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Una domenica fiorentina ai tempi del Coronavirus

Strade quasi deserte, musei sbarrati, ristoranti chiusi per ferie. Pochissimi turisti in giro, solo nel Borg'unto tutto sembra normale

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Piazza Stazione Piazza Stazione © Luciano Mazziotta
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Se ci era sembrata strana quella scorsa, questa di domenica, prima con l’inasprimento delle misure di prevenzione arrivate a notte fonda, lo è ancora di più. Anche se col tempo metereologico che volge al sole di una primavera conclamata farebbe pensare ad altro.

Salendo a piedi al Piazzale Michelangelo il silenzio regna sovrano, le auto sono pochissime e le chiacchiere sono solo quelle dei ciclisti che, ansimando, non rinunciano alla pedalata della domenica.
Il piazzale è deserto, poche auto, nessun pulmann e gli addetti dei banchini che passano il tempo spolverando la mercanzia. Mai visto così, nemmeno a Ferragosto.

Gli autobus viaggiano mezzi vuoti e non solo perché è domenica. poche le persone in giro anche avvicinandosi al centro. Piazza Indipendenza è più bella del solito, silenziosa e quasi deserta: nemmeno le transenne che cinturano il lato dove sono partiti i lavori di riqualificazione danno fastidio perché quello che colpisce subito è proprio anche qui è il silenzio.

Un po’ più di movimento c’è alla Stazione di Santa Maria Novella, ma per un luogo solitamente caotico, disordinato, frenetico di persone che si sgomitano e si spingono a destra e a sinistra è quasi come se fosse deserto.
Un paio di ristoranti giapponesi hanno le serrande abbassate con un cartello che recita nelle due lingue “Chiuso per ferie” oppure “Chiuso fino al 5 aprile”.
I treni partono, ma c’è poca gente. Si guardano gli orari, si cerca di capire se si riuscirà a partire: soprattutto se si è diretti a Nord, dove la zona “rossa” si è allargata e il Decreto è arrivato a notte fonda.
I bar e gli altri esercizi commerciali all’interno della stazione di Santa Maria Novella sono aperti ma quasi vuoti, inimmaginabile fino a pochi giorni fa.
Colpiscono fuori le due lunghe file di taxi in attesa di clienti. Inimmaginabile di solito è facile vedere una coda inversa.

Attraversata la piazza giriamo verso piazza Santa Maria Novella dove le messe, come nelle altre chiese sono sospese fino al 3 aprile, ma per chi vuole, resta la possibilità di raccogliersi in una cappellina per un momento di preghiera.

Serrato anche Il Museo del Novecento, come gli altri musei cittadini e tutti i luoghi di visita e turismo.Per gli sparuti gruppetti di turisti il museo è Firenze in ogni suo angolo e financo dentro ai ristorantini tradizionali di cucina fiorentina, dove ovviamente gli ingressi sono contingentati e i tavolini a distanza di "sicurezza".
Alla Galleria degli Uffizi incredibilmente non c'è alcuna coda anche perchè i grandi portoni di legno sono serrati e un sintetico cartello lo spiega.
Poi ecco la sorpresa! Il borg'unto pare sia l'unica isola felice dove il coronavirus non è mai arrivato. le code alla famosa schiacciata sono le solite di sempre e la distanza interpersonale un'utopia anche se a dire il vero, i ragazzi del locale si affannano a cercare di farla rispettare. Poco importa se l'addetto al banco taglia salumi e farcisce schiacciate senza mascherina e guanti.

Attraversata via del Proconsolo (vuota) si arriva in Piazza del Duomo. Gelaterie, bar e locali sono aperti ma deserti. Il grigio della pietra e il bianco del marmo riverberano sotto il sole di primavera.

Una primavera strana di una domenica sonnacchiosa dove i giovani della movida forse sono ancora a letto a smaltire la baldoria di un sabato indifferente dove si faceva come sempre l'aperitivo in piazza, tutti stretti, bicchiere in mano e seduta sul marciapiede con piattino e manicaretti.




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