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Dieci domande a... : Sandro Vannini, Presidente del CORECOM Toscana

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Dieci domande a... : Sandro Vannini, Presidente del CORECOM Toscana Dieci domande a... : Sandro Vannini, Presidente del CORECOM Toscana
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Per la rubrica "10 Domande a...", pubblichiamo questa interessante intervista a Sandro Vannini, Presidente del Comitato Regionale per le Comunicazioni: 1) Potrebbe gentilmente spiegare a noi e ai nostri lettori cos'è il CORECOM e quali sono le sue funzioni? - Il CORECOM, COmitato REgionale per le COMunicazioni, quest’anno compie 10 anni di vita; non solo quello della Toscana, ma quelli di tutta Italia. Sono stati istituiti in maniera contestuale come delega delle funzioni dell’Autority AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, e svolgono sostanzialmente 3 flussi di competenza amministrativa: Le prime sono le funzioni che le vengono delegate da AGCOM in maniera diversa sul territorio e la Toscana è stata tra le prime regioni a ricevere queste deleghe dall’Autority, che sono: - La risoluzione delle conciliazioni delle controversie tra utenti e gestori delle reti di telefonia, cioè quei casi in cui un utente, nel passaggio da un gestore di telefonia all’altro, ha delle spese superiori a quelle concordate e quindi si rivolge a noi per risolvere gratuitamente la controversia: i conciliatori sono dei funzionari interni, ma poi è il comitato che delibera nei confronti del gestore una risoluzione della conciliazione con un esborso economico. Generalmente l’80-85 % delle controversie danno ragione all’utente, e comunque a fine anno facciamo una conferenza stampa dove informiamo quante sono state le conciliazioni e quanto è stato restituito ai cittadini in termini di ritorno economico: si parla di quasi 3 milioni di Euro restituiti ai cittadini; - L’arbitrato, cioè una fase seguente alla conciliazione, a cui l’utente può ricorrere se necessario per la risoluzione della controversia; - La gestione del ROC, il Registro degli Operatori delle Comunicazioni, nel quale si iscrivono tutti i soggetti che lavorano nell’ambito delle comunicazioni, dal sistema tradizionale fino alla WebTV, alla WebRadio e alla WebPress, cioè la stampa on line; La tutela dei minori, quindi verificare che nei palinsesti delle emittenti locali non ci siano ‘sforamenti, come l’uso improprio della pubblicità e la garanzia della tutela dei minori nelle fasce protette dalla messa in onda di certi tipi di prodotti televisivi. Queste sono le prime 4 deleghe da AGCOM ai CORECOM, poi ci sono altre deleghe, per esempio quelle dell’ex-Ministero delle Telecomunicazioni, adesso Ministero dello Sviluppo Economico - Dipartimento delle Comunicazioni, che ha delegato al sistema dei CORECOM lo svolgimento delle attività burocratico-amministrative per l’erogazione delle provvidenze economiche alle emittenti locali: il Ministero tutti gli anni fa un Bando per erogare queste risorse al sistema televisivo locale. Un’altra funzione è, invece, quella di essere un organo di supporto del Consiglio e della Giunta Regionale, quindi degli organi deliberativi della Regione Toscana per quanto attiene le tematiche della comunicazione. Ci sono infine altre funzioni meno conosciute, come quella del monitoraggio e della tutela della Par Condicio durante le fasi elettive e le fasi di campagna elettorale e referendaria.” 2) Concretamente, come interagisce con il territorio? “Con il territorio s’interagisce in maniera istituzionale, per esempio con il ROC, ma anche a livello normativo, garantendo il Diritto d’Accesso, che è una legge del 1975 che nella nostra regione è particolarmente attiva e che ha un rapporto diretto con molte strutture del territorio. Come altro ci relazioniamo? Con tutte le progettualità che stanno nel programma delle attività delle funzioni delegate, ma anche nelle cosiddette funzioni proprie, per svolgere attività in linea alle richieste del Consiglio Regionale delle Commissioni Consiliari pertinenti con cui il CORECOM si relaziona e della Giunta Regionale. Questo è il modo con cui il CORECOM si relaziona con il territorio.” 3) Perché secondo lei è così importante monitorare la comunicazione con una rete regionale? “Monitorare il territorio è importante, perché credo che, soprattutto per chi si occupa di comunicazione, non si possa non comunicare con chi svolge queste mansioni. Quindi, noi abbiamo in programma un censimento delle WebTv, WebRadio e WebPress per capire nella nostra regione chi fa informazione, con i canali tradizionali, televisivi e radiofonici, e con i canali della WebPress, cioè i giornali on line. Si parla ovviamente di tutta una serie di professionisti e di imprenditori che fanno informazione e che sono iscritti al ROC, che hanno un direttore responsabile iscritto nei tribunali di competenza e svolgono una funzione molto importante perché riguarda tutti i cittadini, che ne sono poi i beneficiari. Il censimento servirà anche a mettere a sistema e capire tra tutti quelli che sono iscritti al ROC: si parla di un numero che va oltre le 1000 unità nella nostra regione, come sono localizzati e che mansioni svolgono. Insieme a questo c’è il progetto dell’Osservatorio del Digitale Terrestre, per capire nella nostra regione quali sono le televisioni, quali sono le loro attività, che tipo di organizzazione del lavoro hanno, quanti dipendenti vi lavorano, e soprattutto capire le aree di copertura. In questa progettualità, che abbiamo già iniziato insieme alle sedi delocalizzate dell’Ispettorato Regionale del Ministero, chiederemo anche un aiuto all’ANCI (Associazione Italiana Comuni Italiani - NdA) perché vogliamo mandare un questionario informativo a tutti i comuni e avere una forma di ‘feedback’, come si dice oggi, cioè di risposta per capire in ogni area effettivamente cosa si vede, cosa guardano gli utenti. Questo, insieme al censimento sulla WebPress, ci fa capire per ogni area quali sono gli operatori che danno l’informazione, sia a livello di WebTV, WebRadio e Web Press, sia, ovviamente, a livello di giornali cartacei tradizionali.” 4) Una delle iniziative che state portando avanti con molta decisione riguarda, come ci diceva all’inizio, il "Diritto d'Accesso" sulle reti televisive per le associazioni sociali e culturali del terzo settore. Potrebbe spiegarci di cosa si tratta? “Il Diritto d’Accesso è, come dicevamo, una legge fin dal 1975 e dà l’opportunità alle associazioni e tutta una serie di soggetti no profit di poter accedere gratuitamente per un’ora a settimana in uno spazio televisivo presso la sede RAI regionale per illustrare le proprie peculiarità. Questo Diritto d’Accesso negli ultimi anni non aveva una grande ‘appetibilità’, nel senso che non c’erano molte associazioni che ne facevano domanda, ma certo è che la Regione Toscana ha questa opportunità del Diritto d’Accesso, così come l’Emilia Romagna, la Liguria,ma non tutte le regioni d’Italia si relazionano con le sedi RAI per garantire questo Diritto d’Accesso... La Toscana lo fa! Nel nostro territorio, noi, da quando ci siamo insediati, abbiamo fatto una campagna di sensibilizzazione per il terzo settore per sollecitare un maggior numero di richieste di domanda, e all’ultima scadenza, che è trimestrale, abbiamo avuto un grande aumento: dalle 37 richieste precedenti, siamo saliti a oltre 80.” 5) Quali sono quindi i mezzi comunicativi attraverso cui state cercando di dare maggiore conoscenza, e quindi maggiore fruibilità, a questo diritto? “In passato, il CORECOM precedente ha fatto vari programmi di partecipazione, soprattutto nella fase del passaggio al Digitale Terrestre, per premiare le peculiarità e gli spot più significativi che spiegavano questo passaggio. Oggi è intenzione del comitato fare un percorso simile nei prossimi 5 anni, per esempio premiando gli spot più significativi di una certa filiera informativa, un anno premiare un numero significativo di spot per il sociale, l’anno seguente premiare un numero significativo di spot per il culturale... Insomma premiare queste associazioni a condizione che il premio vada in parte a favore del videomaker, e in parte all’associazione che ha delle spese per produrlo, ma che rimanga comunque vincolato alla messa in onda dello spot acquisendo spazi televisivi nelle emittenti televisive e radiofoniche locali. Questo è un modo per relazionarsi con gli operatori e dare la possibilità a dei giovani di fare dei video, e quindi è in linea con l’esperienza precedente dei programmi di partecipazione.” 6) Recentemente siete approdati anche su Facebook. Quali sono secondo lei i benefici che un social network di questo tipo può portare a un organo istituzionale come il CORECOM? “Mi sarei aspettato che tutti i CORECOM d’Italia fossero già su Facebook o Twitter, invece abbiamo visto che c’è soltanto il CORECOM del Lazio, che non ha aperto una fan-page, ma proprio un profilo, un account... Così anche noi abbiamo aperto un account. Il concetto è quello di cercare di mettersi in relazione con tutti i soggetti del ragionamento precedente, perché ovviamente gli operatori on line utilizzano molto Facebook per mettersi in contatto con gli utenti, sono tutti portali 2.0 che si ritrovano su Facebook. Oltretutto Facebook può servire anche a tutta quella utenza che si rivolge a noi per le conciliazioni di cui parlavamo all’inizio... si tratta di una previsione di circa 5200 conciliazioni che vengono svolte gratuitamente presso questo comitato del CORECOM della Toscana. Noi quindi abbiamo un numero significativo di utenti che in questo modo possono interagire con gli uffici del CORECOM anche attraverso la pagina Facebook.” 7) Ancora a proposito di comunicazione esterna: attraverso quali canali il cittadino può tenersi aggiornato sulle vostre attività ed eventualmente mettersi in diretto contatto con voi? “L’informazione passa prima di tutto tramite il nostro portale, sul quale ci sono anche altri progetti molto interessanti per il sistema della comunicazione che voi come Ok!Mugello rappresentate, però per ora è presto dire. C’è anche il canale Youtube del CORECOM poi, e ovviamente tutti i nostri comunicati stampa passano dall’agenzia di stampa della regione, oltre che essere inviati alla mailing list che abbiamo costituito in linea con il censimento della WebPress.” 8) Per quanto riguarda l’informazione on line, come nel nostro caso di OK!Mugello, state portando avanti un censimento di tutte le web tv, web radio e web press della Toscana. Che realtà sta uscendo fuori da questo censimento? “L’iniziativa è realizzata in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Toscana e tutte le rappresentanze sindacali come Assostampa, Di.gi.ti - Giornalisti Digitali, Anso - Associazione Nazionale Stampa On line, la Federazione dei Media Digitali Indipendenti. Ancora è presto per poter anticipare qualcosa, ma intanto abbiamo mappato, poi metteremo il censimento on line. Quello che emerge... che è un momento di grande difficoltà per tutti e proprio per questo dobbiamo riuscire a tenere alto il meccanismo di tutela dei lavoratori di questo circuito. Infatti c’è un’iniziativa proprio il 27 di questo mese a Livorno, organizzata dall’ordine delle rappresentanze sindacali del giornalismo.” 9) Considerato che su Internet circola di tutto, secondo lei, quali sono gli elementi che il lettore deve tenere in conto per identificare un’informazione corretta e professionale? “Infatti noi ci rivolgiamo a tutto il sistema della WebPress e non al mondo dei blog, e chi fa informazione nel sistema della Web Press è tenuto ad iscriversi al ROC, deve avere un direttore responsabile registrato in Tribunale, come prevede un’attività professionistica, e poi dietro questa attività deve esserci l’assetto societario di un’azienda iscritta al registro delle imprese, quindi sostanzialmente deve esserci un palinsesto di burocrazia e di legittimità che garantisca un’attività professionale e che se ne assuma la responsabilità giuridica.” 10) Oltre al censimento, ci sono altre iniziative del CORECOM a favore della stampa on line? “Per il momento ci stiamo concentrando sul censimento, mappando tutta la regione. censimento che poi dovremo tenere aggiornato in maniera attenta per vedere e capire, se sono d’accordo tutti i soggetti del tavolo, le caratteristiche di queste attività a livello non solo quantitativo ma anche qualitativo, cioè quanti giovani ci lavorano, il livello di professionalità che hanno, il livello di cultura diffusa, il livello di tempestività delle notizie inserite.”

 

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