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Galluzzo: storia, tradizioni e il gioioso spettacolo della Palla Pillotta

Rivive con una grande gara la tradizione del gioco della palla.

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Una fase di gioco della Palla Pillotta Una fase di gioco della Palla Pillotta © OkNews24
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Spesso se vuoi conoscere in profondità zone e territori lo devi fare immergendoti nelle tradizioni più popolari.
Così ho fatto io per conoscere meglio Galluzzo, borgo con quasi mille anni di storia oggi rione di Firenze che si sente ancora orgogliosamente borgo.
Galluzzo non è periferia ma è un isola dentro Firenze fiero anche delle sue tradizioni e della sua indipendenza che va ben oltre i 50 anni di comune indipendente fra Ottocento e Novecento.

Il borgo è sorto e si è sviluppato intorno alla maestosa Certosa edificata nel 1341 da Niccolò Acciauoli che fino a pochi anni fa dava il nome anche all'uscita dell'autostrada del sole che oggi, chissà perché, si chiama "Firenze Impruneta" anche se per i fiorentini rimane "Firenze Certosa".
Galluzzo è un ingresso a Firenze e fa bene ad essere fiero della sua storia e delle sue origini perché non capita a tutti di essere citati da Dante Alighieri nella sua commedia. Esattamente nel XVI canto del Paradiso (vv 52-55):

«Oh quanto fora meglio esser vicine
quelle genti ch’io dico, ed al Galluzzo
ed a Trespiano aver vostro confine»

Torniamo però all'oggi e al gioco della Palla Pillotta che dal Medioevo ci porta direttamente alla scorsa domenica 2 luglio quando nell'impianto sportivo è andata in scena una spettacolare gara fra i gialli del Galluzzo Vecchio e i blu di Corte Regia (i due rioni in cui è diviso il borgo).
Un pubblico caldo di entusiasmo e passione ha accolto il corteo storico di 150 componenti fra figuranti e bandierai e soprattutto i 27 calcianti per parte che hanno dato vita poi a un incontro appassionante terminato con un successo dei gialli dopo una partita per lunghi tratti equilibrata.

Palla Pillotta come fratello minore del Calcio Storico?
Direi di no anche se il gioco è più o meno lo stesso ma le differenze sostanziali sono due e non banali.
I calcianti si allenano tutti insieme e solo alla vigilia della gara con un sorteggio viene stabilito chi gioca in una squadra e chi nell'altra questo a sottolineare che l'agonismo è solo in campo e in campo deve finire.
Seconda differenza il divieto nelle regole del corpo a corpo pugilistico fatto questo che rende il gioco meno statico e più fluido e spettacolare con placcaggi, ma anche con azioni manovrate entusiasmanti da una parte all'altra del campo.

Chi segna fa “caccia” e chi tira ma sbaglia regala una "mezza caccia" all'avversario. La squadra vincente, in questa edizione 2023 i gialli impostisi per 7 cacce a 5 e mezzo si porta a casa un Palio dipinto.

“La Palla Pillotta – ha ricordato la presidente del Quartiere 3 e galluzzina doc Serena Periniha una forte identità e come istituzione è importante dare valore ad una tradizione come questa. Siamo orgogliosi di promuovere questo gioco.  Abbiamo iniziato un progetto molto importante nelle scuole per far conoscere questa tradizione tipica del nostro Quartiere. L’Antica Podesteria è un centro vitale tutto l’anno e la tradizione, recuperata da oltre 40 anni, si è affermata ed è amata da tutti i nostri cittadini. Gli abitanti del Galluzzo – ha concluso la presidente Serena Perini – hanno un grande senso di appartenenza e questo lo vediamo anche nel Gioco della Palla Pillotta”.

“Puntiamo a crescere – ha detto il presidente dell’Antica Podesteria del Galluzzo Simone Bruni e a far conoscere sempre di più questa bella tradizione"

Infine e non per ultimo Galluzzo che rappresenta il contado fiorentino rivendica il gioco della palla a ben donde.
A Firenze, come lo testimoniano le molte targhe ancora presenti sui palazzi "dentro le mura" era vietato il gioco della palla e il Calcio Storico era inibito ai popolani e riservato solo ai nobili.

La Palla Pillotta era più popolare, era il gioco di tutti. Era democrazia. Era quello dei ragazzini che giocano nella polvere sognando i grandi stadi facendo un paragone con l'oggi.
La Palla Pillotta è una bella tradizione che ci auguriamo di vedere andare anche nel mondo a rappresentare Firenze
 

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