VALLOMY. Il tema del viaggio è un tema molto interessante e al tempo stesso complesso, che ha trovato grande fortuna nella letteratura e nell’arte. Un tema trasversale che investe campi differenti -culturali, civili, filosofici, spirituali e sociologici- del tempo e dello spazio. Il viaggio è per definizione tutto questo, anche se il punto di partenza si colloca in un luogo che tutti conosciamo, inizio della memoria poetica del mondo Occidentale: l’Odissea. Altri saranno poi i viaggi compiuti nella realtà visiva come in quella trascendente, da Dante (la Divina Commedia è il resoconto per definizione del viaggio dalla terra dell’assoluto), alla poesia da Baudelaire a Rimbaud, da Goethe a Sterne alla Dickinson, da Pascoli a D’Annunzio, al viaggio interiore di Proust, al viaggio senza meta del viandante di Nietzsche (aforisma 638 di Umano, troppo umano), per citarne solo alcuni, così fino al viaggio che si compie in una sola giornata dell’Ulisse di Joyce, in cui la ricerca del senso della vita da parte dell’uomo contemporaneo dà significato alla mediocrità del quotidiano. Il viaggio come conoscenza del mondo e di se stessi, come fuga, come scoperta di nuovi mondi, come elemento che unifica le diversità. Un viaggio immaginario che muove dai sensi e che diventa evasione dal mondo dei sensi e in quello incontaminato e puro dell’immaginazione. L’idea del viaggio è poi intimamente connessa a quella dell’arte, quasi fossero due cose correlate e conseguenti: basti pensare a quante finzioni, mimesi, astrazioni, impossibili voli, percorsi della fantasia, cognizione del passato e coscienza del tempo occorrono all’arte per avvicinarsi alla sorprendente complessità del mondo ‘reale’, e come tutto oscilli tra le molteplici apparenze che la realtà rimanda allo specchio della nostra mente. Ecco perché il viaggio è anche allegoria della mente: la percezione con la quale si arricchisce l’esperienza. E’ il viaggio della conoscenza che è l’impresa umana più problematica e affascinante. Ed ecco perché, se parliamo di conoscenza, di esperienza e di percorsi, mi piace pensare, e voglio suggerire anche a voi di pensare (e guardare) questa mostra come ad un viaggio e come suggestione vorrei proporvi ‘il viaggio’ fra le città invisibili di Calvino. Questo è forse il parallelo che più si adatta e che chiarisce anche l’allestimento che è stato scelto per le opere: ognuna con una sua particolarità e una sua chiave intrinseca di lettura, ma ognuna accompagnata in questo percorso da un ‘dialogo’ potenziale, con lo spettatore, certo, ma anche con le altre opere. Sculture, fotografie, pitture e installazioni poste le une accanto alle altre, come manifestazioni di percorsi e di realtà differenti. Ecco, dunque, perché abbiamo lasciato aperto il gioco delle combinazioni, così che ogni opera possa essere libera di confrontarsi, dialogare e vivere con le altre. ”D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie”, dice Marco Polo, spiegando il senso che sta alla base del resoconto di viaggio riportato all’imperatore Kublai Kan, “ma la risposta che dà a una tua domanda”. Non sono le città dell’impero quelle che l’esploratore racconta, ma quelle della sua mente: le città della memoria e del desiderio, le città nascoste, invisibili agli occhi degli altri. Nonostante ciò, la fantasia di Marco Polo scaturisce dalla realtà, dal vissuto del suo creatore. Quello che si crea è un labirinto di dubbi e quesiti che queste città costruiscono e a cui, se guardate bene, rispondono. Così ognuno guarderà queste opere trovando una risposta a domande inespresse o semplicemente qualcosa che lo attirerà perché più vicino al suo pensiero o alla sua sensibilità. Ecco perché vi invito a conoscere e a scoprire ognuno di questi artisti come una città e vi invito a intraprendere questo viaggio, che è un viaggio che unisce esperienze, vite e visioni diverse e uniche. Avete inoltre l’importante possibilità di poter parlare con ognuno di loro, se vorrete, o far parlare solo le loro opere. Sono viaggi che raccontano storie. “È delle città come dei sogni: tutto l'immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio oppure il suo rovescio, una paura. Le città come i sogni” -come i viaggi, come l’arte- “sono costruite di desideri e di paure.” Buona visione, dunque, e buon viaggio."