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TAV sotto Firenze: Riflessioni di IDRA su Comunicazione e Sicurezza

Inoltre, il servizio di informazione pubblica ha reso noto che, a Campo di Marte, è prevista l'apertura di un secondo tunnel, ma la...

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L'Associazione IDRA ha recentemente sollevato interrogativi significativi sulla comunicazione riguardante i lavori per la costruzione della galleria dell'Alta Velocità sotto Firenze, sottolineando una possibile disinformazione nel servizio pubblico. Durante un servizio del Tg regionale di Stato, è stato annunciato che la talpa ha già scavato 1.600 metri di tunnel in dieci mesi, ma l'Associazione mette in dubbio questa affermazione, evidenziando che la stazione sotterranea Foster non segna la conclusione dei lavori. Infatti, una volta raggiunta la stazione, sarà necessario continuare a scavare fino a Castello per connettersi con l'unica galleria già esistente.

IDRA critica anche la mancanza di informazioni sui problemi di sicurezza legati agli scavi, che avvengono in un'area già compromessa e su substrati potenzialmente instabili. In particolare, l'Associazione fa riferimento a condizioni insalubri, come la presenza di colibacilli fecali nelle pareti della galleria, senza che le autorità competenti abbiano intrapreso azioni di bonifica.

Inoltre, il servizio di informazione pubblica ha reso noto che, a Campo di Marte, è prevista l'apertura di un secondo tunnel, ma la comunicazione presenta errori riguardo all'orientamento degli scavi, suggerendo una scarsa padronanza delle informazioni da parte dei cronisti.

IDRA ribadisce che, mentre la comunicazione ufficiale parla di una progressione di 1.600 metri in dieci mesi, ciò rappresenta una velocità ben al di sotto delle aspettative iniziali, fissate a 12 metri al giorno. La tempistica per la conclusione dei lavori è stata ulteriormente messa in discussione, evidenziando che il termine degli scavi non coincide con l'effettivo avvio del servizio ferroviario.

Infine, l'Associazione si interroga sulla responsabilità dei giornalisti nell'assicurarsi che le informazioni fornite siano accurate e verificate, suggerendo che l'attuale approccio informativo possa richiamare metodi di comunicazione obsoleti, come le "veline" del passato regime fascista.

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