L'osservatorio privilegiato della Fondazione Antonino Caponnetto, in occasione del suo 25º vertice antimafia, concentra l’attenzione sulla storia criminale dell’Italia e di Firenze, offrendo spunti di riflessione sulla poco lusinghiera posizione di Firenze nella classifica della qualità della vita, in particolare per quanto riguarda la sicurezza.
"L'antimafia deve fare un salto quantico perché, per combattere la mafia, deve essere storicamente avanti e saper guardare al futuro. Deve diventare un'antimafia 4.0 e dettare la linea della lotta alla mafia alle istituzioni. Si devono rafforzare le capacità di analisi per affrontare le mafie moderne e quelle che verranno".
Con queste parole, Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, introduce l’iniziativa che si terrà a Firenze il prossimo 30 novembre, alle ore 15:00, presso il Convento di Santo Spirito.
Ma perché trattare Firenze? Perché la città, da questo punto di vista, non se la passa certo bene, dato che, numeri alla mano, nel corso del 2024 in città ci sono state 18 operazioni mirate in 11 mesi con 94 arresti e 41 milioni di sequestri solo nella città di Firenze, escludendo la sua provincia. Un numero altissimo che deve far riflettere.
Guardando agli altri accadimenti criminali, anche qui la situazione non è rosea.
L'osservatorio della Fondazione Caponnetto, che da agosto registra questo tipo di reati basandosi su fonti aperte e che quindi possono essere imprecise al ribasso, mostra dati imbarazzanti, con un numero elevato di reati ad agosto e un crescendo sia a settembre che a ottobre, mentre a novembre si registra una lieve flessione, confermando che un maggior controllo del territorio paga.
"A Firenze operano fra le 40 e le 50 gang, un numero impressionante. Si va da poco più di atti di bullismo alle pandillas sudamericane, fino a gruppi che, se non fermati in tempo, possono trasformarsi in narco-mafiosi. Serve un monitoraggio attento di questi gruppi perché, se non controllati – afferma Calleri – possono produrre una forma mafiosa autoctona.
Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto, sottolinea inoltre:
"Firenze oggi deve guardare a ciò che è successo nelle altre ex isole felici, come ad esempio la Svezia, che ha, come stiamo facendo noi, sottovalutato il fenomeno dei minorenni non accompagnati oppure accompagnati male."
Dalla mappatura condotta emerge una situazione particolarmente complessa in alcuni quartieri di Firenze:
- Quartieri 1, 2 e 5: i più colpiti dal fenomeno delle gang.
- Quartiere 4: la situazione è migliore rispetto ad altre aree.
- Quartiere 3: risulta abbastanza tranquillo.
Questi dati evidenziano come il fenomeno non sia uniforme e richieda un intervento mirato e specifico nei quartieri più vulnerabili.
"Per quanto riguarda i narcos e gli investimenti criminali nell'immobiliare e nel commerciale rischiamo – sottolinea Calleri – di essere a un punto di non ritorno: c'è troppo riciclaggio di denaro sporco, troppe attività vetrina".
Ma sono le gang che si spartiscono Firenze a preoccupare. Vediamo in cosa operano.
Si va dagli atti di bullismo, al vandalismo, passando per il disturbo della quiete pubblica, i reati contro il patrimonio, fino a salire di livello con lo spaccio di stupefacenti, i furti e le rapine. A preoccupare maggiormente sono le pandillas sudamericane che operano soprattutto ai margini del quartiere 1, e quindi nella zona di San Jacopino, via Maragliano e via Galliano, e del quartiere 5 con Novoli. Sono loro a gestire lo spaccio nella zona, il traffico verso le Cascine e le occupazioni delle case.
"Sono molto pericolose (dice niente il caso Kata?)" sottolinea Calleri. Oltre a loro, sono altre le gang all'opera nel quartiere, almeno sette: i narcotrafficanti, i gruppi misti e quelli stranieri, le gang cinesi, i pusher arabi, le bande senza struttura e i cosiddetti "insospettabili", ovvero figli di buona famiglia che si danno ad atti di bullismo in strada e a scuola, per lo più per noia.
Campo di Marte è terreno di spaccio ed è conteso fra gruppi albanesi e nordafricani. Si dedicano anche a rapine e aggressioni. Dopo le pandillas, sono i più pericolosi.
Curioso il caso delle gang di piazza Dalmazia, composta da ragazzi non di zona, ma che arrivano in tramvia o in monopattino per poi tornare a casa dopo aver rubato nei negozi o borseggiato i passanti.
Il quartiere 4 è uno di quelli relativamente più tranquilli e anche qui il territorio è spartito fra gruppi misti di nordafricani e albanesi.
L'altro quartiere più tranquillo è il 3, dove però esiste il problema di piazza Elia della Costa, dove un gruppetto di "insospettabili" che staziona nei giardini accanto alla chiesa si dedica a infastidire i passanti, a fare piccoli atti di vandalismo e a spaccare bottiglie.
Poi ci sono le gang cinesi nel quartiere 5 (fra piazza Puccini, via Baracca e Osmannoro), da cui arriva in questi giorni anche l'inquietante episodio dell'aggressione a un ragazzino, per rubargli il giubbotto, compiuta con un taser. Queste gang sono prive di una struttura e per questo più difficili da identificare, ma sono numerose. Sono coinvolte in risse, aggressioni, furti, rapine e atti di bullismo.
Riepilogando la spartizione di Firenze possiamo semplificare dicendo che le gang cinesi operano nel quartiere 5 da piazza Puccini all'Osmannoro, i borseggiatori sempre nel quartiere 5 ma in piazza Dalmazia, lo spaccio organizzato a Campo di Marte e fra Novoli e San Jacopino, il racket degli alloggi a Novoli e infine gang senza strutture precise sono all'opera a Gavinana, Isolotto, Santa Croce e Santo Spirito.