9 APR 2025
OK!Valdisieve

Febbraio, proverbi e detti della nostra tradizione. Parliamone, con Alfredo Altieri

  • 2641
Febbraio, proverbi e detti della nostra tradizione. Parliamone, con Alfredo Altieri Febbraio, proverbi e detti della nostra tradizione. Parliamone, con Alfredo Altieri © n.c.
Font +: 22px16px
Stampa Commenta

Torna oggi, per l'editoriale di OK!Mugello, un bellissimo contributo storico. Un tempo, quando l'economia era strettamente legata all'agricoltura, febbraio era un mese di miseria. Farina, conserva, legumi secchi e frutta erano per finire; le bestie erano poche e malconce per la mancanza d'erba, di fieno, di becchime e nella campagna spoglia non si trovava più cibo. Vivere era un problema, bisognava arrivare alla primavera in cui la terra dava i primi frutti, un aiuto a chi aveva fame. C'era un detto che pochi ricordano, era: “L'estate è la mamma dei poveri”. Oggi si stenta a credere che questo motto sia frutto di una così triste esperienza, infatti un proverbio ammonisce:

Febbraio, febbraietto mese corto e maledetto.
Ci dice della brevità del mese, che è duro da passare per la penuria di cibo e per il clima.
San Paolo chiaro e la Ceriola scura dell'inverno non si ha più paura.
Durante l'inverno erano due i giorni fondamentali per trarre pronostici sulla sua durata. Il primo era il 25 gennaio festa di San Paolo, detto per questo motivo “de' segni” e il 2 febbraio la Candelora (anche Ceriola).
Per la Santa Candelora se nevica o se plora dell'inverno siamo fora; ma se è sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno.
La mattina della Candelora nelle chiese si faceva la benedizione delle candele, che venivano distribuite ai fedeli e questi ceri benedetti erano conservati in casa e venivano accesi in varie occasioni: durante violenti temporali, per placare l'ira divina, mentre si aspettava una persona che tardava e si riteneva in pericolo, quando si assisteva un moribondo, epidemie, parti difficili ecc. Si vuole, che questa festività della Purificazione della Vergine, si riallacci a usanze pagane, cambiando quella superstizione in religione e pietà cristiana.
Febbraio la febbre della terra.
Sta a indicare che comincia l'agitazione degli elementi; si sveglia la vita nelle erbe e nelle piante. La conoscenza popolare sa del risveglio, dell'accensione sotterranea del fuoco vitale della natura, è la vita che si rinnova: la rinascita purificante della natura, simbolo di quella non meno misteriosa e sotterranea dello spirito.
Quando canta il merlo siamo fuori dall'inverno.
Il periodo degli amori dei merli è preso come inizio della buona stagione. Uno dei segnali premonitori a cui volge l'attenzione il contadino è il ritorno, sul finire dell'inverno e l'approssimarsi della primavera, del canto del merlo e da quello del cuculo.
Per San Valentino fiorisce lo spino.
È la festa del santo che viene considerato il protettore degli innamorati. Il proverbio riportato ci dice come le siepi più riparate e soleggiate cominciano a fiorire.
Per Berlingaccio chi non ha ciccia ammazzi il gatto.
Berlingaccio è in Toscana il giovedì grasso l'ultimo giorno di Carnevale e per tradizione si usa fare un po' di festa e imbandire una buona tavola, prima di affrontare i digiuni della quaresima.
A Carnevale il povero a zappare. Carnevale e quaresima è sempre la medesima.
Questi due proverbi definiscono la condizione di chi, nella miseria, non trova differenza tra i giorni dell'abbondanza e quelli dedicati alla penitenza: per lui e una quaresima perpetua.
Lungo come la quaresima
Questo è un periodo particolarmente lungo, quaranta giorni, in questo caso si fa riferimento a persona particolarmente lenta e inconcludente un “piacciocci”. Alfredo Altieri

 

Lascia un commento
stai rispondendo a