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Covid. Ma quanti sono oggi i ricoverati in Toscana?

Secondo la Regione il loro numero conferma l'efficacia dei vaccini. Ecco perché

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covidj covidj © fernando zhiminaicela da Pixabay
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Firenze - Il punto su alcuni nodi strategici della sanità Toscana: sull’andamento dei contagi da Covid-19 e dell’impatto sulle strutture ospedaliere in Toscana, delle liste d’attesa in Toscana, dei finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per l’innovazione e la digitalizzazione del Servizio sanitario regionale, del piano di sviluppo delle case di comunità sul territorio regionale.

Lo ha fatto questa mattina, giovedì 7 luglio, in commissione Sanità presieduta da Enrico Sostegni (Pd), l’assessore regionale Simone Bezzini, coadiuvato da Federico Gelli, responsabile della direzione sanità della Regione.

Anche in Toscana, come nel resto d’Italia, si assiste a una crescita consistente della circolazione del virus Covid-19. “Il combinato disposto dell’evoluzione delle sottovarianti Omicron, più contagiose, con la fine delle restrizioni ha portato a una maggiore diffusione” ha commentato l’assessore. Dall’inizio della pandemia, oltre 1milione e 200 mila persone, cioè un terzo degli abitanti della regione, ha contratto il virus, e a questo numero devono essere aggiunti gli asintomatici. La maggioranza di essi, ha spiegato l’assessore, si sono ammalati da dicembre ad oggi, e questo dimostra “quanto sia stata efficace la campagna vaccinale. Basta paragonare il numero dei ricoverati nella prima fase della pandemia, quando gli ammalati erano un decimo degli attuali, con il numero attuale per capirlo”.

Oggi i positivi registrati sono 5mila 644, i ricoverati in ospedale poco più di 600, i ricoverati in terapia intensiva 26. Solo il 30 per cento, inoltre, è stato ricoverato per Covid, mentre il 70 per cento è ricoverato “con” Covid, cioè è stato diagnosticato positivo dopo essere entrato in ospedale per altre patologie. Dei 26 ricoverati in terapia intensiva, 12 non sono vaccinati, 9 sono stati ricoverati per Covid, tutti gli altri con Covid. “Il fatto tuttavia che il Covid non sia stato il motivo del ricovero non deve trarre in inganno – ha sottolineato Bezzini –. Questi pazienti hanno bisogno di un trattamento di sicurezza particolare, di conseguenza per gli ospedali ci sono carichi organizzativi, di personale e finanziari altissimi”.

L’assessore ha inoltre spiegato che le Regioni hanno chiesto al governo una “road map” per organizzarsi in vista dell’autunno, con la ripresa delle scuole e con l’arrivo, si dice, di nuovi vaccini. La Toscana sta inoltre cercando di organizzare al meglio l’assistenza sanitaria anche a fronte dell’aumento di turisti, tenendo conto degli storici problemi di mancanza di personale in settori ritenuti poco attrattivi, come quello dell’emergenza urgenza. “Abbiamo inviato al governo nazionale proposte per valorizzare di più il settore dell’emergenza urgenza, affinché i medici comincino di nuovo a sceglierlo”. Anche in Toscana, infine, la quarta dose al momento non decolla, pur presentando numeri di vaccinazione più alti rispetto alla media nazionale.

Per quanto riguarda le liste di attesa, Bezzini e i tecnici della Giunta regionale hanno riportato che, grazie allo sforzo straordinario del personale sanitario, le criticità determinate dalla pandemia stanno rientrando e i tempi stanno diminuendo. “Il piano di recupero attuato, con l’utilizzo di risorse straordinarie, sta procedendo” ha detto l’assessore. I punti di intervento attuati comprendono la dematerializzazione delle ricette, la separazione dei percorsi di primo accesso dai successivi, lo sviluppo di molteplici canali per il primo accesso, l’individuazione di un unico canale di prenotazione per i controlli, la visibilità delle agende, l’appropriatezza delle prescrizioni, una maggiore sinergia tra aziende ospedaliere e territoriali, un monitoraggio continuo dei risultati.

Nell’ultima metà di giugno, per quanto riguarda le visite risultano in sofferenza le specialità di ortopedia, otorinolaringoiatria e dermatologia. Nell’85 per cento dei casi la prima visita è garantita entro 30 giorni, nel 74 per cento entro 15 giorni. In ambito di diagnostica pesante, sono in sofferenza le risonanze magnetiche alla colonna e muscoloscheletrica. In miglioramento netto le visite cardiologiche e le ecografie addominali, due prestazioni che erano andate particolarmente in crisi in piena pandemia.

Ancora si registrano casi di disomogeneità dei tempi di prestazione fra i vari territori. Per quanto riguarda il personale, il saldo netto di assunzioni a tempo indeterminato dall’inizio della pandemia è di oltre 4mila, di cui 508 medici. “Ma è necessario, e siamo al lavoro per elaborarlo quando prima, un modello di programmazione triennale del fabbisogno del personale” ha concluso Bezzini.

Passando ai finanziamenti del Pnrr, per quanto riguarda gli interventi sul territorio, dopo la firma del contratto di sviluppo e del piano operativo, siamo adesso alla fase dell’attribuzione materiale delle risorse ai soggetti attuatori identificati. Per quanto riguarda l’innovazione e la digitalizzazione del Servizio sanitario regionale, il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha messo a disposizione 268milioni per la digitalizzazione degli ospedali, 67 dei quali serviranno per sostituire le macchine obsolete. Sono state fissate varie linee di intervento, tra cui l’interconnessione delle centrali operative territoriali e la realizzazione di un sistema informativo unico regionale dei servizi territoriali.

La commissione Sanità ha deciso di effettuare due ulteriori momenti di approfondimento, a settembre, sia per quanto riguarda la programmazione del fabbisogno del personale che per quanto riguarda l’innovazione e la digitalizzazione del sistema sanitario.

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