
Il Movimento Cinque Stelle chiede l'istituzione di una commissione parlamentare sul Forteto, per portare a Roma il caso. Nelle intenzioni del M5S – secondo quanto riportato nel sito ufficiale del movimento – ci sarebbe quella di costringere il Governo a spiegare le ragioni per cui non si vuole provvedere al commissariamento della Cooperativa del Forteto. Al Premier Matteo Renzi, dunque, i Cinque Stelle intendono chiedere se la difesa di una cooperativa possa arrivare fino al punto di negare giustizia a bambini abusati e maltrattati per circa 30 anni. Si denuncia, infatti, un presunto sistema di coperture istituzionali e politiche che avrebbe permesso al Forteto di diventare una cooperativa degli orrori: con abusi sessuali e violenze sui minori affidati alla comunità. Facendo riferimento alla sentenza di condanna per Rodolfo Fiesoli del Tribunale di Firenze del giugno 2015, verrà chiesta in via ufficiale l'istituzione di una Commissione d'inchiesta per fare luce su tutti i responsabili delle coperture istituzionali di cui ha goduto la comunità. La cooperativa agricola, "il Forteto", è stata fondata negli anni Settanta nell’azienda agricola nel comune di Barberino di Mugello (Firenze), e, considerata per lunghi anni una delle principali comunità toscane di recupero per minori disagiati, negli ultimi mesi si è trovata al centro di una vicenda giudiziaria per abusi sessuali, maltrattamenti su minori e bambini presi in affido: il caso, diventato nazionale, ruotava attorno alle denunce di minori costretti a lavori durissimi, a punizioni corporali e atti libidinosi forzati. I due cofondatori de 'Il Forteto', Rodolfo Fiesoli detto il "profeta" e Luigi Goffredi, già nel 1985 – dopo la scoperta dei falsi titoli di studio in psicologia - furono processati e condannati ad una pena di reclusione per accuse simili. "Nonostante gravissimi capi di imputazione - spiegano i Cinque Stelle -, nel 1997 Fiesoli risultava ancora a capo della comunità: il Tribunale continuava ad affidare minori, fino ad arrivare ai circa 60 registrati nel 2009. Ma gli scandali e i processi iniziano in verità quando la struttura era appena nata: Il 30 novembre 1978 Rodolfo Fiesoli veniva arrestato per abusi sessuali. Ma nel luglio 1979 Fiesoli lasciava il carcere per tornare a "Il Forteto". Nel 1982 la Cooperativa acquista una proprietà di circa cinquecento ettari nel comune di Dicomano (Firenze) e vi si trasferisce. L'azienda, invece, continuò a prosperare, tra un processo e l’altro, ed oggi si parla di un fatturato da 18-20 milioni di euro all'anno, con circa 130 dipendenti". Il 20 dicembre 2011 Rodolfo Fiesoli viene arrestato con l'accusa di atti di pedofilia commessi all'interno della cooperativa. Nella relazione finale del 2013 della commissione d'inchiesta della regione Toscana vengono elencati i nominativi di quanti avevano frequentazioni con la comunità: figurano (elencati nello specifico nel sito m5s) politici, medici, magistrati dei tribunali per i minori, giudici, giornalisti e avvocati. Emergerebbe inoltre che la comunità ha ottenuto, dal 1997 al 2010, contributi per 1 milione e 200 mila euro mentre, nel maggio 2013, l'europarlamentare Morganti avrebbe chiesto l'intervento della Commissione sul caso: “Perché – affermava – sembrerebbe che questa comunità degli orrori abbia ricevuto finanziamenti provenienti da Fondi europei, sia perché ci troviamo di fronte ad una palese violazione dei diritti dei minori previsti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea". E poi si arriva al punto, su cui il movimento vuole chiarimenti: nell’agosto 2013, il Ministero dello sviluppo economico scrisse una relazione conclusiva sui profili amministrativo-gestionali della Cooperativa agricola "Il Forteto", chiedendo il commissariamento della stessa. Commissariamento ritenuto indispensabile a causa della presunta, ed invasiva, commistione tra la comunità di Ridolfo Fiesoli e la cooperativa "il Forteto", tra cui esisterebbe da sempre "un legame imprescindibile" e una "tendenza a confondere le regole e i principi della comunità con il rapporto lavorativo e societario della cooperativa". Il documento concludeva, con toni gravi e di preoccupazione, asserendo che "il complesso non appare dotato di strumenti normativi (...) che tutelino e/o garantiscano i diritti di eventuali ‘ospiti’ disadattati e/o minori". Appena pochi giorni dopo, però, l'assemblea della Coop si è espressa in senso favorevole alla proposta di controdeduzioni formulata dal consiglio di amministrazione - in relazione al verbale di revisione degli ispettori ministeriali - con 65 soci favorevoli, 9 contrari e 3 astenuti su 102. La decisione di respingimento della richiesta di commissariamento è stata corredata da un comunicato nel quale il presidente affermava che "la Cooperativa il Forteto in questi mesi è stata spesso impropriamente coinvolta su argomenti e fatti come gli affidamenti dei minori per i quali è assolutamente da sempre estranea”. Considerazione in apparente contraddizione con una rilevante documentazione ufficiale che afferma il contrario. Il 17 giugno 2015, come detto, la sentenza di primo grado ha fissato una condanna a 17 anni e mezzo di reclusione per il "profeta" e fondatore della comunità Rodolfo Fiesoli, che però, in attesa del terzo grado di giudizio, non andrà in carcere. La sentenza ha stabilito, tuttavia, in maniera inequivocabile che la cooperativa era, a differenza di quanto sostenuto dai responsabili della struttura, direttamente coinvolta nella gestione degli affidamenti dei minori. Per i giudici "appare evidente la responsabilità dell'ente cooperativa per il fatto illecito dei propri dipendenti, con riferimento alle condotte di cui sono stati ritenuti penalmente responsabili" e che "è provata in modo certo da un lato la totale commistione tra la cooperativa, la comunità ed i singoli soggetti che le componevano; dall'altro la finalità propria della Cooperativa ed il suo oggetto sociale, mantenuto tale fino ai nostri giorni, modificato in corsa soltanto nel 2014, con il processo in pieno svolgimento, al preciso fine di scongiurare quel commissariamento che la prima Commissione di inchiesta regionale aveva proposto, all'esito della sua indagine, proprio per l'intollerabile legame tra la parte produttiva-cooperativa e quella degli affidamenti di minori e disadattati". A sostegno dell’ ipotesi la sentenza individua una serie di elementi costitutivi la realtà della cooperativa "il Forteto": la qualità degli imputati, soci della cooperativa, membri dell'associazione, individui della comunità; l'individuazione dell'oggetto sociale con riferimento all'accoglimento e all'ospitalità delle persone disagiate e/o minori di età; la previsione statutaria dell'impiego di questi ultimi nelle attività della cooperativa per il raggiungimento di fini economici; l'assegnazione di minori e disadattati ai soci della cooperativa, in violazione dei principi essenziali di disciplina dell'istituto dell'affido – che prevedono l’affiancamento alla famiglia al minore, con la quale deve essere garantito il mantenimento dei rapporti -, operando una sistematica mistificazione dello stato reale delle cose, con la pretesa di distinguere tra soci e famiglie dei soci, le quali, semplicemente, non esistevano al Forteto; l’ingerenza della cooperativa nelle questioni inerenti l'affidamento; la confusione arbitraria tra le suddette entità; il vantaggio derivato alla comunità dall'utilizzo di forza lavoro interna. In definitiva, la proposta 5 Stelle intende pertanto instaurare una Commissione di inchiesta parlamentare, dotata di specifici poteri ispettivi, al fine di accertare i fatti e le ragioni per cui le pubbliche amministrazioni e le autorità giudiziarie interessate, comprese quelle investite di poteri di vigilanza, abbiano proseguito ad accreditare come interlocutore istituzionale la comunità "Il Forteto", anche a seguito di provvedimenti giudiziari riguardanti abusi sessuali e maltrattamenti. Ulteriormente si proporrà - al fine di evitare che quanto accaduto al Forteto possa ripetersi - l'adozione di nuovi strumenti di controllo e verifica delle comunità alloggio presenti sul territorio nazionale, l'eventuale potenziamento del sistema dei controlli sui soggetti responsabili dell'affidamento familiare, e, nel caso emergano responsabilità e negligenze palesi anche dei servizi sociali, applicare gli opportuni provvedimenti sanzionatori. La Commissione avrebbe, inoltre, il compito di verificare con urgenza se ci siano le condizioni per la nomina di un commissario che gestisca la cooperativa agricola in modo tale da dissociarla completamente dalla precedente gestione e dall'associazione e dalla fondazione «il Forteto», di cui sono tutt'ora parte tutti i condannati e il gruppo dei fondatori: tutto questo al fine anche di pervenire al più presto al pagamento delle provvisionali a favore delle vittime.