29 MAR 2025
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Farmacie & farmacisti. Borchi risponde ai sindacati, e spiega

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Farmacie & farmacisti. Borchi risponde ai sindacati, e spiega Farmacie & farmacisti. Borchi risponde ai sindacati, e spiega © n.c.
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Dopo che nei giorni scorsi, con una nota, i sindacati si erano detto proccupati per il destino dei due attuali farmacisti delle farmacie comunali di Vaglia (clicca qui) dopo che la loro gestione è passata alla cooperativa Didasko (clicca qui) ecco che ora Leonardo Borchi con un lungo intervento analizza la situazione in maniera esauriente:

Quando, circa 3 anni fa, dopo aver, con non poche difficoltà, ricostruito abbastanza circostanziatamente la situazione economica e le prestazioni dei servizi che si erogavano (o che non si erogavano) nelle farmacie comunali, abbiamo deciso che non era né funzionale per i cittadini, né economico per il Comune, gestirle direttamente, ci siamo posti la domanda: “Cosa ne facciamo?”. Le opzioni erano fondamentalmente due: metterle in vendita oppure esternalizzarne la gestione. “Le volete rilevare voi?”. Questa è stata la prima domanda che ho immediatamente posto ai tre nostri farmacisti. “Assolutamente no!”. Questa è stata la risposta di tutti e tre. Avrebbero avuto anche diritto alla prelazione. Successivamente: “Volete seguire il destino delle farmacie? Passare dipendenti sotto un nuovo datore di lavoro, sia che le farmacie siano vendute, sia che siano date in gestione?”. Qui la risposta fu un po' più articolata: due farmacisti dissero di no subito, uno: “Forse. Se però mantengo il contratto pubblico” (nel caso, quasi più unico che raro che, per esempio, le farmacie fossero rilevate da Farmapiana, società a totale capitale pubblico che gestisce solo farmacie comunali). Circa un anno fa, quando l'Amministrazione decise di andare a gara, con l'esternalizzazione della gestione, fu deciso, anche per assecondare i desiderata dei dipendenti, che nel pacchetto non sarebbe stato inserito il personale. Il fatto di non obbligare i potenziali offerenti a rilevare il personale, a riconoscere loro le condizioni del contratto pubblico, più onerose, sicuramente ha reso più appetibile la gara. Quindi, a questo punto, siamo come detto ad un anno fa, si poneva il destino dei farmacisti. Di nuovo: “Cosa ne facciamo?”. Qui si aprivano 3 scelte: a) il personale viene dichiarato in esubero. Le conseguenze per i dipendenti: 2 anni di retribuzione ridotta (80/90%), quindi se non si ritrova una nuova collocazione in un altro ente pubblico, licenziamento. b) passaggio ad altro ente pubblico per mobilità, con la conseguenza però che il Comune perde un'unità di lavoro per ciascun dipendente in uscita (non lo può reintegrare con nessuna qualifica). c) reintegrazione dei dipendenti nella struttura amministrativa del Comune con cambio di profilo professionale (chiaro che, senza farmacie, il Comune non ha bisogno di farmacisti). L'opzione esubero questa Amministrazione non l'ha mai presa neanche in considerazione. Non avevamo nessuna intenzione di mettere alla porta dei lavoratori. Coltiviamo un rispetto di fondo per le persone tutte ed in particolare per quelle di cui abbiamo la responsabilità, per cui il solo pensare di abbandonarle a se stesse ci ripugna. Siccome i farmacisti avevano aderito, di massima, ad una mobilità ad altro ente, purché mantenessero il loro profilo professionale, abbiamo esperito tutte le strade percorribili. Abbiamo chiesto se avevano posti da ricoprire, come farmacisti, in Regione, in AUSL, alla Società della Salute. Chiaramente non ci siamo spinti a scrivere fino a Grosseto. Risposta negativa su tutti i fronti. Quindi rimaneva un'unica alternativa: la reintegrazione con cambio di profilo professionale e ruolo. Che i dipendenti hanno accettato. Naturalmente la ridondanza dei farmacisti sarebbe intervenuta quando e solo se fosse uscito il bando di gara ed avessimo avuto un aggiudicatario. Se la gara andava deserta, le farmacie comunali dovevano necessariamente rimanere in gestione diretta ed i farmacisti al loro posto. L'Amministrazione, nella mia persona, in quanto io stesso ho condotto la questione, ha sempre tenuti informati ed aggiornati i dipendenti, e con le rappresentanze sindacali, con cui ha avuto un confronto, fin dall'inizio. Da più di 3 anni. Queste ultime sono state invitate dall'Amministrazione a diventare parte attiva della situazione, specialmente da un anno a questa parte, quando era stato deciso la reintegrazione dei dipendenti. Come Amministrazione ci siamo posti il problema dell'allocazione, della formazione, tempi e modi, dei farmacisti. Facendo delle ipotesi concrete e concependo un percorso. Percorso che però non poteva essere avviato fino a che non avessimo avuto la certezza che le farmacie sarebbero state date via. Quindi dopo che la gara si fosse conclusa positivamente. Da parte del sindacato sono arrivate molte perplessità, legittime; insieme alle preoccupazioni dei dipendenti, comprensibili. Ma il sindacato non ha mai fatto una proposta. Checché affermino. Però, a come dicono, sono stati bravi a vedere le difficoltà, a sottolineare le carenze, a sollecitare soluzioni, su tutta l'organizzazione e gestione della macchina comunale..... Otto anni fa nel Comune di Vaglia c'erano 7 dipendenti a tempo indeterminato in categoria D. Che, per intenderci, possono, solo loro, ricoprire il ruolo di responsabile di un settore. Possono cioè firmare un atto, con valore esterno all'Ente. Oggi ce ne sono solo 2, a fronte di 6 settori. In quattro anni di questa nostra consiliatura ne sono andati via, quasi tutti in pensione, ben 5. E' il blocco del turn over, bellezza! Non si poteva riassumere se non in piccolissima parte. Il reintegro dei farmacisti, a fronte di una riqualificazione, sicuramente non facile e veloce (abbiamo ipotizzato 5/6 mesi di formazione), da una parte offre un'opportunità. Essendo questi di categoria D, possono andare, alla fine del percorso predetto, a ricoprire questi ruoli di cui siamo in forte carenza. Questo anno, dal 1° di gennaio, essendo cambiata la norma nell'ultima finanziaria, il Comune può assumere un sostituto della responsabile, di categoria D appunto, che era ai servizi demografici e che se ne è andata in pensione il 20 di dicembre scorso. Non prima, anche se, e li ringrazio, i rappresentanti sindacali ci avevano avvertiti, da un anno, che sarebbe mancata. Non ce ne eravamo accorti! E non ci siamo nemmeno accorti che ci sono vincoli di bilancio per la spesa del personale, anche a tempo determinato; che nessun Ente dà più l'autorizzazione alla mobilità ai propri dipendenti, a meno che non sia in sostituzione. Siamo proprio distratti! Infatti abbiamo dovuto ricorrere a ben 3 (non 4) segretari (più rari dei can gialli, direbbero nel Mugello), a ben 7 (non 8) ragionieri capo, in quanto, di questi, di buoni in giro, proprio a causa del mancato turn over, ce ne sono proprio pochini. A stento siamo riusciti a fare i bilanci. Lavoriamo, amministratori ed dipendenti, per sbrigare il quotidiano come se fosse sempre emergenza. Ma forse di questo i rappresentanti sindacali non si sono accorti! Che siano anche loro distratti?! Comunque continuiamo a fare il meglio del possibile. Augh. Leonardo, Sindaco

 

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