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Cashless: Italia a doppia velocità. Firenze metrocittà seconda a livello nazionale

Nelle città Firenze è seconda solo a Milano.

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Regioni e citta’ alla sfida della transizione Cashless: emerge un’Italia a doppia velocità
Il Nord è ancora il “best performer” ma con differenze sensibili: Lombardia con Milano traina il Paese, ma arretrano Emilia-Romagna e Liguria; tra le cause, calo dell’e-commerce e meno banda larga.
Il Centro-Italia è immobile o in lieve arretramento, emerge solo Firenze.
Grande ritardo per il Sud anche se Abruzzo e Molise fanno un balzo in avanti grazie a più servizi di home banking e maggior presenza di banda larga.
Il divario tra migliori e peggiori performer nel Regional Cashless Index è aumentato mentre migliora il gap tra il 2023 e il 2024 nel Metropolitan Cities Cashless Index: le singole Città sono più virtuose delle Regioni

Dopo aver esaminato la situazione e le dinamiche del Paese in transizione verso la società Cashless, The European House – Ambrosetti ha approfondito l’analisi a livello regionale e nelle 14 aree metropolitane italiane.
Attraverso il Regional Cashless Index 2024 e il Metropolitan Cities Cashless Index 2024 è infatti possibile ottenere un quadro completo e dettagliato dello stato dell’arte della società mettendo in luce i divari territoriali e progressi compiuti negli anni dalle Regioni italiane verso la transizione cashless, al fine di orientare in maniera adeguata le linee d’azione e promuovere le best practice adottate nei diversi sistemi territoriali.

Il Regional Cashless Index 2024 conferma il primato – per il settimo anno consecutivo – della Lombardia, seguita dal Trentino-Alto Adige e dalla Valle d’Aosta. Basilicata e Calabria chiudono la classifica posizionandosi alle ultime posizioni. In linea con le precedenti edizioni, si conferma il forte divario tra il Mezzogiorno e le altre aree del Paese: le Regioni del Nord si trovano tutte nella top-10 (a eccezione della Liguria), mentre tutte le Regioni del Mezzogiorno si trovano nella seconda metà della classifica, a eccezione della Sardegna che conferma il suo posizionamento, come nella scorsa edizione, al nono posto e l’Abruzzo, il quale – guadagnando quattro posizioni rispetto alla scorsa edizione – si colloca al decimo posto. 
L’analisi del gap relativo al punteggio tra la “best performer” (la Lombardia) e la “worst performer” (la Calabria) evidenzia un ulteriore ampliamento dei divari regionali: il valore ha raggiunto il 51,8%, il dato più alto dall’inizio della rilevazione dell’Indice, aumentando solo nell’ultimo anno di +10,5 punti percentuali.

Una rappresentazione che in parte si rispecchia anche da quanto emerge dalle rilevazioni che riguardano le aree metropolitane: Milano è la Città maggiormente avanzata nella transizione cashless seguita, con un sensibile distacco, da Firenze e da Torino.
Le ultime sei posizioni della classifica sono occupate tutte da Città Metropolitane situate nel Sud Italia o nelle Isole. Il gap fra Milano e la Città fanalino di coda dell’Indice delle aree metropolitane (Catania) raggiunge il 61,6%. Tuttavia, a differenza dei divari regionali, in questo caso si evidenzia un miglioramento di 6,3 punti percentuali del gap con il 2023 quando il divario era del 67,9%: emerge quindi come le Città Metropolitane sembrano essere più “veloci” verso la cashless society rispetto alle Regioni.

La Lombardia consolida la sua posizione di “guida” del Paese verso la Cashless Society – con un punteggio pari a 8,26 su una scala crescente da 1 a 10 – e Milano rappresenta la leadership in Italia. Sebbene il Nord-Ovest e il Nord-Est siano le aree dove è maggiore la penetrazione del cashless e si mostra una maggior consuetudine nell’uso del denaro digitale, le peculiarità regionali indicano una situazione più articolata. Il Trentino-Alto Adige ha registrato una spinta che gli ha permesso di guadagnare 4 posizioni rispetto al 2023 trainata da due fattori chiave: una maggior percentuale di famiglie con accesso alla banda larga e una maggior percentuale di persone che hanno fatto ricorso all’e-commerce per beni e servizi nel corso degli ultimi 12 mesi.
Al contrario, l’Emilia-Romagna ha perso cinque posizioni scivolando verso il basso della classifica a causa della sensibile riduzione della presenza di POS ogni mille abitanti, a una contrazione dell’accesso alla banda larga e anche da una minore presenza di imprese con servizi di e-commerce. Un peggioramento in queste stesse categorie è stato registrato anche dalla Liguria che è l’unica Regione del Nord a non essere nella top-10 e, anzi, ha registrato una perdita di 4 posizioni rispetto al 2023 (è 15° nel Regional Cashless Index). Lieve il miglioramento del Veneto che sale di un posto posizionandosi all’ottavo gradino dell’Index.

Tra le Regioni del Centro, la migliore posizione è quella del Lazio (quinto posto), sebbene in arretramento di una posizione rispetto all’anno scorso. Sono tutte negative invece le performance registrate dalle altre Regioni: Toscana (11°), Marche (14°) e Umbria (12°).  Queste Regioni sono, quindi, esattamente a metà tra le Regioni settentrionali e quelle meridionali, a riprova di come la classifica rappresenti perfettamente un Paese che – con riferimento alla Cashless Society – mostra delle performance peggiori man mano che lo si attraversa da Nord a Sud. 
Sebbene abbia perso il primato della classifica delle città Metropolitane, Firenze si distingue in questo quadro di generale staticità posizionandosi come seconda Città italiana per utilizzo del cashless.

Tutte le Regioni del Mezzogiorno si trovano nella seconda metà della classifica a eccezione della Sardegna che conferma il suo posizionamento all’ottavo posto e l’Abruzzo il quale, guadagnando quattro posti rispetto alla scorsa edizione, si colloca alla decima posizione. Un balzo in avanti dovuto a un maggior numero di persone che hanno utilizzato internet quotidianamente negli ultimi dodici mesi e la maggior disponibilità di servizi di home banking ogni mille abitanti. Inoltre, considerando le dinamiche rispetto al 2023, è il Molise la Regione che ha registrato la miglior performance guadagnando cinque posizioni (dal diciottesimo al tredicesimo posto) grazie a una percentuale di individui che hanno usato Internet tutti i giorni negli ultimi dodici mesi in crescita e un maggior numero di famiglie con accesso alla banda larga.
A livello di Città Metropolitane il divario Nord-Sud è ancora più evidente: Milano e Reggio Calabria presentano una differenza del 195% per i servizi di home banking e del 194% se si considera il numero di POS ogni mille abitanti; Firenze e Catania presentano una differenza del 1.258% per valore delle transazioni pro-capite su PagoPA.

 

Secondo la nona edizione del Rapporto “Verso un’Italia Cashless” anche nel 2024 l’Italia si conferma nel Cash Intensity Index tra le 30 peggiori economie con più alta incidenza del contante e un valore più alto rispetto alle medie di tutte le aree geografiche guadagnando però quattro posizioni nel Cashless Society Index dove si attesta al 21° posto grazie a un miglioramento della connettività, ai progressi nei valori transati e all’abitudine al cashless degli italiani: la velocità di sviluppo dell’Italia è raddoppiata nell’ultimo anno, raggiungendo valori in linea con la media europea (Cashless Society Speedometer).

 

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