L'uomo era rimasto intrappolato il 2 settembre in fondo a una grotta nel sud della Turchia, a una profondità di 1.120 metri. Il suo incidente ha innescato una delle più grandi e complicate operazioni di salvataggio sotterraneo mai organizzate. 46 tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico italiano erano presenti in Turchia per il recupero dello speleologo statunitense bloccato in una grotta a 1000 metri di profondità. Un contributo anche dalla Toscana con 4 tecnici, CNSAS. Le operazioni di recupero sono inziate nella giornata di sabato 9 settembre, quando le condizioni sanitarie dello speleologo hanno consentito il suo posizionamento sulla barella e la sua movimentazione. La strategia di recupero ha previsto diverse soste nei campi interni allestiti a diverse profondità per consentire la valutazione clinica dell’infortunato e la somministrazione delle terapie. La prima sosta è stata effettuata a circa 700 metri di profondità, la seconda a circa -500 e un’altra ancora a circa-250.
Le squadre di soccorso italiane hanno recuperato la barella da -680 fino a circa -480 e da -300 a -150 metri dall’uscita, dove è stata poi presa in consegna dalle ultime squadre che l’hanno portata all’esterno, fino alla tenda sanitaria installata al campo base.
Le operazioni di soccorso hanno impegnato complessivamente oltre 100 soccorritori, provenienti da circa 10 Paesi e per il recupero da -1000 sono state necessarie 60 ore. Un'operazione molto compless che si è conclusa con il salvataggio dello spleologo statunitense.
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