1 APR 2025
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Eolico Giogo di Villore: attesa per la sentenza del Consiglio di Stato, le associazioni fanno il punto

Le criticità geologiche e ambientali al centro del dibattito durante l'incontro a Vicchio...

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Sabato 15 febbraio, presso il centro civico di Vicchio, le associazioni Italia Nostra e CAI, insieme al “Gruppo Osservazioni”, hanno fatto il punto della situazione sull’impianto eolico in costruzione sul Giogo di Villore, nei territori di Vicchio e Dicomano. Un incontro particolarmente significativo in vista dell’udienza al Consiglio di Stato, prevista per giovedì 27 febbraio, che dovrà esprimersi sui ricorsi presentati da Italia Nostra e CAI e dal Comune di San Godenzo contro il progetto eolico.

Gli avvocati Piera Sommovigo e Marco Grondacci, che seguono il ricorso per Italia Nostra e CAI, hanno illustrato i vizi procedurali e di merito che sono alla base dell’azione legale, sottolineando come la giurisprudenza sia in evoluzione: se fino a poco tempo fa i ricorsi ambientali trovavano scarso riscontro nei tribunali, oggi si tende a bilanciare la necessità della transizione energetica con la tutela dell’ambiente e del paesaggio.

"Diremo al Consiglio di Stato che questo è un progetto sbagliato", ha affermato Leonardo Rombai, presidente di Italia Nostra Firenze, puntando il dito contro l’esclusione del parere negativo del Parco delle Foreste Casentinesi nel processo autorizzativo. Secondo Rombai, la mancata valutazione di questo elemento ha evitato un’analisi seria sui potenziali danni agli ecosistemi, e rischia di diventare un precedente pericoloso per tutta la Toscana, soprattutto alla luce della proposta di legge regionale sulle aree idonee per le energie rinnovabili.

Allarme geologico: la denuncia del geologo Marco Bastogi

L’intervento che ha destato maggiore preoccupazione tra i presenti è stato quello del geologo Marco Bastogi, che ha messo in luce criticità geologiche e idrogeologiche che potrebbero compromettere la sicurezza dell’area e delle infrastrutture. Comparando diverse cartografie pubbliche sulla stabilità dei versanti, Bastogi ha evidenziato come il progetto non abbia previsto un’analisi approfondita del terreno, con rischi concreti per chiunque frequenti l’area e per gli operatori dei lavori.

Le sue osservazioni hanno sollevato serie perplessità, in particolare riguardo:

  • La fragilità del terreno nelle aree destinate all’installazione delle pale eoliche.
  • Il tracciato della strada di accesso al crinale, che subirà modifiche significative.
  • L’assenza di opere di consolidamento necessarie per prevenire frane e smottamenti.

Bastogi ha poi lanciato un paragone inquietante con il disastro del Vajont, sottolineando che in casi di scarsa attenzione geologica, i dati vengono spesso "adattati" per favorire la realizzazione di un progetto, mettendo però a rischio la sicurezza della popolazione.

Le associazioni si dicono pronte ad attendere l’esito del Consiglio di Stato, consapevoli di aver fatto tutto il possibile per contrastare un progetto che, a loro avviso, presenta troppe lacune e rischi.

"Fino ad oggi abbiamo fatto il possibile, ora non resta che attendere l’esito dell’udienza", è stato il commento finale degli attivisti, che confidano in un ribaltamento della sentenza di primo grado e in una maggiore attenzione per le fragilità del territorio.

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