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“Shakespearology”con un grande Woody Neri

Successo per Sotterraneo al Giotto di Vicchio

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Shakespearology Shakespearology © Francesco Niccolai
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Successo per il Terzo appuntamento con la stagione del teatro Giotto di Vicchio che ha proposto SHAKESPEAROLOGY, concept e regia dei Sotterraneo (compagnia Premio Ubu 2018), in scena un grande Woody Neri: che ha accompagnato lo spettatore in un esilarante viaggio alla scoperta del più celebre fantasma di un artista del passato.

Cinquantadue minuti di spettacolo, un minuto per ogni anno di vita del più famoso e rappresentato commediografo al mondo, in un’improbabile intervista che ne ripercorre la vita da ragazzino al giorno della morte. L’inizio è spiazzante, soprattutto nei primi due brani cantati, poi lo spettatore entra nell’ottica di una performance molto bella che mischia la vita dell’autore con Bob Dylan, con “The Rocky Horror Show” con un playback dal film “Romeo e Giulietta” con Leonardo di Caprio.

William risponde alle domande delle due voci fuori campo e cerca d'informarsi su come si sia evoluto il meccanismo teatrale, racconta di quelli che dubitano della paternità dei suoi scritti e suona e canta in modo eccezionale “Cosa sono le nuvole”,di Domenico Modugno colonna sonora del film “Capriccio all’italiana” del 1967, diretto da Pier Paolo Pasolini.

Parla della morte, quella del figlio e di tutte quelle scritte per le sue commedie e Woody Neri diventa Ofelia, Romeo, Giulietta, Machbet fino a raccontare la storia della sua di morte, quando ormai alla fine decise di seguire gli amici in una notte di bagordi.

Termina così lo spettacolo, tra gli applausi scroscianti di un pubblico che si lasciato rapire da una pièce forse un po’ fuori dagli schemi classici, realizzata solo con uno sgabello, una chitarra, un quadrato di luce, e mentre gli amici lo chiamano a gran voce per passare la notte in qualche locanda, William dopo 52 minuti di emozione esce di scena. Morire dormire forse sognare.

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