Una nota che riceviamo e pubblichiamo dal Comitato Monte Gazzaro, che si batte contro la realizzazione dell'impianto eolico:
Nella mattina di martedì 18 doveva iniziare la “Conferenza dei Servizi” per l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto eolico sul Monte Gazzaro sul territorio dei Comuni di Firenzuola, Barberino di Mugello e Scarperia.
Nella mattinata di lunedì la riunione è stata rinviata a data da definire per l'esigenza di un supplemento istruttorio da parte di alcuni degli Uffici coinvolti. Il “Comitato Mote Gazzaro – no eolico selvaggio” che da tempo si batte contro la realizzazione dell’impianto ha espresso il proprio apprezzamento per la scelta della Regione Toscana di procedere a un ulteriore e approfondito esame della situazione.
Visto che la società Hergo Wind ha presentato le sue integrazioni il 19 dicembre scorso - e quindi con un ampio margine per valutarle da parte degli uffici competenti - ci permettiamo di supporre che l'esigenza di un approfondimento nasca dalle molteplici e ben articolate "osservazioni" proposte da nostro Comitato, da Italia Nostra, dal WWF, da alcuni privati cittadini e dagli operatori turistici della zona.
Le “Conferenze dei Servizi” mettono insieme i pareri elaborati autonomamente da una molteplicità di Enti e Uffici (Comuni, Soprintendenza ai beni ambientali, Uffici della Regione e della Provincia, ecc.), ma il risultato dovrebbe essere un giudizio unitario e organico. Per questo ci sentiamo in dovere – dopo aver esaminato e prodotto in questi ultimi mesi “osservazioni” sui singoli aspetti del progetto – di sottoporre pubblicamente alla Regione Toscana e a quanti parteciperanno alla “Conferenza dei Servizi” alcune riflessioni di tipo generale.
Innanzitutto il comma 2 dell’art. 9 della Costituzione: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
E, quindi, come questo concetto è stato esplicitato da una sentenza (n° 367 del 2007) della Corte Costituzionale (su una questione posta proprio dalla Regione Toscana): “il concetto di paesaggio indica, innanzitutto, la morfologia del territorio, riguarda cioè l’ambiente nel suo aspetto visivo. Ed è per questo che l’art. 9 della Costituzione ha sancito il principio fondamentale della “tutela del paesaggio” senza alcun’altra specificazione. In sostanza, è lo stesso aspetto del territorio, per i contenuti ambientali e culturali che contiene, che è di per sé un valore costituzionale. Si tratta peraltro di un valore “primario”, […] ed anche “assoluto”, se si tiene presente che il paesaggio indica essenzialmente l’ambiente.
L’oggetto tutelato non è il concetto astratto delle “bellezze naturali”, ma l’insieme delle cose, beni materiali, o le loro composizioni, che presentano valore paesaggistico. […]
In buona sostanza, la tutela del paesaggio, che è dettata dalle leggi dello Stato, trova poi la sua espressione nei piani territoriali, a valenza ambientale, o nei piani paesaggistici, redatti dalle Regioni”.
Questo concetto del paesaggio come elemento unitario, di valore primario e assoluto è ripreso anche nel nuovo Piano Paesaggistico approvato di recente dalla Giunta Regionale della Toscana, a proposito del quale la “Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio”, presieduta da Alberto Asor Rosa, ha osservato: “una delle novità di questo nuovo strumento è il superamento della logica per cui ciascun settore (energia, attività produttive, infrastrutture) dovrebbe gestire separatamente le proprie competenze. Il Codice dei beni culturali e del paesaggio, in base all’art. 9 della Costituzione, affida invece proprio al paesaggio un ruolo sovraordinato: i diversi settori, come quello energetico, anche quando trattano di temi innovativi come quello delle fonti rinnovabili, devono sottostare alle regole della tutela del paesaggio”.
E Anna Marson, Assessore all'Urbanistica, pianificazione del territorio e paesaggio della Regione Toscana, scrive: “il Piano offre una cornice di regole certe, finalizzate a mantenere il valore del paesaggio anche nelle trasformazioni di cui esso è continuativamente oggetto, promuovendo nel contempo una migliore conoscenza delle peculiarità identitarie dei paesaggi regionali, urbani e rurali, e del ruolo che essi possono svolgere nelle politiche di sviluppo; una maggior consapevolezza della necessità di politiche integrate; un rafforzamento del rapporto tra paesaggio e partecipazione, tra cura del paesaggio e cittadinanza attiva.
Il Piano, ora all'attenzione del Consiglio regionale cui spetta il compito di adottarlo e infine, dopo il periodo di osservazioni aperte alla cittadinanza, di approvarlo, costituisce tuttavia già da ora, con la sua ricca dotazione di conoscenze, un riferimento significativo per una presa in conto più adeguata dei paesaggi oggetto di progetti di trasformazione. [sottolineatura nostra]”
Se nel “supplemento istruttorio” e nella successiva discussione in “Conferenza dei Servizi” si terrà conto di questi princípi che scaturiscono dalla nostra Costituzione l’esito non potrà essere che quello della tutela “primaria” e “assoluta” del crinale principale del nostro Appennino.