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Apertura caccia. I controlli dei Carabinieri Forestali

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Apertura caccia. I controlli dei Carabinieri Forestali Apertura caccia. I controlli dei Carabinieri Forestali © n.c.
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In occasione di preapertura e apertura della stagione venatoria, elevate sanzioni amministrative. Tra il 2 e il 17 settembre 2017, sono stati effettuati servizi mirati da parte dei militari delle Stazioni Carabinieri Forestali della provincia di Firenze, in concomitanza con l’inizio dell’attività venatoria: il controllo è stato effettuato per la caccia da appostamento temporaneo e fisso, che per la caccia vagante. Particolare attenzione è stata data anche alla verifica delle prede nei carnieri (lepri, fagiani, colombi, cornacchie ecc.). Ecco la loro nota:

Le sanzioni e i controlli mirati sono entrati in funzione anche a fronte di numerosi segnalazioni della cittadinanza, che lamentava la pratica dell'esercizio venatorio in prossimità delle abitazioni o la presenza di cacciatori intenti a sparare vicini alle strade di pubblico transito: è scattato dunque l’intervento dei carabinieri Forestali e le debite sanzioni. Nel complesso sono stati controllati oltre 200 cacciatori ed elevate sanzioni amministrative per circa 2.000 euro, sanzioni relative principalmente ad irregolarità documentali. In generale non sono state riscontrate difformità di rilievo, forse nella consapevolezza da parte della categoria che sarebbe stato verosimile essere controllati nelle giornate di apertura. I controlli delle pattuglie presenti in provincia si sono estesi anche all'esercizio della pesca, per il quale sono state riscontrate due irregolarità. Non sono mancati i controlli nell’ambito della circolazione fuoristrada: tre motociclisti con moto da enduro sono stati sanzionati perché in possesso di mezzi le cui caratteristiche tecniche non erano conformi alla normativa. I Carabinieri Forestali registrano negli ultimi anni una significativa diminuzione del numero dei cacciatori, a fronte di un incremento di quello dei pescatori. Non vi è stato avvicendamento di nuovi praticanti con i cacciatori non più attivi, forse perché le nuove generazioni subiscono la fascinazione del porto d’armi dirottandolo su attività più spiccatamente sportive e rifuggono dall’abbattere la fauna selvatica per una sedicente coscienza ambientalista.
 

 

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