
" Pensare europei ": non un semplice slogan, ma il nome di un progetto a cui, insieme ad un gruppo di giovani mugellani, ho avuto personalmente la fortuna di partecipare nei giorni precedenti. È avvenuto proprio ieri il ritorno da Bruxelles, dove i segretari locali del PD (Gabriele Timpanelli e Pietro Modi), il segretario dei GD Federica Crescioli, e, ovviamente, alcuni giovani iscritti (la sottoscritta, Francesca Cianferoni, Francesca Naimoli, Matteo Lelli, Matteo Guidotti e Francesco Tagliaferri) sono stati ospiti dell'europarlamentare Nicola Danti (PD). Assieme ad una quarantina di giovani provenienti da varie parti della Toscana, abbiamo visitato per tre giorni le istituzioni comunitarie ed assistito ad incontri e conferenze che ci hanno decisamente colpito nel profondo. Tra questi, mi preme ricordare l'incontro con Luca De Carli, membro della Commissione Europea, Vice-capo Unità, Strategia commerciale DG commercio, che ci ha parlato dei progetti passati, presenti e futuri dell'Unione in ambito di commercio internazionale: come, per esempio, il TTIP (il cui destino, al momento, è incerto) e l'attuale CETA, un nuovo accordo commerciale tra l'UE e il Canada che semplificherà l'esportazione di beni e servizi. Dopodiché, particolarmente delucidanti sono stati gli incontri con l'europarlamentare tedesco Andreas Schwab, che ha tentato di allargare i nostri orizzonti fornendoci la visione di un altro Paese, la Germania, in merito agli odierni problemi che affliggono l'UE, e con l'europarlamentare inglese Charles Tannock: egli, conservatore, appartiene all'ala (minoritaria) degli europeisti convinti presenti nel suo partito e, come tale, si è dichiarato pieno di delusione verso la decisione presa dal suo Paese con il referendum che si è svolto lo scorso 23 giugno 2016. Emozionanti sono sono state le parole di Charles, il quale, emozionato ed evidentemente amareggiato, arriva a porre al di sopra di tutto la sua preoccupazione per il futuro dell'Europa, dichiarando: "spero che la Gran Bretagna, ora che si appresta ad ufficializzare la procedura per l'uscita dall'Unione, possa non mantenere tutti i vantaggi che le competevano in quanto membro della stessa: altrimenti, ciò comporterebbe l'inevitabile fine dell'UE." Penso di parlare a nome tutti i ragazzi che hanno partecipato a questo lodevole progetto se dico che, durante questa illuminante esperienza, svoltasi, tra le altre cose, in concomitanza con il 60° anniversario dalla firma dei trattati di Roma, è stato possibile vedere concretamente in applicazione il concetto di "comunità": assistere al lavoro congiunto di molte persone provenienti da diversi Paesi che cooperano alla ricerca di una soluzione comune ci ha aiutato a capire che l'Unione è un prezioso risultato, conseguito con fatica nel corso degli anni e, senza la quale, come ha ricordato l'onorevole Luca De Carli, nemmeno il più influente dei Paesi Europei sarebbe capace di essere realmente competitivo con le altre realtà mondiali. I tre giorni passati sono stati carichi di densità e di emozioni e, personalmente, in questo periodo particolarmente critico per l'UE (il cui futuro, probabilmente, dipenderà indirettamente dalle elezioni presidenziali che si terranno il prossimo mese in Francia), hanno contribuito ad accendere dentro di me la volontà di preservare e proteggere la Comunità Europea e di attivarmi sempre di più per trasmettere questo desiderio anche ai miei coetanei.