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Con gli 'Occhi della Fede': la Festività dei Santi e dei Morti in Mugello. Storia e aneddoti

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Con gli 'Occhi della Fede': la Festività dei Santi e dei Morti in Mugello. Storia e aneddoti Con gli 'Occhi della Fede': la Festività dei Santi e dei Morti in Mugello. Storia e aneddoti © n.c.
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Io son novembre che porta la bruma, spacca la legna ed il giorno consuma ammazzo l'oca, spoglio le fronde, porto acqua ai fossi e la neve al monte. E piango i Morti finché San Martino riporta il sole e il fiasco del vino; ma Caterina di neve è già bianca e Sant'Andrea mette al fuoco la panca. Festività di Ognissanti il 1° novembre. La Chiesa festeggia così i suoi Santi che non sono solo quelli rammentati nel calendario - loro sono solo una piccolissima parte - ma tutti coloro che si sono salvati per i meriti di Gesù e che godono, ora, la visione beatifica. Questa festa venne a Roma dalla Chiesa Orientale e fu accolta quando Papa Bonifacio IV trasformò il Pantheon, dedicato agli dei pagani, in una Chiesa dedicata alla Santa Vergine e a tutti i Santi (13 maggio 609). Alcuino, il maestro di Carlo Magno, fu uno dei propagatori della festa. Siccome era inglese di York , e il primo novembre i Celti lo consideravano un giorno di solennità, perché segnava l'inizio della stagione invernale, si pensa che, per questo motivo, la festa sia stata spostata dal 13 maggio al 1 novembre. Il cambiamento avvenne nel 1475 sotto il Pontificato di Sisto IV: In tutte le Chiese grande festa e qui, in Mugello, mentre è caduto il culto di San Giovanni da Vespignano (1235 - 1331) personaggio nativo, appunto, di Vespignano, nel Comune di Vicchio - il Corpo si conserva però dietro l'Altare centrale di San Giovanni Maggiore in Panicaglia - e che si recò a Firenze dove, con Barduccio Barducci, fece molte opere di carità. A Luco quest'anno viene "riesumata" la salma di Santa Clarice, Vergine e Martire, che fu portata al monastero nel 1661, proveniente dalle catacombe di Santa Priscilla in Roma e le sue spoglie mortali furono poste in un'urna, sotto l'Altar Maggiore che era stato costruito una trentina d'anni prima, nel 1630. Ora, dopo secoli, con il permesso di S.E. il Cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze , di fronte a testimoni, sono stati rotti i sigilli, e aperta l'urna e si è constatato che "la stessa urna e le reliquie da essa contenute versavano in stato d'abbandono e necessitavano di una decorosa e profonda ripulitura e di una più degna attenzione; per cui si è così provveduto a risistemare quanto è stato necessario per ridonare dignità a questo patrimonio artistico , culturale e spirituale del popolo e della chiesa di Luco". Dunque nei prossimi giorni i fedeli luchesi potranno venerare dentro l'urna le spoglie mortali di Santa Clarice , infatti da sabato 28 a martedi' 31 ottobre sarà posta l'urna reliquiaria, al centro della chiesa, per la pubblica venerazione da parte dei fedeli. Martedì 31 ottobre alle ore 18 S.Messa con validità di precetto festivo, veglia di preghiera, alla fine della quale le spoglie di Santa Clarice verranno riposto con l'urna sotto l'Altar Maggiore. E il mercoledì di Ognissanti alle ore 10, invece che alle ore 11, S. Messa del di S.E. Rev.ma il Cardinale Ernest Simoni che, dopo, terrà una testimonianza dei trent'anni di carcere duro nelle prigioni albanesi, sotto il Regime marxista di Enver Hoxha. Il giorno dei defunti (due novembre), un tempo festivo, per dare anche ai giovani studenti la possibilità di ricordare, nei cimiteri, i loro cari scomparsi. Il fiore dei morti è il crisantemo che proviene dalla Cina ed è diventato dei morti solo perché fiorisce in questo periodo. Una commuovente leggenda ci narra il perché di questo "fiore dei defunti". Una bambina che viveva in campagna, insieme alla propria mamma, aveva, intorno alla sua casa,  tanti fiori . Poi, con l'arrivo della brutta stagione i fiori si seccarono e la mamma si ammalò gravemente. La bambina aveva conservato in casa soltanto una piantina con pochi petali che offrì alla Madonna chiedendo la grazia di far vivere la mamma. Una voce rispose che la mamma, grazie al delicato pensiero della bimba, sarebbe campata ancora tanti anni quanti i petali del fiore...ma erano pochi quei petali, assai pochi e allora la bambina taglio' in tante striscioline ciascun petalo e nacque così il crisantemo...e la mamma guarì e campo' ancora per tanti, tanti anni... Mia nonna mi dice che, ai suoi tempi, i cimiteri diventavano, addirittura dei giardini...e mi recita una poesia di cui ricordo solo alcuni versi : "Poveri morti, soli / nei muti camposanti / vi diamo lumi e fiori / insieme ai nostri pianti..." In questo giorno mesto il sacerdote si reca al cimitero, dopo la celebrazione della Messa, per impartire la benedizione alle tombe. La Chiesa prescrive la celebrazione di Messe e la preghiera in memoria dei defunti. Anch'io vorrei ricordare, con la preghiera, tutti i defunti dei nostri lettori. Lo faccio pubblicando questo bellissimi versi di Charles Peguy. La morte non è niente, io sono andato nella stanza accanto io sono io - voi site voi. Ciò che ero per voi lo sono sempre. Datemi il nome che mi avete sempre dato. Parlatemi come mi avete sempre parlato. Non usate mai un tono diverso. Non abbiate un'aria solenne o triste. Continuate a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme. Sorridete, pensate a me, pregate per me. Che il mio nome sia pronunziato in casa come lo è sempre stato senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra di tristezza. La vita ha il significato di sempre. Il filo non è spezzato. Perché dovrei essere fuori dai vostri pensieri? Semplicemente perché sono fuori dalla vostra vita? Io non sono lontano, sono solo dall'altro lato del cammino. Mi raccontavano che, nell'Alto Mugello, a Firenzuola, c'era l'usanza di recitare, la vigilia della sera dei morti, il Santo Rosario e, diceva la pia tradizione, che, dopo, quei morti sarebbero venuti, nella notte, e avrebbero preso tutte quelle preghiere che, in quella veglia, fossero state recitate per loro.

 

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