
Dopo la fatica dell’autobiografico Finché dura il tempo, scritto insieme con Alessandro Borsotti, Ivo Guasti torna alla poesia con una nuova raccolta edita da Bandecchi & Vivaldi, facente parte della collana Le mimose curata da Giuseppe Cordoni, che ha scritto anche la prefazione. Il titolo è Scrivere il tempo. Cercare di fare il riassunto di un libro di poesia sarebbe come cercare di riassumere un calendario. Non si può. Il recensore può solo aggiungere che con i versi di Scrivere il tempo Ivo si mantiene coerente con la produzione passata – niente punteggiatura, niente maiuscole – cercando ancor più l’essenzialità, e senza aver paura di ricorrere a parole non di rado pericolose: parole come notte, mare, ricordo, che fanno correre un rischio al 99% di cadere nella banalità da debuttante. Ma Ivo centra sempre quel rimanente 1%. Il tempo compare anche stavolta nel titolo e, libero da connotazioni meramente cronologiche, continua a essere protagonista dell’attività letteraria di Ivo, che pare giocare con le parole come un funambolo, assemblando, ridistribuendo, giustapponendo – i gerundi potrebbero continuare – termini che ogni volta riescono così ad assumere aspetti inaspettati, se mi è consentito il bisticcio, e non di rado destinati a lasciare il segno nell’animo di chi legge. Immagini di sculture di Adriano Bimbi si inseriscono nelle pagine del libro, come splendido contraltare, a rinnovare una amicizia sincera e di lunga data. Per i tanti ammiratori di Ivo, una ulteriore conferma di una vena poetica non comune, feconda e inesauribile. Tanto che, terminata la lettura, che sia stata da cima a fondo o pescando qua e là fra le pagine (un libro come questo lo consente), si resta col desiderio che presto arrivi una nuova raccolta di versi di Ivo Guasti.
Paolo Marini