
Il settore ovicaprino toscano si trova nuovamente ad affrontare una crisi che mette in seria difficoltà gli allevatori. A lanciare l’allarme è Angela Saba, presidente della sezione prodotto ovicaprino di Confagricoltura Toscana, che denuncia un paradosso sempre più evidente: mentre i costi di produzione continuano a crescere, il prezzo del latte ovino è in costante calo.
Nel 2023, nonostante gli alti costi di gestione, i prezzi erano rimasti relativamente soddisfacenti. Tuttavia, il 2024 segna una tendenza preoccupante: il prodotto risulta scarso, ma la remunerazione per gli allevatori continua a diminuire. Questa situazione, secondo Saba, rischia di avere conseguenze irreversibili per il comparto, che rappresenta un pilastro dell’economia regionale.
A complicare ulteriormente il quadro intervengono fattori come la ricomparsa della blue tongue e l’aumento della presenza dei predatori, elementi che incidono pesantemente sulla sostenibilità delle aziende. Il problema non riguarda solo la tutela della tradizione e del presidio del territorio, ma la sopravvivenza stessa delle imprese.
Confagricoltura Toscana sottolinea inoltre come la diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie e le nuove abitudini alimentari, soprattutto tra i giovani, abbiano ridotto i consumi di prodotti ovicaprini. Se sulla prima causa si può intervenire solo in parte, sulla seconda è necessario avviare una campagna di sensibilizzazione per valorizzare la qualità dei prodotti locali.
Per invertire questa tendenza, Confagricoltura chiede azioni concrete per promuovere il latte ovino e i suoi derivati, accompagnate da una strategia di comunicazione efficace. È fondamentale, conclude Saba, riconoscere il giusto valore alla filiera e garantire una remunerazione adeguata agli allevatori, affinché possano continuare a operare in un contesto economicamente sostenibile.