E' stato un botta e risposta senza esclusione di colpi quello fra il Codacons che denunciava il caro-tazzina e Aldo Cursano vicepresidente Fipe e presidente Confocommercio.
La società che ha fatto la rilevazione per Codacons ha denunciato in città un aumento del costo dell’ espresso al bar del 21,5% con locali nei quali un caffè si può pagare 1,40 euro, fino a punte di 1,70 e Cursano s'indigna.
“Prima untori, ora speculatori. Non possiamo accettare di essere trattati così! In questo momento i pubblici esercizi hanno un’unica priorità: riportare le persone nei locali garantendo loro il massimo della sicurezza e della convenienza. Attaccare in modo indiscriminato l’intero comparto, alzando un polverone ingiustificato sull’aumento dei prezzi, non è soltanto discutibile sul piano della responsabilità ma anche in termini legali, ecco perché come Federazione metteremo in campo ogni iniziativa per tutelare l’immagine della categoria.
Molti imprenditori hanno riaperto per dare un segnale di fiducia pur consapevoli che in tanti casi i costi saranno ben superiori agli introiti a causa dei pochi clienti, altro che rincaro dei prezzi”.
Così Aldo Cursano a commento delle recenti notizie sul rincaro dei prezzi del caffè nei bar.
“Siamo alle solite. Ogni volta che ci troviamo ad affrontare una situazione difficile in cui sono in gioco imprese e posti di lavoro parte un’azione preordinata che vuole trasformare in speculazione pochi casi sparsi qua e là per la penisola. È successo con il passaggio dalla Lira all’Euro e si ripete oggi in una situazione ancora più difficile di allora. Non sono passate neppure 24 ore dalla riapertura dei bar dopo 69 giorni di lockdown che alcuni presunti rincari diventano il presupposto per denunciare un diffuso e pesante aumento dei prezzi in bar e ristoranti.
Saremmo curiosi di vedere quali sono i dati che hanno portato a tale conclusione. Pur confidando nel fatto che le statistiche ufficiali smentiranno queste fantasiose ricostruzioni siamo preoccupati dal danno di immagine e reputazione al settore che deriverà da queste statistiche fai da te, proprio nel momento in cui si lotta per sopravvivere”.
L'avvocato Silvia Bartolini, Presidente Toscana Codacons non ha difficoltà ad affermare che anche a lei non risulta in città il caffè al prezzo di 1.70 e che quindi si tratta probabilmente di un errore della società che ha fatto la rilevazione che lavora in ambito nazionale.
Vero è però, e qui non è arrivata alcuna smentita, che al supermercati frutta e verdura di stagione siano schizzati a un + 5,6%. "E' inaccettabile - afferma la Bartolini – che si spenda in media nella nostra città il 3,6 % in più rispetto allo scorso anno con un aggravio di spesa su base annua di 274 euro a famiglia".
La conferma arriva anche dall'ufficio statistica del Comune di Firenze che rileva aumenti sui generi alimentari, in particolare su frutta e verdura. Secondo i risultati del calcolo dell’ inflazione per il mese di aprile, la frutta è aumentata rispetto a marzo del 3,1% e dell’ 11,5 % rispetto ad aprile 2019.
I vegetali sono aumentati del 5,6%, sia prendendo a riferimento lo scorso mese di marzo, sia l’ aprile 2019. Rispetto ad un anno fa sono aumentati anche carne (+3,3 %), pesce (+3 %), pane e cereali (+2,2 %), latte, formaggi e uova (+2,1 %).
In crescita, infine, il prezzo dei tabacchi (+2,8 % su base annuale) e delle birre (+1,5 %). Secondo Codacons, soprattutto sull’ ortofrutta, il rincaro non è giustificato. "Il trasporto – sottolinea la presidente del Codacons Toscana – avviene su gomma e il carburante non ha subito aumenti. In sostanza – spiega – non ci sono motivi per aumenti del tutto ingiustificati"