Nel 130esimo anniversario della sua lunga storia, il Meyer inaugura il Family Center “Anna Meyer” e si prepara a rivoluzionare il suo modello di accoglienza per bambini e famiglie che devono affrontare un periodo di ricovero.
Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, del sindaco di Firenze Dario Nardella, del cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, della rettrice dell’Università degli Studi di Firenze Alessandra Petrucci e dell’assessore regionale per il diritto alla salute Simone Bezzini. A fare gli onori di casa, il Direttore generale del Meyer Alberto Zanobini e il segretario generale della Fondazione Meyer Alessandro Benedetti.
L’edificio, progettato per essere ecosostenibile e integrato con l’ambiente circostante, grazie all’impiego di materiali e finiture già utilizzati nella struttura principale del pediatrico fiorentino, sorge nel grande parco dell’ospedale, accanto al Giardino di Cice e occupa una superficie di oltre 500 metri quadrati.
Per il Meyer si tratta di un investimento importante: circa 2 milioni di euro. Di questi, 1 milione e 650 mila sono stati ottenuti grazie a fondi statali, messi a disposizione dalla Regione, e circa 350mila euro sono stati stanziati dalla Fondazione Meyer per progettare e dotare la struttura di arredi a misura di bambino.
L’edificio prende il nome da Anna Meyer, la moglie del commendatore Giovanni Meyer, prematuramente scomparsa: fu proprio grazie alla sua sensibilità che il marito decise di realizzare a Firenze uno dei primi ospedali pediatrici europei, dove i bambini malati potessero essere curati in un ambiente a loro dedicato e separato da quello degli adulti. La data prescelta per l’inaugurazione è un ulteriore omaggio alla memoria di questa figura femminile così importante per l’ospedale, scomparsa il 13 dicembre del 1883.
Una rivoluzione per l’accoglienza. Il Family Center rappresenta una vera rivoluzione nel modello di accoglienza del Meyer: finora, lo spazio riservato alle famiglie che attendevano di entrare in ospedale, si trovava nella grande Hall serra e il momento dell’ingresso rischiava di essere dispersivo. Il nuovo modello, invece, mette al centro la famiglia e le sue esigenze, facilitando tutti quegli aspetti che hanno un impatto significativo sull’esperienza di cura che il bambino/adolescente e i suoi genitori fanno durante il ricovero.
A disposizione delle famiglie, una squadra di professionisti che opera in maniera integrata e a supporto delle attività clinico assistenziali, pronta a guidare bambini e genitori in un percorso emotivamente impegnativo.
Questa rivoluzione nell’organizzazione dell’accoglienza porta il Meyer al livello degli ospedali internazionali: negli Usa i Resources Center sono ormai una realtà consolidata, mentre in Europa il modello che ha ispirato l’ospedale del capoluogo toscano è rappresentato dal pediatrico San Joan de Deus di Barcellona, con il quale c’è un forte legame.
Dall’inizio del prossimo anno, momento in cui entrerà in funzione, la struttura rappresenterà il punto di inizio del percorso di cura che si propone di essere anche un processo di coinvolgimento, partecipazione e condivisione di informazioni. Nel Family Center le famiglie troveranno riunite tutte le risorse e le opportunità che l’ospedale mette a disposizione.
Il servizio di psicologia ospedaliera e il servizio sociale ospedaliero, attivi all’interno dei reparti, potranno fornire un supporto, se necessario, richiesto dai genitori o dal paziente stesso. Sarà possibile organizzare incontri in piccoli gruppi di bambini per mitigare l’ansia dell’intervento, favorendo serenità e consapevolezza.
Per le famiglie che arrivano da lontano o sono in condizioni di disagio sarà prezioso il servizio di ospitalità residenziale. Un sostegno concreto a cui la Fondazione Meyer contribuisce, insieme a fondazioni e associazioni, per mettere a disposizione una rete di case e appartamenti.
Il servizio di mediazione linguistico-culturale potrà essere attivato per telefono e in presenza, così come l’interprete della lingua dei segni (LIS).
Il servizio di continuità assistenziale è riservato all’accompagnamento della famiglia nel percorso di dimissione attraverso la sua attiva partecipazione: un raccordo importante tra il momento del ricovero e il rientro a casa o in un’altra struttura sanitaria presente sul territorio.
Compito dell’ufficio relazioni con il pubblico, pronto a ricevere proposte, osservazioni, apprezzamenti o segnalazioni, sarà quello di risolvere disguidi organizzativi e facilitare l’accesso ai servizi.
La presenza di associazioni e fondazioni potrà garantire sostegno e momenti di scambio di esperienze tra genitori.
La struttura. Il Family Center è stato pensato e realizzato in modo da offrire il massimo del comfort. La struttura ha una forma a pianta quadrata e ruota intorno a una corte centrale con un grande albero, come una vera pagoda: la luce illumina gli interni grazie ad ampie finestrature a vetri. Massima attenzione è stata dedicata a tutti quegli ambienti destinati ad accogliere le famiglie con i figli, bambini o adolescenti. Lo spazio interno è diviso in moduli ad ampiezza variabile strutturati in sale di attesa confortevoli: una di queste è interamente dedicata alla cagnolina a pois più amata dai bambini, la “Pimpa”, creata da Altan.
Altri moduli ospitano, garantendone la privacy, gli uffici e un’ampia sala riunioni. L’arredamento è stato concepito come quello di un “salotto”, con sedute comode e connessione wi-fi. E per intrattenere i bambini nell’attesa, ci sono i giochi presenti nell’area del Giardino di Cice, che si trova a pochi passi.
il Meyer inaugura il Family Center “Anna Meyer” e rivoluziona il suo modello di accoglienza
A fare gli onori di casa, il Direttore generale del Meyer Alberto Zanobini e il segretario generale della Fondazione Meyer Alessandro Benedetti.
gio 16 dicembre 2021- 72