30 MAR 2025
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Valdarno, Valdisieve e le fusioni. Nuovo passo avanti grazie al Pd di Pelago

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Pelago – Nella riunione di ieri lunedì 15 febbraio viene approvata dal Partito Democratico di Pelago la proposta di un “Super Comune Unico”. L’approvazione di questo documento è l’ulteriore intervento nella pubblica discussione sull’esperienza dell’Unione dei Comuni Valdarno Valdisieve e sulle ipotesi di fusione fra Comuni. Sono state presentate varie posizioni su questi temi; per ultima la dichiarazione congiunta del Sindaco, del Capogruppo PD e del Segretario PD del Comune di Pontassieve, cui ha fatto seguito la risposta congiunta dei Comitati comunali del PD di Rufina e Pelago, e il documento delle Unioni comunali PD di Londa e San Godenzo, ed infine la discussione sviluppata nella conferenza programmatica convocata sabato 23 gennaio a Pontassieve. Dopo che per lungo tempo non era stata trovata occasione di realizzare un momento di confronto a livello politico “sovra-comunale” su questi temi, è stata convocata il 7 gennaio una prima riunione dei Segretari comunali e dei Sindaci del PD che ha finalmente consentito un momento di confronto per cercare sintetizzare le varie posizioni espresse da ogni territorio. La risposta del PD di Pelago è stata la costituzione di uno specifico “gruppo di lavoro”, incaricato di verificare le problematiche legate al tema delle fusioni. Il Gruppo ha sviluppato una riflessione che ha definito una linea di azione, sottoposta alla discussione e successiva approvazione da parte dell’Assemblea comunale che si è tenuta ieri lunedì 15 febbraio. Il documento approvato è stato redatto in 4 punti fondamentali. Il primo è la ricostituzione della “Zona PD Valdarno e Valdisieve” come spazio di discussione pubblica e coordinamento politico. Citando il documento stesso - E’ infatti impensabile che una discussione quale quella che ci attende possa essere sviluppata senza una sede comune di confronto, ben strutturata e politicamente rappresentativa, dove tutte le tematiche che emergono a livello intercomunale possano essere esaminate e definite in una logica di integrazione e condivisione. Il secondo parte da una valutazione positiva dell’esperienza dell’UCVV, anche se limitata e imperfetta; ma continua con un avvertimento abbastanza minaccioso indirizzato a tutti gli altri comuni - fino a quando una prospettiva di fusione non sia concretamente definita e avviata, il funzionamento dell’Unione dei Comuni deve costituire impegno di tutti e non sono accettabili ipotesi di uscita unilaterale che rappresenterebbero solo una fuga verso non si sa che cosa, se non la riproposizione di logiche municipalistiche che ritenevamo superate da tempo. Il terzo punto è quello più propositivo. Come soluzione della situazione viene proposta l’aggregazione dei Comuni di Pelago, Rufina e Pontassieve in un “Unico Super Comune”. Questa scelta viene sostenuta dalla “tradizione storica”, così richiamata dal documento, di collaborazione e condivisione delle scelte in questi territori. Pelago sembra aver fatto la propria proposta, senza prendere in considerazione altre possibili proposte al riguardo - Altre soluzioni riduttive rispetto a quella da noi prospettata, oppure eventuali ipotesi di coinvolgere nella fusione Comuni che non fanno storicamente parte del livello intercomunale Valdarno e Valdisieve, non trovano la nostra condivisione. Le argomentazioni aggiuntive in sostegno della propria proposta sono un sistema di mobilità unico e integrato, una tradizione storica di unità secolare, e l’interesse comune alla riconversione di alcune aree industriali in disuso, come l’area ex Italcementi. L’argomentazione storica è sicuramente interessante - 200 anni fa i territori di Pontassieve, Pelago e Rufina erano raccolti in un unico Comune; fu la dominazione napoleonica a scindere i territori della riva sinistra della Sieve dall’unico Comune di Pontassieve ed a costituire il Comune di Pelago; 100 anni dopo, nel 1915, a seguito di conflitti localistici, Rufina si staccava da Pelago e si costituiva in Comune autonomo.- Ma si potrebbe obbiettare che sono passati ben due secoli, e i tempi sono un bel po’ cambiati. Il quarto ed ultimo punto consiste in una raccomandazione affinché vengano garantiti e sviluppati i servizi ai cittadini, e non vengano ridotti gli spazi di rappresentazione e democrazia, in un adeguato e coerente progetto amministrativo. Resta da capire come vengano definiti i rapporti con i “fratelli minori”, i comuni di Londa e San Godenzo, e con i “cugini” di Rignano e Reggello.

 

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