La grande distribuzioni rispetti l’accordo sul prezzo del latte. La Toscana sia di esempio e detti per prima i tempi di attuazione. La fase delle discussioni è terminato nel momento in cui è stato da tutti firmato il protocollo d'intesa della filiera lattiero-casearia che prevede che la Gdo riconosca tre centesimi di premio, cui le aziende della trasformazione potranno aggiungere un ulteriore centesimo. Questo è il tempo di agire. I produttori di latte non possono continuare a produrre in rimessa alla luce anche dell’impennata spaventosa dei costi delle materie prime, in primis mangime, il cui peso ricade esclusivamente sulle stalle”: a prendere posizione è Coldiretti Toscana al termine del tavolo sul latte convocato dal vice presidente della Regione Toscana ed assessore all’agricoltura e all’agroalimentare, Stefania Saccardi.
Al tavolo, a cui hanno partecipato il Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi, il Presidente di Associazione Italiana Allevatori, Roberto Nocentini erano presenti i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e di alcuni gruppi della Gdo (Conad, Unicoop e Mukki). Un tavolo “deludente” come lo ha definito il presidente, Fabrizio Filippi: “la Toscana è oggi la prima regione in Italia, e per questo ringraziamo il vice presidente Stefania Saccardi, a convocare un tavolo con gli attori della filiera lattiero-casearia, per applicare quanto previsto dal protocollo siglato lo scorso novembre. Parliamo di 4 centesimi in più al litro del prezzo minimo del latte alla stalla che per un allevamento, oggi, nel bel mezzo di questa tempesta perfetta, fanno la differenza tra restare aperti o chiudere per sempre. Ci dispiace – prosegue – che alcuni dei principali gruppi della Gdo che operano in Toscana non siano stati presenti. E’ una grave mancanza di rispetto nei confronti degli allevatori, dei consumatori e delle istituzioni. Gli accordi sono fatti per essere rispettati altrimenti a che servono?”.
Con l’accordo la Grande Distribuzione Organizzata – spiega i termini Coldiretti - si impegna affinché si valorizzino e si incrementino gli acquisti di latte UHT, latte fresco, yogurt e formaggi freschi e semi stagionati, tutti da latte 100% italiano, riconoscendo un premio emergenza stalle che viene corrisposto alle imprese della trasformazione per poi essere riversato integralmente agli allevatori, sino a 3 centesimi di euro al litro di latte, con una soglia massima di intervento pari a 0,41 euro/litro alla stalla, iva esclusa. Le imprese di trasformazione, incluse le cooperative, a loro volta – continua Coldiretti - si impegnano a riconoscere agli allevatori loro fornitori un premio aggiuntivo sino a 1 centesimo di euro al litro di latte entro la soglia fissata di 0,41 euro/litro alla stalla, iva esclusa, per il latte conferito nella Regione Lombardia, parametro dal quale determinare le soglie di premio indicativo per il latte conferito nelle altre Regioni d’Italia, senza tuttavia andare a diminuire quanto già riconosciuto. Nella contrattualistica che regola i rapporti commerciali in essere sarà inserita la dicitura “Premio emergenza stalle”.
Per un litro di latte sono riconosciuti oggi agli allevatori tra i 36 ed i 38 centesimi mentre sugli scaffali della grande distribuzione, a seconda della marca e della qualità, il consumatore può spendere anche 1,70-1,80 euro al litro. Per Roberto Nocentini, presidente degli allevatori regionale “le stalle sono in grande affanno per effetto degli spaventosi aumenti di questi mesi. Molte imprese, in queste condizioni, non arriveranno alla primavera. Quando chiude una stalla si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate. Con un prezzo giusto si garantisce il futuro di interi territori, con un prezzo inadeguato, ben al di sotto, del costo minimo, non si produce più latte e si abbandona il territorio. C’è molto di più in ballo”.
Coldiretti convocherà, già la prossima settimana, una serie di incontri sul territorio con la base sociale per definire le successive azioni.
Mugelli Giampiero
i produttori agricoli in tutti i generi hanno guadagni all'osso , perché ? Adesso parliamo di latte. Per il produttore ci sono decine di spese; mantenere una stalla e le attrezzature a norma hanno un costo tosto, oltre al cibo delle mucche, ci sono da pagare i veterinari, i permessi, una assicurazione, gli stipendi, le tasse e altre bazzecole burocratiche compreso lo smaltimento dei concimi. Al produttore il latte gli viene pagato 0,36 centesimi al litro, il consumatore lo paga 1,80 euro al litro. Con una differenza di 1, 44 euro che si dividono tra grossista e vari supermercati . Mi sembra eccessiva la differenza tra produttore e rivenditori del prodotto, non c'è equità.