
Il convegno “Con il treno si può…” tenutosi a Pontassieve sabato 14 novembre alle ore 9,30, nella sala “Don Maestrini della Bcc di Pontassieve, è stato organizzato dagli enti: Associazione “Vivere in Valdisieve, AMT (Associazione per gli studi sulla mobilità in Toscana), “Legambiente”, e dall’Unità di ricerca “Sostenibilità urbano progetti e ricerche” del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. I contributi presentati sono stati: del Prof. Francesco Alberti coordinatore del progetto “Sostenibilità urbana progetto e ricerca” del dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze) che ha anche moderato la discussione, Fausto Ferruzza (Legambiente Toscana), Roberto Livi (Associazione Vivere in Valdisieve), Maria Rita Gisotti (paesaggista dell’Università di Firenze), il Sindaco di Marradi Tommaso Triberti, Giovanni Mantovani (Pres. AIIT e Dir. C.S. AMT) e l’Ingegner dell’informazione Alessandro Fantechi (Pres. AMT). I temi affrontati sono stati molteplici, ma tutti volti a rendere una rappresentazione completa della drammatica situazione riguardo la mobilità nella Val di Sieve e nel Mugello, come naturali vie nevralgiche della Città Metropolitana. Roberto Livi, con l’associazione “Vivere nel Valdisieve”, ha presentato i numeri del trasporto nella zona che va da Pontassieve al Mugello, per 7500 persone interessate, con un 61% di motorizzazione, il 50% di pendolarismo e soltanto il 15,5% di utenti Trenitalia. Come spiega il Prof. Alberti la CM di Firenze ha l’assoluta necessità di una rete ferroviaria adeguata, essendo la città più motorizzata di Italia, insistendo su tutti gli indiscussi elementi di sostenibilità ecologica e di convenienza architettonica ed economica che si avrebbero dalla razionalizzazione e dal potenziamento del trasporto su ferro. Il professore cita infatti il Paradosso di Downs-Thomson, per il quale gli interventi sul trasporto ferroviario hanno una ottima incidenza anche su quello automobilistico, mentre non vale assolutamente il contrario. Se da una parte la Regione Toscana risulta tra le più virtuose nell’impegno per la mobilità, dall’altra spende solo lo 0,5% del proprio bilancio in questo settore, contro il 5% di altri paesi UE, dato al quale Ferruzza si propone di arrivare nel 2020. Anche perché, spiega la paesaggista Gisotti, i nostri sono territori complessi, dal punto di vista orografico ed idrogeologico, essendo prevalentemente collinari. Anche da quest’ottica, l’impatto minore sarebbe quello di ottimizzare il trasporto su ferro, che necessità di infrastrutture meno gravose sul suolo, di conseguenza sulle falde acquifere. Per questo viene ribadita la mancanza di un piano strategico di mobilità, che tenga conto di tutti i sistemi viabili e loro interconnessioni, come ha sottolineato Mantovani, puntando su tecnologie avanzate, elettrificazione e flessibilità dei mezzi. Lo stesso Ingegner Mantovani ha presentato diverse soluzioni di mezzi rotabili applicabili al caso; ad esempio il tram-treno che possiede accelerazione, leggerezza e sistemi di entry-exit del tutto adeguati. Il Sindaco Triberti, tra i relatori, ha evidenziato l’importanza di agire uniti da parte delle istituzioni comunali, riportando la propria testimonianza riguardo la linea ferroviaria Faentina, nella quale sono stati fatti piccoli passi avanti, ma che necessiterebbe di un ulteriore progetto di mobilità teso ad incrementare i rapporti interregionali con l’Emilia-Romagna e i flussi turistici. Un altro tema politico sollevato è stato quello del mancato contributo di 31 milioni di euro da parte della Regione per il patto sulla Tav del ’99, citato da più interlocutori. Ma ancora più grave è stato l’accordo del 2011, da parte delle istituzioni fiorentine, che ha dirottato queste risorse in altri settori, come ha spiegato sempre Alberti. Tra gli ultimi relatori l’ingegner Fantechi, che ha presentato la situazione ferroviaria del territorio più nel dettaglio, evidenziando anche le dinamiche commerciali e di sostenibilità economica di Trenitalia, che influiscono nel definire la situazione “con scure tonalità di grigio”. Verso la fine della discussione ci sono stati i saluti e le testimonianze dei sindaci presenti: Manni di San Godenzo e Ignesti di Scarperia, hanno riportato il loro impegno giornaliero in proposito; il sindaco di Pontassieve Marini ha sottolineato la centralità del concetto di “Intermodalità” per un progetto di trasporto metropolitano; mentre Passiatore di Dicomano ha riportato il proprio impegno per un progetto che riguarda la sinergia tra mezzo ciclabile e su ferro. In conclusione l’intervento di Massimiliano Pescini, delegato alla mobilità della Città metropolitana, che ha confermato il proprio appoggio e sostegno su questi temi. Ciò che è mancato alla discussione, da una parte è stato qualche dato sulla sostenibilità economica, sui costi e le possibilità d’intervento. Dall’altra qualche indicazione su progetti precisi soprattutto riguardo la linea ferroviaria, come quelli, riguardanti il trasporto su gomma, del doppio ponte di Vallina e della variante sulla statale ’67 a Rufina, che dovrebbero essere da poco in cantiere