2 APR 2025
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Filippo Paladini: Rufina riscopre il proprio artista (1544 – 1615)

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Filippo Paladini: Rufina riscopre il proprio artista (1544 – 1615) Filippo Paladini: Rufina riscopre il proprio artista (1544 – 1615) © n.c.
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E’ stata un'altra sorpresa, anzi, come abbiamo scritto in sede di presentazione, un’altra grande e significativa sorpresa nel campo dell’arte e della cultura, quella che ci ha deliziato l’amico Paolo Marini, durante la conferenza che si è svolta domenica scorsa 20 maggio 2018 nell’imponente Villa di Poggio Reale a Rufina, per raccontarci la vita dell’artista Filippo Paladini, detto il “paladino”, nato in località Casi della Rufina nel 1544 ca, e morto a Palermo del 1615. Artista sconosciuto ai più, quindi una curiosità per tutti gli amanti della grande pittura e segnatamente per i rufinesi: sapere che la loro terra ha dato i natali a questo pittore - “quasi un altro Caravaggio” - come ha intitolato la locandina lo scrittore e storico mugellano. Nella sala delle conferenze, gremita da un numeroso pubblico, dell’atavica residenza gentilizia rufinese già della nobil famiglia Valsè-Pantellini e successivamente dalla famiglia Liccioli che ospitò nel 1829 il Granduca Leopoldo II° di Toscana, dove nei locali adiacenti era in atto una mostra collettiva di alcuni artisti facenti parte dell’Associazione “dalle terre di Giotto e dell’Angelico”, lo storico mugellano presentato dall’assessore alla cultura del Comune di Rufina Daniela Galanti, che ha portato il saluto del sindaco Mauro Pinzani, con accanto il presidente dell’associazione culturale della Casa di Giotto Giuliano Paladini e del giornalista e scrittore Fabrizio Borghini, ha iniziato a sciorinare la sua dotta e certosina ricerca su questo artista. Ecco quindi il luogo dove ha ebbe i natali nella prima metà del ‘500 (Casi piccola frazione di Rufina), la sua vita artistica in Firenze, le sue vicissitudini (fu addirittura condannato per un tentativo di violenza con un complice verso una persona), quindi quasi fuggito verso la Sicilia, terra che lo ospitò grazie ad alcuni mecenati, dando sfoggio alla sua bravura nel dipingere e raffigurare scene sacre, che si trovano in alcune Cattedrali, Basiliche, e grandi e piccole chiese di alcuni città e cittadine siciliane. La sua attività fu abbastanza copiosa, e il suo nome, è ben scolpito in quelle terre e grazie Paolo Marini (era presente anche una giovane studentessa siciliana che ha realizzato una tesi su Filippo Paladini), è tornato alla luce un grande pittore manierista ma con una sua specifica predisposizione figurativa in quel preciso periodo storico. Come sempre Marini è stato esauriente, preciso, e il numeroso pubblico presente non ha battuto ciglio in quell’ora e mezzo di relazione storica. Al termine tanti sentiti e scroscianti applausi. (Foto cronaca di A.Giovannini)

 

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