In occasione del Giorno della Memoria, gli Uffizi rendono omaggio ad Aldo Carpi, artista milanese di origini ebraiche, con una mostra speciale che racconta la drammatica esperienza dell'internamento nei campi di concentramento attraverso le sue opere e il suo intenso diario. Il focus espositivo, situato al primo piano della Galleria, offre un approfondimento sulla figura di Carpi, una personalità di rilievo nel panorama artistico del Novecento, noto per la sua pittura evocativa e la sua resilienza morale e intellettuale di fronte all’abisso.
L’artista e la tragedia del lager
Nato a Milano il 6 ottobre 1886, Aldo Carpi si affermò come artista già nei primi anni del Novecento, ottenendo un riconoscimento che lo portò, negli anni Trenta, a insegnare all’Accademia di Belle Arti di Milano. Tuttavia, la sua carriera e la sua vita vennero tragicamente interrotte nel 1944, quando, in seguito a una delazione, fu deportato nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen. Qui, dal febbraio 1944 al maggio 1945, Carpi affrontò l'orrore quotidiano del lager, riuscendo, nonostante i divieti, a documentare la vita all'interno del campo in un diario straordinario, pubblicato nel 1971 con il titolo Diario di Gusen.
Attraverso una serie di lettere alla moglie e disegni crudi ma incredibilmente umani, Carpi raccontò l’angoscia del campo: i corpi macilenti, i mucchi di cadaveri e le devastazioni morali inflitte dal sistema del lager. Al contempo, il diario rifletteva la forza dell’artista nel trovare bellezza e conforto in piccoli frammenti di vita: un fiore, un ricordo, uno spicchio di cielo. Il suo lavoro rappresenta una testimonianza unica e impietosa, che unisce il racconto dell’orrore a un profondo senso di umanità e speranza.
Le opere in mostra
Galleria fotografica
La mostra, curata dagli Uffizi, presenta tre opere che permettono di ripercorrere il viaggio umano e artistico di Aldo Carpi:
- Dopo cena (1913): un dipinto a olio su tela di dimensioni significative (105x156 cm), normalmente esposto nella Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, che riflette il lirismo e la fantasia distintivi del Carpi pre-bellico.
- Autoritratto (1925): un olio su compensato (58,5x51 cm), realizzato nel pieno della sua maturità artistica.
- Autoritratto (1964): un dipinto a olio su tela (40x27 cm), realizzato anni dopo la sua esperienza nel lager, che offre uno sguardo intimo e riflessivo sull’evoluzione dell’uomo e dell’artista.
Queste opere, oltre alla potenza dei disegni e dei racconti contenuti nel diario, testimoniano il coraggio con cui Carpi si oppose al tentativo di disumanizzazione imposto dal lager, conservando intatta la propria dignità e memoria.
Con questa mostra, gli Uffizi non solo celebrano la straordinaria arte di Aldo Carpi, ma rinnovano il loro impegno nel preservare e trasmettere la memoria dell’Olocausto. La testimonianza di Carpi, unita alla potenza evocativa delle sue opere, rappresenta un monito e una riflessione necessaria su una delle pagine più buie della storia.
Per ulteriori informazioni, è possibile contattare Tommaso Galligani, Relazioni Esterne delle Gallerie degli Uffizi: [email protected], +39 349 4299681.