Da più di due anni il consigliere regionale FdI Giovanni Donzelli (noto anche come membro della commissione d’inchiesta bis sul Forteto) denuncia i passaggi (definiti oscuri) di Uncem Toscana (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani; al cui interno figura anche l’Unione del Mugello) e del Presidente in carica, anche sindaco di Pescia (PI), Oreste Giurlani. Si parla di quasi 400mila euro in consulenze e collaborazioni, 147mila euro di viaggi di rappresentanza – con una media di 500 euro al giorno – e manovre politiche che, secondo le accuse, avrebbero favorito pochi a svantaggio di molti. Al centro ci sono 11 milioni di finanziamenti pubblici diretti, erogati dalla Regione tra il 2009 e il 2015. Non a caso, i ripetuti attacchi dell’esponente di Fratelli d’Italia vertono su un punto: avere la possibilità di esaminare integralmente il bilancio per accertarsi di come certe somme vengano effettivamente utilizzate. Già nel novembre del 2014, quando la diatriba si era aperta, Donzelli e la consigliera Marina Stacciola, per chiedere trasparenza sui bilanci, si barricarono per alcune ore nella sede Uncem di via Cavour. Al tempo anche il presidente del Consiglio regionale, Alberto Monaci, scrisse al governatore Rossi sollecitando la fornitura dei dati, da parte di Giurlani, per ottenere risposte chiare sulla vicenda. Risposte che però, secondo Donzelli, non sarebbero mai arrivate. E il politico di Fratelli 'd'Italia fa notare anche come non sarebbero stati resi noti i nomi dei consulenti e le cifre elargite a ognuno. Anche se, in realtà, in molti hanno puntato il dito contro Maurizio Verona, attuale sindaco di Stazzema (Lu). Verona, eletto nel maggio del 2014, era vicesindaco del comune versiliano quando con l’allora primo cittadino, Michele Silicani, nominò assessore esterno Giurlani (al tempo decaduto dalla precedente carica di sindaco di Fabbrico a Vallico), permettendogli così di trovarsi sulla poltrona giusta per riconfermarsi nel ruolo di Presidente Uncem. E da Fratelli d'Italia si denuncia: una delle onerose consulenze assegnate dall’associazione sarebbe stata affidata proprio a Verona. Della questione i consiglieri si occuparono di nuovo a metà febbraio 2015, quando emerse che per tre anni - dal 2012 in poi - l’ente montano non aveva pagato i contributi Inps per i collaboratori necessari a mantenere l’operatività sanitaria nella Valle del Serchio e Garfagnana. Donzelli, Staccioli e Paolo Marcheschi (sempre FdI) accusarono l’Uncem di aver incassato i fondi dell’Asl 2 di Lucca: anche se a quei dipendenti non fu riconosciuta l’indennità di disoccupazione. «Siamo davanti a una palese violazione della legge – spiegavano – che se fosse compiuta da un privato aprirebbe le porte del carcere. Uncem ha preso soldi pubblici per un motivo e li ha utilizzati in altro modo». Dopo duri scontri con Giurlani, Donzelli, prendendo la parola pochi giorni fa in consiglio regionale, è tornato ad attaccare a testa bassa Uncem e le manovre d'interesse perpetrate ai suoi vertici. «Negli anni fra il 2011 e il 2014 non sono stati corrisposti contributi Inps a un dipendente; indicando però il versamento nella dichiarazione Cud consegnata al lavoratore. Si tratta di una certificazione falsa. La Regione Toscana è corresponsabile dell'illecito penale, perché non ha verificato la regolarità contributiva come avrebbe dovuto fare a termini di legge attraverso il Durc, avendo erogato all'ente dal 2009 al 2015 11 milioni di finanziamenti diretti». La denuncia, stavolta, scatterebbe con dati alla mano: documenti Inps in possesso del soggetto in questione, venuto a sapere dell'irregolarità solo dopo essersi visto negare l'indennità di disoccupazione per il mancato pagamento dei contributi. «Nel resoconto – continua Donzelli - l'Inps conferma che si tratta di un illecito penale commesso da Unicem. La magistratura faccia luce sulla vicenda e indaghi sulle posizioni contributive di tutti gli altri dipendenti. La Regione non ha vigilato su bilanci chiaramente irregolari, che però ci sono stati sempre negati: adesso pretendiamo di vederli. Un difensore civico ha scritto ufficialmente che devono saltare fuori, ma niente, neanche così». E ancora: «Con i soldi dei cittadini non si pagano i contributi ma si infrange la legge; dov’è finito questo denaro? L’ennesimo caso di gestione allegra con totale mancanza di trasparenza: centinaia di migliaia di euro pubblici spesi in rimborsi, viaggi e consulenze». Pubblichiamo, in esclusiva, le pagine dei documenti in cui l’Inps, in risposta al dipendente, dichiara gli illeciti degli ultimi anni e respinge la richiesta dell’indennità di disoccupazione per insolvenza nel pagamento dei contributi: clicca l'immagine per il Pdf completo. Giurlani, dal canto suo, smentisce e rassicura: «Sulla questione del Cud e della vicenda in particolare stiamo indagando. Ci sono diverse pratiche aperte da chiudere, abbiamo fatto lavorare tante persone a contratto sui molti progetti di cui ci occupiamo. Abbiamo avuto delle carenze di risorse e quindi sono normali delle situazioni da regolarizzare. Ho dato mandato di fare verifiche e risolveremo a breve. Il Durc (l'attestazione dell'assolvimento, da parte dell'impresa, degli obblighi legislativi e contrattuali nei confronti di INPS, Ndr) arriverà a giorni». E riguardo le accuse sulle misteriose spese ribadisce: «Non ci sono spese pazze, non ci sono consulenze o collaborazioni. Lavoriamo solo su progetti finanziati dai comuni, dalla Regione o anche dai privati (tramite associazioni di categoria, ecc.): le nostre spese vanno lì, non sulla gestione (...) L'Uncem ha dei bilanci a geometria variabile, con un revisore dei conti che ne verifica la congruità e un consiglio che li approva». Non ci sarebbe poi l'obbligo di renderli pubblici perché «l'Uncem, per quanto possano dire il contrario i nostri detrattori, non è un ente pubblico ma privato, e in quanto tale al difensore civico abbiamo fatto vedere solo determinate cose; abbiamo il diritto di non fornire tutte le informazioni sui nostri conti. Le accuse in merito sono strumentali, attacchi ad personam senza fondamento: se la Regione attesta che facciamo bene non ci dobbiamo preoccupare. Il 22 aprile ci sarà un consiglio e valuteremo il da farsi, ma non ci sono problemi come vogliono far credere». L'ultimo sospetto riguarda inoltre la possibile soppressione dell'Ente Montano, con il passaggio di competenze all'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), di cui forse lo stesso Giurlani diventerà vicepresidente. Per Donzelli, di fatto, si tratterebbe di un chiaro tentativo da parte del Pd («l'arroganza del potere») di insabbiare la storia, cercando di evitare situazioni imbarazzanti semplicemente occultandole. Non dello stesso parere, ovviamente, Oreste Giurlani: «L'Uncem non sparirà, anche perché non è competenza della Regione poterlo fare. Continueremo a operare all'interno dell'Anci, forse in una situazione diversa, sì, ma non è giusto parlare di dissoluzione dell'ente. Se ne dovrebbero occupare i comuni in caso, e del resto c'è anche un Uncem nazionale (di cui sono vicepresidente). Insomma, saremo solo integrati, ma andremo avanti col nostro lavoro». Ma la storia, di spese pazze e svariati illeciti, veri o presunti, a sentire Donzelli presto o tardi verrà fuori: «Questi giochi di prestigio non serviranno a fermare le conseguenze: continueremo a vigilare e dare battaglia per sapere dove sono finiti i soldi dei cittadini».