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Fotovoltaico, Ingegneri di Firenze: “Bene la variante di Vicchio, ma ora regole chiare per tutta la provincia”

Le commissioni Ambiente ed Energia e quella Mugello Valdisieve: “L’esempio mugellano dimostra come certi vincoli burocratici possono essere superati

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Fotovoltaico Fotovoltaico © Pixabay
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Le commissioni Ambiente ed Energia e quella Mugello Valdisieve: “L’esempio mugellano dimostra come certi vincoli burocratici possono essere superati grazie al confronto tra Comune, Soprintendenza e Regione”

 “Bene la variante urbanistica di Vicchio, ma adesso sulla localizzazione degli impianti fotovoltaici servono regole chiare per tutta la provincia”.
A dirlo sono i coordinatori della commissione Energia e Ambiente dell’Ordine degli Ingegneri, Stefano Corsi, e quello della commissione area Mugello Valdisieve, Marco Moricci.

“Il perfezionamento della variante urbanistica per impianti fotovoltaici nel centro storico della cittadina del Mugello - dicono gli ingegneri - è una notizia positiva sia per i suoi effetti diretti, visto che amplia le possibilità di installazione di impianti a fonti rinnovabili, sia perché manda un segnale di apertura e incentivo alla loro realizzazione. Inoltre, il fatto che la realizzazione all’interno del centro storico sia stata possibile grazie ad un confronto con Soprintendenza e Regione rappresenta un esempio di come gli enti locali possano procedere per superare certi vincoli anche in zone delicate”.

Rimane ancora - ricordano Corsi e Moricci - il vincolo dell’integrazione architettonica e del colore rosso dei pannelli, oltre ad altre limitazioni già presenti per le aree esterne ai centri storici. Determinate limitazioni sono molto penalizzanti per l’installazione di nuovi impianti e se il vincolo sul colore si traduce in un incremento di costo e riduzione della produzione di energia, quello dell’integrazione è ancora più critico perché rischia di rendere impossibile l’intervento per complicazioni burocratiche, strutturali, funzionali, economiche”.

“Sarebbe opportuno valutare dove i vincoli sono veramente necessari - concludono gli ingegneri - in particolare quello di integrazione architettonica. Si dovrebbero individuare zone in cui limitare al massimo i vincoli realizzativi e altre, di maggior tutela, dove non consentire proprio la realizzazione, piuttosto che una situazione di compromesso. Sarebbe auspicabile monitorare l’efficacia della misura, verificando, in un arco temporale di 6-12 mesi, quanti impianti vengono realizzati in zone dove prima non erano consentiti”.

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