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Lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi: Nasce la campagna di protesta "Lutto Stato-Mafia. Non in mio nome!"

La decisione del governo Meloni di dichiarare il lutto nazionale nel giorno dei funerali di Silvio Berlusconi ha suscitato polemiche e controversie.

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Lutto stato-Mafia Lutto stato-Mafia © Potere al popolo
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La decisione del governo Meloni di dichiarare il lutto nazionale nel giorno dei funerali di Silvio Berlusconi ha suscitato polemiche e controversie. A seguire pubblichiamo la nota integrale diffusa da "Potere al popolo" sulla vicenda:

 

NO AL LUTTO NAZIONALE PER BERLUSCONI: SUI SOCIAL PARTE LA CAMPAGNA “LUTTO STATO - MAFIA. NON IN MIO NOME!”

La scelta del governo Meloni di proclamare il lutto nazionale nel giorno dei funerali di Silvio Berlusconi è un altro passo avanti nel processo di “Santificazione” del Cavaliere. Da lunedi, infatti, si assiste a una manifestazione di cordoglio unanime, in cui politici da destra e a sinistra lodano in maniera acritica l’operato politico  e imprenditoriale di Berlusconi.

Potere al Popolo è stata l'unica forza a non unirsi a questo coro unanime e ritiene scandaloso aver dichiarato (per la prima volta nella storia repubblicana) il lutto nazionale per la morte di un ex presidente del Consiglio, ancora di più per una figura come quella di Silvio Berlusconi. Oggi partirà una campagna social di protesta “Lutto Stato-Mafia. Non in mio nome”, per esprimere il rifiuto di partecipare al lutto nazionale.

«Camere chiuse per una settimana, lutto nazionale, minuti di silenzio...manca solo la santificazione per direttissima e abbiamo chiuso il pacchetto! Tutto ciò è scandaloso.
Berlusconi viene ricordato come un grande statista, ma - spiegano i Portavoce nazionali di Potere al Popolo, Giuliano Granato e Marta Collot - è tutt'altro che un uomo che ha fatto il bene della maggioranza del Paese.
Noi non mostriamo nessun cordoglio per chi è stato condannato in via definitiva a quattro anni per frode fiscale. Suo era il governo che nel 2002 approva a la Bossi-fini, una legge criminalizzava gli immigrati. Poi c’è stata la decisone di partecipare alle guerre in Iraq e in Libia, che sono state fucine del terrorismo e un affare solo per le aziende estrattive ed energetiche. Nel 2003, il suo governo ha approvato la legge Biagi, quella dei contratti a progetto, che non ha fatto altro che precarizzare le vite di milioni di lavoratori e lavoratrici. Ha sostenuto i condoni edilizi e, nel 2008, ha tagliato per ben 8 miliardi la spesa per l’istruzione. C’è stato poi lo scandalo della P2 e i rapporti degli esponenti del suo partito con la Mafia. Per non parlare degli scandali giudiziari, delle donne che ha sfruttato e denigrato, delle innumerevoli leggi ad personam che ha fatto approvare. Sua è la responsabilità di aver portato fascisti e leghisti al Governo. Anche sua è la responsabilità dell'attuale situazione politica, sociale e culturale del nostro Paese.
Per questi motivi, se hanno a cuore la storia e la dignità del nostro Paese, le istituzioni locali dovrebbero rifiutarsi di esporre le bandiere a mezz’asta.
Noi non parteciperemo a questo Lutto Stato-Mafia. Non in nostro nome!».

Potere al Popolo
https://poterealpopolo.org/

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