Quando si decide di stipulare un contratto di mutuo o un finanziamento, la priorità è capire il piano di ammortamento più indicato. Per sistema di ammortamento si intende il rimborso graduale del debito e stabilisce un programma preciso, il quale suddivide la rata in due componenti: la quota che copre gli interessi maturati e quella che rimborsa di fatto il capitale. Al tempo stesso, viene indicato l’ammontare del capitale residuo da pagare al termine di ogni scadenza. Nei prestiti a tasso variabile, ovviamente il piano di ammortamento è relativo, poiché la cifra degli interessi può oscillare a seconda dei tassi di mercato.
A ognuno il suo metodo
Esistono diversi tipi di piano di ammortamento, ciascuno con caratteristiche pensate per diverse esigenze, calcolando prima la modalità più adatta attraverso portali ufficiali ad esempio. Il metodo più comune è l'ammortamento alla francese, con rate costanti in cui inizialmente si paga una quota maggiore di interessi che diminuisce nel tempo, mentre aumenta la quota capitale. Il piano italiano, invece, ha una quota capitale fissa e interessi variabili sul capitale residuo, portando a rate decrescenti e a un risparmio sugli interessi nel lungo periodo, sebbene le prime rate siano più alte. L’ammortamento alla tedesca consente una prima rata ridotta seguita da pagamenti costanti, con interessi pagati in anticipo. Infine, il piano americano combina il rimborso con un investimento che genera un fondo per coprire il capitale, ma è poco diffuso in Italia per la sua complessità e minore detraibilità fiscale. Tutti questi piani includono una fase iniziale di preammortamento, in cui si pagano solo gli interessi.
Quanto ci mettono gli italiani a saldare un mutuo?
In Italia, il tempo medio per estinguere un mutuo per l’acquisto della casa si aggira tra i 25 e i 30 anni. La durata standard, o comunque media, preferita dai richiedenti è di circa 20 anni, una tempistica interpretata come un buon compromesso tra una rata mensile sostenibile e i costi d’interesse generalmente non troppo elevati. Non sono rari poi i mutui a 30 anni, ma addirittura alcuni istituti permettono di estendere la durata fino a 40 anni. In generale, comunque, tempistiche così elevate sono preferite dai giovani o da chi acquista la prima casa, potendo contare su un tempo di ammortamento prolungato.
Per i prestiti ci vuole meno
Anche per i prestiti personali, la durata varia a seconda dell’importo e della finalità, ma si tratta di periodi molto più brevi rispetto ai mutui. In media, gli italiani impiegano 5 anni per ripagare un prestito personale, con la maggior parte dei finanziamenti che si estinguono in un arco di 3-7 anni. I prestiti finalizzati, ad esempio, quelli richiesti generalmente per l’acquisto di un’auto o per ristrutturazioni in casa, tendono a durare tra i 3 e i 5 anni. Gli italiani, comunque, sono tra i cittadini più prudenti in Europa nella richiesta di finanziamenti: il tasso di indebitamento delle famiglie è di circa il 61% del reddito disponibile (contro l’80% della media UE).
Calcolare gli interessi, la priorità per tutti
A influenzare la durata dei finanziamenti ci sono diversi fattori, come l’età del richiedente e la stabilità lavorativa dello stesso (specie chi non ha un contratto subordinato). I più giovani tendono a preferire durate lunghe, mentre chi ha già accumulato risparmi e ha un reddito stabile, quindi chi non è più giovanissimo, opta per periodi più brevi. Inoltre, la scelta tra tasso fisso o variabile incide spesso sulla durata: con i tassi di interesse bassi degli ultimi anni, molti preferiscono periodi più lunghi. Basti pensare che, secondo le ultime statistiche, ben il 75% dei mutui casa erogati è a tasso fisso.