
Erano molte, quasi un centinaio, e non solo mugellane, le persone intervenute lo scorso venerdì sera all’iniziativa per la sicurezza sul lavoro organizzata presso la Sala Garibaldi a Scarperia dalle associazioni “Amici di Pietro” , "Arzach", e con la partecipazione dell’associazione Ruggero Toffolutti di Piombino, in occasione del mese per la prevenzione della sicurezza sul lavoro indetto dall’Unione Europea. La serata si è aperta con l’inaugurazione della mostra “Non numeri ma persone”, ideata da Yuri Leoncini e curata dall’associazione Ruggero Toffolutti, allestita per l’occasione nell’ingresso dei locali del ‘Garibaldi’, dove resterà aperta al pubblico fino alla fine del mese. Si tratta di due intere pareti ricoperte da ritratti di persone comuni, gente come noi, immortalati da soli oppure fiancheggiati dai volti sorridenti dei loro cari, dei loro amici, dei loro colleghi. Immagini felici che ritraggono la vita così com’era, prima che la cosiddetta ‘morte bianca’ e prematura interrompesse la loro quotidianità, proprio mentre stavano svolgendo come ogni giorno il loro mestiere. Per render memoria e giustizia a queste persone, ecco che i loro ritratti sfilano a uno a uno davanti ai nostri occhi, accompagnati da didascalie che raccontano in poche parole tutta una vita, spesso troppo breve e senza lieto fine. Un delicato modo per ricordare una realtà che lascia senza parole, ma un forte impatto visivo per non dimenticare questa realtà che non si può tacere... Proprio come non può tacere Valeria Parrini Toffolutti, giornalista, madre di Ruggero e presidente dell’omonima associazione, che non è riuscita a venire fino a Scarperia venerdì scorso, ma che è stata comunque presente grazie a un video con la sua testimonianza, un suo intervento alla trasmissione "Niente di Personale" di La7 del 14 aprile 2009, dove racconta la sua personale esperienza con la morte nei luoghi di lavoro. A seguire è stato proiettato “BELLU LAVORU”, di M. Casella e M. Tagliabue, un documentario-inchiesta realizzato dalla TV pubblica svizzera RSI per la trasmissione “Falò” sulle problematiche nel cantiere delle grandi opere svizzere Alptransit, che tra ritardi di consegna, problemi geologici e ambientali, lamentele di operai e sindacati, riporta inevitabilmente al confronto con l’impatto che le grandi opere hanno avuto sul nostro territorio. Nel documentario, infatti, interviene tra gli altri Simona Baldanzi, scrittrice barberinese che ha iniziato diversi anni fa ad occuparsi di questi cantieri per la sua tesi di laurea e che oggi ha aggiornato la sua analisi nel libro-inchiesta pubblicato da Ediesse, “Mugello Sottosopra. Tute arancioni nei cantieri delle grandi opere”. Tra i diversi operai intervistati nel documentario, c’è anche Pietro Mirabelli, il minatore calabrese di cui anche Simona era grande amica, il quale, dopo dodici anni di lavoro da lancista per la Tav fra Bologna e Firenze, dopo dieci anni di lotte come rappresentante sindacale per la sicurezza sul lavoro, è morto il 22 settembre 2010 a 54 anni proprio nel cantiere svizzero in questione. Ascoltare di nuovo le sue pacate ma decise parole a due anni dalla sua scomparsa stringe il cuore, ma rinnova la volontà a non tacere. Alla serata erano presenti Simona Baldanzi, sociologa e scrittrice mugellana, Stefano Pighini per l’associazione ‘Gli amici di Pietro’, Gino Carpentiero, medico del lavoro, Massimo Frilli, tecnico della prevenzione, oltre ad alcuni esponenti della Camera del Lavoro di Correggio (RE) e di Medicina Democratica. Tutti quanti, dopo le proiezioni, hanno voluto ricordare anche Rosario Caruso, Gaetano Cervicato e Giovanni Mesiti, i tre operai che il 2 ottobre 2008 precipitarono da un pilone di 40 metri della Variante di Valico a Barberino, il cui processo si è aperto recentemente, lo scorso 4 ottobre.
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