di Fabrizio Scheggi - Verrà presentato più volte in questi giorni un bellissimo libro (a mio giudizio) intitolato “CONTEA SANDETOLE TURICCHI: storia, immagini e ricordi di gioventù”. Ho collaborato alla sua stesura e l’ho fatto volentieri, anche perché me lo aveva chiesto un caro amico, Alessandro Parrini, purtroppo recentemente scomparso. Certo è che qualche grande sorpresa quando parliamo delle nostre terre salta sempre fuori, e quest’occasione non fa certo eccezione alla regola. Antonio Cecchini, insieme ad Alessandro e a Daniele Passiatore aveva raccolto un copioso materiale, nel quale si documentava un fatto veramente sorprendente che riguarda quelle zone .
Quante volte abbiamo avuto sotto gli occhi il simbolo biblico della colomba legata al Diluvio Universale e che evocava di volta in volta nelle Sacre Scritture la presenza dello Spirito Santo, o anche la purezza da tutti i peccati, la colomba candida messaggera d’amore e via dicendo. Genericamente la colomba è sempre stata considerata pure un simbolo cristiano della pace tra Dio e gli uomini, tra cielo e terra; ma, dico io, e tra terra e terra, visto che oggi con tutte queste stupide guerre ne abbiamo tanto bisogno? Dovete sapere (se già non lo sapete) che la presenza della colomba come simbolo laico della pace tra gli uomini risale soltanto al 1949 quando il Partito Comunista francese chiese a Pablo Picasso, già allora notissimo artista, di realizzare un disegno come simbolo del movimento. E lui ci studiò sopra con la testa e l’anima.
Aprile 1949: spostiamoci a Parigi, dove si svolse il Primo congresso mondiale per la Pace e lì Picasso presentò per la prima volta la sua intuizione, semplice e geniale, una colomba bianca con un ramoscello d’ulivo nel becco. Ben presto questo bellissimo simbolo di pace ebbe larga diffusione e apparve su tutti i muri d’Europa diventando universale.
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Marzo 1949: ritorniamo ora a casa nostra, a Contea, Turicchi e Casini, dove un mese prima, l’8 marzo 1949, si celebrò per il terzo anno consecutivo la Festa della donna presso le Case del Popolo di quelle località. Fu organizzata una festa da ballo con rinfresco e più di cento donne della zona decisero di celebrare la giornata (dove il biglietto d’ingresso lo pagavano solo gli uomini) realizzando delle bellissime bandiere della pace con tessuti i loro nomi e, soprattutto, ricamando sopra una mitica colomba bianca con ramoscello d’olivo nel becco.
Ora, cari amici, non voglio certo dire che Pablo Picasso abbia copiato le realizzazioni delle donne di Contea/Turicchi/Casini, penso che non ebbe nemmeno occasione di vederle, ma sicuramente concorderete con me su un fatto. Quella volta arrivò PRIMA l’ago e filo delle donne di Contea rispetto al pennello di Picasso, e sicuramente le nostre amiche conteesi non erano così in confidenza con l’artista da sapere in anticipo cosa avrebbe ideato. Per questo motivo oggi possiamo senz’altro dare una notizia sconvolgente; le ragazze e le signore di Contea e dintorni sono da considerare le prime, autentiche utilizzatrici della colomba come simbolo di pace tra gli uomini. L’ho sempre detto io che in Mugello e dintorni siamo proprio dei ganzi!
Qualcuno dirà; sì, va bene, ma comunque che la colomba sia un simbolo di pace tra gli uomini in fondo è una cosa risaputa da tempo. E invece non è per niente così, perché Picasso è considerato in questo da tutti un autentico precursore in quell’abbinamento tra colomba e pace che invece spetta a Contea/Turicchi/Casini (almeno per quel che ne so io); comunque sia, per sicurezza ora mi accingo a sistemare i soliti criticoni con uno “schiaffo” sull’altra guancia. Girate un attimo la testa per favore che mi viene meglio. Possiamo, infatti, enfatizzare un altro PRIMATO delle donne di Contea, ovvero che quella fu forse la prima volta AL MONDO in cui il simbolo della colomba messaggera di pace fu inserito su delle bandiere, in altre parole sui drappi ricamati e assemblati dalle donne di Contea, Casini e Turicchi.
I drappi contenevano scritte inneggianti alla pace (vedi “LE DONNE DI CONTEA PER LA PACE”) e sul retro una realizzazione multicolore. Pertanto, quando si sentenzia che “la prima volta che in Italia vediamo comparire una bandiera della pace è in occasione della prima marcia della Pace Perugia-Assisi nel settembre del 1961”, oppure che “la prima bandiera della Pace italiana è attualmente conservata a Collevalenza, vicino a Todi” si dicono inconsapevolmente delle sciocchezze. Se non ci credete, venite a vedere le bandiere originali del 1949 fatte dalle donne di Contea e Turicchi e conservate ancora in paese (vedi foto allegate all’articolo). La bandiera di Casini invece è andata purtroppo persa perché irrimediabilmente deteriorata da un’alluvione. E’ proprio vero; questa grande, inesauribile storia del Mugello e della Val di Sieve andrebbe sempre letta con grande attenzione visto le numerose sorprese che riserva!
Riguardo al libro su Contea Sandetole e Turicchi (che testimonia anche la storia delle bandiere) s’informa che ci saranno altre presentazioni del volume, che ha scopi benefici ed è sponsorizzato dai comuni di Rufina e Dicomano, nelle prossime settimane. La prossima è quella a Contea di sabato 17 dicembre p.v. ore 18,30, presso il Circolo Ricreativo dove riposa ed è custodita da ben 73 anni proprio una delle MITICHE bandiere di questa storia.
Fabrizio Scheggi
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