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Eolico industriale: la Regione Toscana salva Orbetello, ma non salva il Mugello

Una nota piuttosto dettagliata inviata dal Comitato Tutela Crinale Mugellano riguardo al parere negativo su Orbetello della Giunta Toscana

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crinale mugellano crinale mugellano © CL
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Ci rende felici e ci rassicura venire a conoscenza, attraverso un articolo pubblicato da Toscana Chianti Ambiente il 14 maggio 2024 a firma di Gabriella Congedo, che la Giunta Regionale Toscana ha emesso parere negativo rispetto al progetto del parco eolico di Orbetello, anche se ci disturba un po’ continuare a sentir chiamare “parchi” quelle che dopo interventi di tale portata diventano zone industriali a tutti gli effetti. 

Il progetto, proposto dalla società Apollo Wind Srl di Bolzano, prevede l’installazione di 9 torri eoliche di 170 metri di diametro del rotore, alte complessivamente 200 metri, in un’area di circa 7 km2. L’impianto, localizzato in un’area tra la statale Aurelia e l’abitato della frazione di San Donato, nel comune di Orbetello, impatterebbe anche sui comuni di Capalbio, Magliano in Toscana, Manciano, Grosseto e Monte Argentario, che pertanto sono stati coinvolti nell’istruttoria regionale.

In un rigurgito di buonsenso, la Giunta Regionale ha deciso di tener conto delle numerose osservazioni presentate da enti pubblici, imprenditori, associazioni, privati, ambientalisti, come anche della contrarietà dei Comuni implicati, ammettendo il deturpamento del paesaggio fra il litorale e le colline della Maremma come conseguenza alla realizzazione del progetto. Citando la nota della Regione Toscana: “L’istruttoria ha acquisito i pareri sfavorevoli delle amministrazioni comunali e ha consentito di mettere in evidenza le numerose criticità del progetto, sia in relazione alle compatibilità previste dal Pit, il Piano di indirizzo territoriale con valenza di Piano paesaggistico, per il numero degli aerogeneratori (9) e l’alta visibilità dell’impianto, sia per la possibile incidenza negativa sull’assetto idrogeologico dell’area, in particolare per le interferenze con la cassa di espansione di Campo regio, in corso di realizzazione da parte della Regione, sia per gli effetti sulla biodiversità”. 

Vero è che l’ultima parola spetterà al Ministero dell’Ambiente, ma quanto dichiarato dal presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessora all’Ambiente Monia Monni sembra denotare una precisa posizione: “gli interventi devono essere realizzati nel rispetto dei contesti in cui si collocano e bilanciando con cura e attenzione il complesso degli interessi ambientali e socio-economici coinvolti”. Evviva! Una posizione di opposizione all’eolico selvaggio, fatto a tutti i costi, da Società del tutto estranee ai territori, senza se e senza ma, con modalità disinvolte, addirittura in assenza di valutazioni tecniche un tempo imprescindibili… Davvero? Magari fosse così.

I contesti, ahimè, questi contesti. A quanto pare, ci sono rispettabili contesti di serie A e trascurabili contesti di serie B. In un’altra zona della Toscana sono già in scena le prime battute della stessa commedia: anche qui in Mugello una ditta estranea ai luoghi, Società AGSM di Verona, presenta un progetto quasi identico per l’installazione di otto (poi ridotti a “solo” sette) aereogeneratori molto simili a quelli destinati a Orbetello (quasi 200 metri di altezza) sui crinali del Monte Giogo di Villore – Corella, versante toscano dell’Appennino Tosco-Romagnolo. L’area destinata a sito industriale ricade nei Comuni montani di Vicchio (sei torri eoliche), Dicomano (una), San Godenzo (accessi e piste di servizio). Ma i Comuni coinvolti sono molti di più: Barberino di Mugello, Scarperia-San Piero, Borgo San Lorenzo, Rufina… perché interessati sia alla posa dei cavidotti sia ai pesanti interventi (allargamenti, riprofilazione di scarpate, demolizioni…) sulla pubblica viabilità, necessari a far transitare i carichi eccezionali dal casello autostradale fino a Corella (nessuno ne parla, meglio lasciar credere alla gente che portano in cima ai monti tanti piccoli pezzi legati a dei palloncini e poi li assemblano sul posto con la colla a presa rapida).

Anche qui in Mugello il progetto ha sollevato numerose obiezioni da parte di enti pubblici come la Soprintendenza delle Belle Arti, associazioni come Italia Nostra e CAI, cittadini, imprenditori, a vario titolo coinvolti, se non direttamente danneggiati. Ci rallegra che nel caso di Orbetello la Giunta Regionale si sia dichiarata sensibile ai possibili effetti di un impianto eolico industriale sulla biodiversità, tuttavia un pochino ci rammarica che il crinale mugellano non sia stato ritenuto meritevole di tanta delicatezza. Eppure, studiosi e naturalisti non hanno mancato di sottolineare la contiguità del sito prescelto al Parco delle Foreste Casentinesi (questo sì, un vero “parco”), lo stato di conservazione funzionale come “corridoio ecologico” delle foreste che lo ricoprono e la documentata presenza e gli insediamenti di specie faunistiche e botaniche protette, il cui habitat sarà inevitabilmente distrutto (e non più rinnovabile). 

Tutta questa (anche autorevole) contrarietà non è servita a niente. E pensare che bastava un po’ di contatto con la realtà. Purtroppo, a differenza di quanto accaduto per Orbetello, è drammaticamente mancata la contrarietà dei Comuni, con l’eccezione di San Godenzo, il cui Sindaco ancora porta avanti la sua battaglia. Anzi, nei Comuni massimamente implicati, Vicchio e Dicomano, i Sindaci si sono dimostrati entusiasti di questa “opportunità” e molto collaborativi con la ditta proponente. Il progetto eolico Monte Giogo di Villore è stato approvato praticamente a tavolino: a dare il colpo di grazia ci ha pensato il Consiglio dei Ministri, che nel febbraio 2022 ha dato il via libera a ignorare tutte le valutazioni che una volta erano considerate vincolanti.

Constatiamo con sollievo l’apprensione della Giunta Regionale per l’assetto idrogeologico dell’area interessata al progetto maremmano. Sembra incredibile, ma anche qui in Mugello, zona ad alto rischio sismico e idrogeologico, sbancare e cementificare interi crinali potrebbe non essere molto salutare per la tenuta del territorio. L’abbattimento di foreste mature e la messa a nudo del suolo sta facendo venir meno la protezione rispetto a eventi estremi. E, detto per inciso, nell’area interessata ai lavori sgorgano alcune sorgenti che vanno ad alimentare pubblici acquedotti: una volta colmati e compattati gli impluvi con le terre di risulta, che ne sarà di quelle sorgenti? (Alta Velocità docet… altro sacrificio del Mugello alla “pubblica utilità”…)

Siamo felici della considerazione destinata al litorale e alle colline della Maremma, e condividiamo la preoccupazione per il deturpamento del loro paesaggio causato dall’invasiva presenza di quelle torri eoliche, così visibili da lontano. Anche le torri eoliche del Giogo di Villore saranno visibili da lontano, da luoghi che sono nel cuore della gente, come il Monastero di Montesenario o la Scuola di Barbiana di Don Lorenzo Milani sul Monte Giovi. Sui crinali dove confluiscono i sentieri del turismo lento, dove ancora uomo e bosco convivono, dove si pratica un’agricoltura eroica che scolpisce il carattere, dove ancora si recano i cercatori di aria pulita, di colori saturi, di suoni sottili, i viandanti dell’Anima, le torri eoliche si ergeranno arroganti sfidando il Monte Falterona, il Trono degli Dei, proprio di fronte a loro. In fondo, i crinali sono zone marginali, si possono mettere a reddito senza offendere la sensibilità del turismo chic.

Riportiamo in conclusione la dichiarazione di Giani e Monni: “gli interventi devono essere realizzati nel rispetto dei contesti in cui si collocano e bilanciando con cura e attenzione il complesso degli interessi ambientali e socio-economici coinvolti”. Quella stessa Monia Monni che qualche tempo fa, riferendosi all’impianto eolico industriale di Monte Giogo di Villore, in un luminoso esempio di bipensiero orwelliano graziosamente invitava a “essere disposti a modificare un po’ il paesaggio, per proteggerlo”. Nel primo caso, rispetto dei contesti e accurato bilanciamento di interessi ambientali e socio-economici. Nel secondo caso, uno slogan senza senso, che condanna un’intera comunità alla supina accettazione dell’inevitabile. Noi non ci stiamo.

Comitato Tutela Crinale Mugellano - Crinali Liberi 
Vicchio, 17 maggio 2024

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