
La scomparsa di Alvaro Baglioni, colpito dal Covid 19 e scomparso sabato scorso, uno degli imprenditori più illuminati che abbia avuto il Mugello fra la metà del ‘900 fino a pochi anni orsono, ha destato stupore e dolore in tutti coloro che lo hanno conosciuto sia per la sua attività lavorativa sia per il suo fattivo apporto in tanti settori filantropici, dove è stato ed era impegnato.
Nella sua vita di imprenditore ha fondato una delle aziende (“La Fortezza”) più attive nel settore meccanico-scaffalature in quel di Pianvallico. Azienda nella quale per chi aveva volontà, voglia e coraggio – e naturalmente “ingegno “ - la porta era aperta, grazie anche ad amministratori illuminati (siamo negli anni ’60 del ‘900) che senza bende ideologiche mettevano a completa disposizione di quegli imprenditori, vedi Baglioni ed altri, tutte le agevolazioni per innalzare industrie, fabbriche, laboratori e officine, dando lavoro a non pochi mugellani. E l’azienda fondata da Baglioni, ceduta ultimamente ad una industria straniera, ne è il classico esempio, senza tema di smentita.
Abbiamo conosciuto il caro Alvaro Baglioni, segnatamente in questi ultimi anni, essendo socio e dirigente di alcune associazioni filantropiche e culturali, (ultimante era socio della Delegazione del Mugello dell’Accademia della Cucina Italiana), che lo ha visto sempre presente, attivo, premuroso, interessato. E’ stato presidente del Rotary Club Mugello nell’annata 1997/1998 e per ragioni giornalistiche non mancava mai, con la sua consueta gentilezza, di invitarci. Durante il suo mandato organizzò tante significative iniziative solidali, letterarie, filantropiche e artistiche di grande spessore. Come non ricordare, fra le tante, che sotto la presidenza di Baglioni furono restaurate due grandi opere d’arte: “La Madonna col Bambino” di Neri di Bicci all’interno della Pieve di Santa Reparata a Pimonte e una tavola di scuola fiorentina di fine ‘500 raffigurante “La Vergine e l’Angelo” all’interno della Pieve di Santa Maria a Fagna. Purtroppo la sua vita fu colpita da una grande sciagura per la morte, in un incidente in Africa, di un suo giovane figlio, ma la forza e la volontà, con accanto i suoi cari e i suoi amici, fece si che il dolore di così grande perdita, venisse sopportato con dignità: da grande Uomo qual’era. Si perché Alvaro era un Uomo bravo, buono, sincero. E così lo vogliamo ricordare.