
Una magnifica giornata lo scorso giovedì 20 ottobre 2016, quella che abbiamo vissuto e seguito con malcelato orgoglio, poiché il Mugello in generale e Borgo San Lorenzo e la sua Pieve in particolare, sono stati portati all’attenzione in maniera davvero eclatante all’interno del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, davanti a tantissime alte personalità del mondo dell’arte e della cultura, in occasione della presentazione di due capolavori riscoperti (Donatello e Verrocchio), che tanto hanno fatto parlare di se, in questi ultimi tempi, nei maggiori media italiani ed europei, così anche noi, nel nostro piccolo, poiché entra a pieno diritto anche la nostra terra, il nostro Mugello. La decisione di esporre al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze due sculture della Collezione di Peter e Kathleen Silverman – un busto di terracotta raffigurante San Lorenzo, e un rilievo, similmente di terracotta, con la Decollazione di San Giovanni Battista – è maturata nel contesto della globale rivalutazione del patrimonio artistico dell’Opera resa possibile dall’ampliamento e riallestimento del Museo realizzati tra il 2012 e il 2015. Grazie all’amico Renzo Bartoloni, borghigiano, stimato ed apprezzato “Consulente” del Museo dell’Opera del Duomo, nonché manager di ordine europeo e mondiale, abbiamo potuto riassaporare quello che è stato il secolare percorso, dal Rinascimento all’inizio del Terzo Millennio, di una delle più splendide opere di Donatello, quel “San Lorenzo” commissionato all’epoca (1440 ca.) dal Pievano don Jacopo di Giovanni Ugolini al grande artista, che presumibilmente conosceva essendo il prelato anche Canonico della Cattedrale fiorentina, quindi per quasi 450 anni all’interno della chiesa borghigiana. Infatti - ed è storia dei nostri giorni - dopo la straordinaria scoperta da parte del prof. Francesco Caglioti, storico dell’arte, docente all’Università “Federico II°” di Napoli, che abbiamo l’onore di conoscere nel periodo in cui è venuto a Borgo San Lorenzo per indagare che fine abbia fatto questo busto sparito nel 1888 e scambiato con un falso, oltre ai maggiori quotidiani italiani anche la Rai mandò in onda in prima serata un servizio di Vittorio Sgarbi, oltre a servizi giornalistici sulla grande mostra a Padova dedicata a Donatello dove appunto era esposto anche il San Lorenzo della Pieve mugellana, conclusasi poi con la “Lectio Magistralis” che il prof, Francesco Caglioti tenne nella Pieve di Borgo San Lorenzo qualche tempo fa. Tralasciando l’altra opera esposta, cioè il bassorilievo del Verrocchio raffigurante “La decollazione del San Giovanni Battista”, restando in terra mugellana, per dovere di cronaca, sia durante la conferenza stampa, che lo scoprimento del busto di Donatello, con il coordinamenti di Ambra Nepi, in un uno splendido salone del Museo dell’Opera del Duomo, erano presenti fra gli altri, i proprietari di queste due opere, i coniugi collezionisti Peter Silverman e Kathleen Onorato, che acquisirono l’opera nel 2003 a Londra durante l’Asta a Sotheby’s, S.E. il Cardinale Giuseppe Betori, Monsignor Giancarlo Corti (già pievano di Borgo San Lorenzo dal 1992 al 2008), Franco Lucchesi (presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore), Monsignor Timoty Verdon (Direttore del Museo), Alessandro Vezzosi (direttore del Museo Ideale Leonardo da Vinci), naturalmente il prof. Francesco Caglioti, e tante altre personalità fra cui abbiamo riconosciuto il dott. Bruno Santi e la dott.ssa Cristina Acidini (già Soprintendenti ai Beni Storici e Artistici di Firenze), la dott. Lia Brunori Cianti, etc, etc, oltre alla dott.ssa Rita Filardi ( organizzazione della mostra) e Samuele Caciagli (allestimento). Molti colleghi della stampa scritta e parlata presenti sono rimasti meravigliati, sorpresi, dall’incredibile storia rocambolesca del Busto di Donatello, portato via nel 1888 dalla Pieve di Borgo San Lorenzo in modo truffaldino da un noto antiquario di Firenze, ritrovato e riscoperto dopo oltre un secolo di peripezie ed acquisito all’asta dai collezionisti Silvermann, poiché basta leggere i quotidiani di venerdì 21 ottobre 2016 ( La Stampa, Il Corriere, Repubblica, La Nazione) ed ascoltare le varie emittenti televisive, per comprendere il “giallo” che ha accompagnato il San Lorenzo di Donatello. Infine e non per ultimo, prima del termine dell’evento, ci siamo avvicinati al Signor Peter Silverman, testimone l’amico Renzo Bartoloni, chiedendogli umilmente se almeno per un giorno, massimo una settimana, il Busto raffigurante San Lorenzo di Donatello (infelicemente raffigurato nella finction sui Medici), possa tornare un attimo a casa, cioè all’interno di quella maestosa pieve borghigiana che lo ha custodito per quasi 450 anni! Con una gentilezza estrema, con un ampio sorriso sul volto, Peter Silverman ci ha candidamente risposto, “che costa più l’atto assicurativo, che il busto …stesso”; forse non ha torto. Ma noi ci abbiamo provato. Il Busto di Donatello e il bassorilievo del Verrocchio, resteranno in mostra fino al 26 febbraio 2017. Tutti coloro che sono interessati si prega di segnarsi le seguenti info: museo dell’Opera del Duomo, piazza Duomo 9, Firenze. Tel. Centralino 055 2302885. Email: info@operaduomo,firenze.it. Sito Internet: http://ilgrandemuseodelduomo.it/mu. Orari. aperto lunedì, venerdì e sabato dalle ore 9,00 alle ore 21,00. Martedì, mercoledì, giovedì e domenica dalle ore 9,00 alle ore 19,00. Da novembre aperto tutti i giorni dalle ore 9,00 alle ore 19,00. Chiuso ogni primo martedì del mese. Com’è nostra abitudine ecco alcune immagini fotografiche ed iconografiche di questo eccezionale evento artistico e culturale, che abbraccia Borgo San Lorenzo e il Mugello. Foto 6. La Pieve di Borgo San Lorenzo. Anno 1908. Sulla lunetta sopra il portale principale si nota il falso busto di San Lorenzo, così come anche ai nostri giorni. (Foto “Soteby’s” Londra - Foto cronaca di A.Giovannini)
Massimo Ravecca
Il legame pi sorprendente, che collega la Sindone di Torino con le opere pittoriche di Leonardo da Vinci, nella somiglianza del volto contenuto nellimmagine della ferita al costato della Sindone, con il volto urlante del guerriero centrale della Battaglia di Anghiari di Leonardo realizzata a Firenze a Palazzo Vecchio nel Salone dei Cinquecento. Limmagine della ferita al costato la prova specchiata della presenza attuale della Battaglia di Anghiari, dietro gli affreschi del Vasari nel salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. Cfr. ebook/kindle. La Sindone di Torino e le opere di Leonardo da Vinci: analisi iconografica comparata.
ALDO GIOVANNINI
Gentile signor Giovanni, un vecchio detto dice: domandare lecito, rispondere cortesia. Tante cordialit
Giovanni
Signor Aldo ha avuto il coraggio di chiedere al proprietario di far venire a Borgo l'opera? Ma vero? Cari saluti
MARCELLO
Sono un amante della storia dell'arte Del mio Mugello. Leggere queste cose fa un immenso piacere ma nello stesso momento tanta rabbia per aver perso una cos sublime opera di Donatello.
ALFREDO
PER UN BORGHIGIANO E' UNA STORIA INCREDIBILE, RESTA LA DELUSIONE DI NON AVERE PIU' QUESTA STRAORDINARIA OPERA D'ARTE.
TERESA
MOLTO AFFASCINANTE LA STORIA DI QUESTO BUSTO DI DONATELLO.