
Un traguardo reso possibile dalla passione per il teatro e dalla determinazione dimostrata negli anni da tutti coloro che hanno concorso a rendere possibile un sogno. Questo possiamo dire riguardo allo spettacolo “Zio Vanja” che, mercoledì 23 novembre, verrà portato sul palco del Teatro di Cestello (Firenze) dagli attori di CLAP Mugello, una compagnia teatrale la cui storia si intreccia con quella del panorama mugellano. Lo spettacolo, il cui adattamento e regia portano la firma di Paolo Ciotti, si inserisce all’interno della rassegna teatrale “TeatroLab” e si pone l’obiettivo di offrire al pubblico una rappresentazione dinamica e fruibile da tutti di una delle opere più famose di Anton Pavlovič Čechov, scrittore e drammaturgo russo di fine ‘800. Ma chi si cela dietro al trucco ed ai costumi che potremo vedere in scena in questa occasione? Lo abbiamo chiesto direttamente a Paolo Ciotti che, oltre ad essere il regista di questo ed altri spettacoli, è anche un conosciuto attore con una lunga carriera alle spalle e, soprattutto, colui che ha reso possibile la formazione ed il successo di CLAP Mugello. Paolo Ciotti inizia la sua carriera artistica a San Casciano in Val di Pesa, sua città natale, presso l’associazione teatrale “Arca Azzurra” sotto la direzione di Ugo Chiti. Negli anni sperimenta le sue capacità di attore e regista rientrando in alcune produzioni dell’associazione firmate Chiti, come ad esempio gli spettacoli “La Mandragola” e “Il Pinocchio”, mentre la stagione 2016/2017 lo vedrà prendere parte al cast dello spettacolo “L’avaro” di Molière. Il suo contributo al mondo dello spettacolo però non si limita alla carriera di attore ma consta pure di un impegno costante nella formazione di nuovi attori tramite corsi di recitazione tenuti in varie realtà teatrali della provincia fiorentina. All’inizio degli anni 2000, assieme alla collega Alessandra Comanducci, inizia una collaborazione presso il Teatro di Cestello organizzando laboratori professionali di recitazione che ancora richiamano molti iscritti. La storia di CLAP Mugello nasce a metà del primo decennio degli anni 2000, quando Paolo Ciotti si trasferisce a Vaglia. Il paese presentava però uno scarso panorama artistico, complice l’assenza di un teatro, e proprio questa peculiarità porterà l’attore a cercare di impiantare un corso teatrale in questa nuova realtà. Impresa non semplice, come ci racconta Paolo Ciotti, in quanto inizialmente vi erano molti scetticismi a riguardo, non solo per la novità dell’iniziativa ma anche per la particolarità geografica del Mugello che nel raggio di pochi chilometri di distanza è capace di generare realtà e storie umane differenti, non sempre conciliabili con facilità. Ed è proprio così che nasce il primo nucleo di CLAP Mugello, composto da un piccolo numero di individui che, riunitosi attorno alla figura di Ciotti, decisero di intraprendere questa nuova esperienza, un po’ per passione, un po’ per curiosità. La determinazione di Ciotti risultò il perfetto collante per tenere assieme personalità differenti sotto lo stesso riflettore, e la piccola compagnia “amatoriale” iniziò a ritrovarsi una sera a settimana presso una stanza della biblioteca a Pratolino. L’esperienza prosegue per qualche anno, quando la necessità di Ciotti di rientrare nel Chianti rischia di porre fine all’esistenza della piccola compagnia senza teatro, chiamata per l’appunto dallo stesso Ciotti “I Senza Teatro”. I contatti ed i collegamenti diventavano più complicati e non sempre era possibile ritrovarsi con la stessa frequenza. Fortunatamente l’attore possedeva già dei collegamenti con “Catalyst Theatre Company”, diretta da Emilia Paternostro, che aveva dei laboratori teatrali attivi presso il teatro Corsini di Barberino ed il Teatro Giotto di Vicchio. Questa collaborazione permette temporaneamente ad “I Senza Teatro” di avere pure un luogo d’incontro per i propri corsi, ma anche questa sistemazione appare provvisoria. Di fronte al numero di partecipanti, in diminuzione, ed alla conseguente mancanza di un ricambio, nella speranza di non concludere l’esperienza iniziata ormai da tempo, la compagnia trasferisce nuovamente le proprie attività in una stanza all’interno della quale si respira un clima più familiare, vista anche la composizione del gruppo di persone che ricalca il nucleo iniziale dell’esperienza. Da qui il nome CLAP, acronimo di “Compagnia Laboratorio Attoriale Permanente”, in quanto non si smette mai di studiare e di imparare , ponendo la formazione permanente alla base del fare teatro, sperimentando e confrontandosi proprio come “I Senza Teatro” avevano fatto sino ad allora. L’affezione nei confronti della sua “creatura” ha portato alla scrittura da parte di Ciotti dello spettacolo “Marilina” (trattato in un nostro articolo), perfettamente cucito addosso alla compagnia. Proprio il fatto che lo scrittore abbia prodotto questa opera pensando ad i membri della sua compagnia è stato uno dei punti di forza dell’intero lavoro che ha riscosso un buon successo, potendo sfruttare il Teatro Margherita presso Barberino Val d’Elsa ma anche numerosi spazi messi a disposizione delle amministrazioni locali, come ad esempio Villa Pozzolini a Bivigliano. Lo spettacolo “Marilina” sembrava poter essere il traguardo ultimo della compagnia amatoriale, che poteva guardarsi alle spalle e vedere un percorso iniziato nella stanza di una biblioteca e giunto sino ad una rappresentazione scritta per loro e pensando a loro, e tutto sommato lo stesso Paolo Ciotti si riteneva soddisfatto di quanto realizzato. Invece, fu proprio la compagni stessa a decidere di proseguire, sicuri di poter puntare più in alto grazie all’aiuto della loro “guida” che venne richiamata a lavorare con loro, a dimostrazione della complicità e dell’unione che si era venuta a formare negli anni passati assieme. Consapevole delle capacità del CLAP Mugello, Paolo Ciotti ha proposto dunque alla compagnia di fare il passo successivo, passo che ci porta ad oggi. La proposta fu quella di portare in scena una rappresentazione che, come precedentemente detto, può sembrare ostica e complessa come lo “Zio Vanja” di Čechov, inserendola nella programmazione del Teatro di Cestello di “TeatroLab”, ossia laboratori e percorsi di formazione teatrale di livello avanzato. All’interno di questa storia è necessario ricordarsi una cosa, che è proprio la particolarità dell’intera vicenda, ossia il fatto che la composizione della compagnia è variegata e soprattutto amatoriale. L’esperienza è riuscita a riunire persone con vite e pure professioni differenti sopra lo stesso palco, unite dalla passione e l’interesse per il teatro, ma di fatto senza essere degli attori professionisti. Il fatto di essere riusciti negli anni a raggiungere discreti traguardi, come quello che verrà a breve superato con il debutto del 23 novembre, è sicuramente particolare, come afferma lo stesso Ciotti, consapevole di come il mondo dello spettacolo sia già saturo di proposte e dunque si presenti come un mondo impervio per compagnie emergenti e piccole, soprattutto se amatoriali. Un gruppo dunque unito, che nell’unione trova la forza necessaria per affacciarsi sul mondo dello spettacolo, salendo sul palco con la professionalità di un attore e con la leggerezza di una passione. Lo spettacolo, afferma Ciotti, sarà sincero, senza troppe pretese, autentico e sicuramente apprezzabile da gran parte del pubblico, nonostante il nome russo dell’autore possa intimorire qualcuno. Ma d’altra parte, sottolinea Ciotti, il compito di attirare il pubblico, che spesso è un po’ bambino e tende a non voler fruire di spettacoli che lo “spaventano”, spetta agli attori, spetta a chi sale sul palco e con piena coscienza e responsabilità dialoga con gli spettatori mandando un messaggio. Una storia, quella di CLAP Mugello, che non può che affascinare. Una storia che ci racconta della determinazione di questa compagnia, nata ormai più di 10 anni fa, costretta ad un continuo nomadismo che, non solo non è riuscito a scalfire l’impegno e l’interesse dei membri, ma ha arricchito il bagaglio della compagnia, permettendo di crescere come attori e come persone. Ed è proprio per via di questo continuo migrare che la compagnia può portare nel suo nome la denominazione “Mugello”, perché, toccando differenti realtà del mugellano, ha seminato e raccolta qualcosa da realtà differenti e da situazioni diverse. Attualmente la compagnia prosegue le proprie attività presso Villa Adami, messa a disposizione dal Comune di Scarperia-San Piero, dove continuano gli incontri e le prove, iniziate ormai più di 10 anni fa e mai concluse. Ulteriori informazioni relative allo spettacolo che debutterà il 23 novembre alle ore 20.45 presso il Teatro del Cestello sono reperibili presso il sito del teatro stesso oppure la pagina facebook della compagnia.