10 APR 2025
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Lettera aperta di Artemisia a Saverio Zeni di OKMugello

Con questa lettera aperta, Artemisia risponde (non completamente) alle domande poste sul caso della psicologa smemorata

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Artemisia Artemisia © Artemisia
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Lunedì 2 Marzo abbiamo pubblicato un video, in cui il nostro editore Saverio Zeni, ha posto pubblicamente delle domande all'Associazione Artemisia riguardo all'incompatibilità di una psicologa, facente parte del gruppo di professioniste del progetto "Ancora Oltre" che da tempo hanno in carico la cura e il sostegno delle vittime del Forteto. Tale incompatibilità è emersa da una serie di documenti che abbiamo pubblicato in esclusiva sul nostro giornale. A seguire il testo della lettera aperta di Artemisia (la quale non è firmata da nessuno) che, secondo noi, non risponde nel merito delle domande poste, lasciando aperti una serie d'interrogativi che speriamo trovino presto una risposta.

Lettera aperta a Saverio Zeni, Redazione Ok Mugello

Firenze, 03.03.2020

Gentilissimo,
abbiamo già avuto occasione di motivarle, al momento della sua richiesta, la nostra scelta di non rilasciare una video intervista, con la convinzione che tutte le precisazioni necessarie rispetto alla vicenda fossero già contenute nella nota inviata. Abbiamo anche risposto che approfondiremo senza minimizzarli i contenuti relativi alla vicenda e alle sue implicazioni solo con le persone direttamente coinvolte, a tutela del loro diritto alla riservatezza rispetto a vicende personali e complesse che li hanno visti coinvolti come minori.

Auspichiamo che così sappia fare anche il suo giornale.

Per lo stesso motivo abbiamo subito debitamente informato della immediata decisione d'interrompere la collaborazione professionale con la collega nell’ambito del Progetto Ancora Oltre, tutte le persone cui questa comunicazione era dovuta: per prime le persone coinvolte, poi i referenti istituzionali del Progetto e le persone che dovranno affrontare il cambiamento di psicoterapeuta.

Le libere professioniste che collaborano con Artemisia in molti casi hanno svolto e tuttora svolgono attività peritali con incarichi professionali individuali. Nella situazione specifica, la notizia rispetto all’incarico individuale potrà essere verificata nella documentazione di cui non abbiamo copia. Detta documentazione riteniamo dovrebbe essere detenuta e diffusa solo dalle persone direttamente coinvolte. Nel frontespizio da voi pubblicato è effettivamente riportato l’indirizzo dell’Associazione, usato come domiciliazione a tutela dei propri dati personali (abitazione/studio). Da molti anni non viene usata la domiciliazione di Artemisia per gli incarichi individuali come periti.

Ad oggi noi non siamo in possesso d'informazioni rispetto ad altri incroci tra le professioniste che hanno collaborato con Artemisia e la vicenda Forteto.

Certamente, con le informazioni emerse, non possiamo che riconoscere il grave errore di aver incluso nell’èquipe terapeutica del Progetto Oltre una professionista che aveva incontrato minori inseriti a Il Forteto per incarichi disposti dal GIP. Tuttavia, riteniamo scorretta e strumentale la comunicazione che identifica questo come un “coinvolgimento con il Forteto” in termini di connivenza.

Crediamo opportuno sottolineare che l’accertamento delle responsabilità istituzionali e professionali rispetto alla vicenda Forteto sarà oggetto del lavoro della Commissione Parlamentare di Inchiesta che ha avviato i suoi lavori, anche su segnalazione dell’Associazione Vittime de Il Forteto e di quella parte di vittime che ad essa aderiscono. Nelle sedi legali opportune possono e devono naturalmente confluire tutte le notizie d'illeciti e reati che dovessero essere in possesso di qualcuno.

Non risponderemo ad altro.

Cogliamo l’occasione per ribadire l’importanza del rispetto delle singole esperienze che non possono ritrovarsi in un’unica narrazione semplificante e violenta che non dà conto della complessità e della capacità di resilienza delle persone sopravvissute al Forteto.

Il Progetto Ancora Oltre continua a oggi a fornire sostegno alle persone che a esso scelgono di rivolgersi: sia le vittime, ovvero gli ex bambini e bambine che lo Stato vi ha collocato e abbandonato e i pochissimi nati dentro Il Forteto, sia tutte le persone dolorosamente segnate dall’accaduto, coloro che inizialmente hanno scelto di condividere l’esperienza de Il Forteto e nella Setta sono poi rimasti imprigionati e le famiglie di origine dei minorenni inseriti.

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