1 APR 2025
OK!Valdisieve

Licenziamenti Rosss. Bettini propone un incontro aperto

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Licenziamenti Rosss. Bettini propone un incontro aperto Licenziamenti Rosss. Bettini propone un incontro aperto © n.c.
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Intervista di OK!MUgello all'amministratore delegato dell'azienda, Simone Bettini sui  sei licenziamenti della settimana scorsa. Dopo la voce del sindacato attraverso le parole di Daniele Calosi Segretario Fiorentino Fiom (leggi qua), oggi siamo andati a bussare alla porta dell’amministratore delegato dell’azienda Rosss Simone Bettini. Ne è nata una lunga intervista che delinea il quadro complessivo in cui si sono verificati gli esuberi, e che spiega come la famiglia Bettini si relazioni con la sua azienda e con il territorio.

Quale diatriba è nata dopo i licenziamenti? Possiamo pensare che l’autunno si aprirà con un nuovo autunno caldo?

"Non c’è una diatriba, c’è solo della documentazione che dimostra che le parti hanno scritto e sottoscritto un’accordo che ci permette di comportarci come abbiamo fatto, nei limiti delle regole. Tutto quello che si è concluso, purtroppo, con il licenziamento dei sei lavoratori, è la fine di un percorso iniziato nel 2009".

I sindacati, che hanno descritto la vostra scelta come unilaterale e inaspettata, auspicavano ci fosse la volontà di rivedere l’accordo. Ma stando alle sue parole sembra fosse chiara a tutti la strada degli esuberi?

"Le dichiarazioni dei sindacati non le commento, seguo semplicemente ciò che abbiamo firmato tra le parti. Noi, la mano sul cuore ce l’abbiamo dal 2009, anzi dall’81. La questione in questo caso è essere responsabili e sapere che ci sono delle decisioni importanti da prendere, per il bene di tutti. Molte volte vorremmo fare diversamente e mettersi una mano sul cuore ma chi si assume delle responsabilità deve prendere decisioni, senza poter fare diversamente. Ciò nell'interesse, anche, degli altri lavoratori. E non dimentichiamoci che l’accordo riportava la possibilità di 9 esuberi strutturali e sono effettivi 6 licenziati, su oltre 100 lavoratori. Io lavoro nell'interesse di questa azienda e delle famiglie che vi lavorano".

Ma nel 2015 ci furono dei licenziamenti congelati e l’impiego di ammortizzatori sociali?

"Allora avevamo fatto un percorso finito con della documentazione e fu rifatto un nuovo accordo proprio per cercare di tutelare i lavoratori. Gli ammortizzatori sociali sono stati utilizzati tutti; i lavoratori, comunque, sono stari informati perché abbiamo fornito loro la documentazione relativa. Sembra che il sindacato abbia spiegato la situazione diversamente ma per questo motivo siamo aperti a un confronto".

Siete pronti a un faccia a faccia con il sindacato davanti ai lavoratori?

"A condizione che ce lo chiedano i nostri lavoratori, non prendiamo ordini dal sindacato ma ascoltiamo i consigli dei lavoratori e saremo disponibili a un confronto tra le parti. Siamo talmente tranquilli e sereni da poterlo fare anche davanti ai giornalisti".

Con i lavoratori il rapporto è cambiato? "Assolutamente, siamo presenti in azienda tutti i giorni e abbiamo fornito tutto ciò che serviva per avere chiare l’idee.  Ripeto che siamo talmente tranquilli sull'onestà dei nostri comportamenti che siamo pronti a parlarne a giornalisti, lavoratori e sindacalisti. Ci tengo che i nostri lavoratori non abbiano dubbi sul comportamento della famiglia Bettini, della Rosss,  sull'andamento dell’azienda e sugli investimenti che dovrà fare. L’azienda è un patrimonio del territorio, che deve averne cura perché possa crescere e prosperare per raggiungere gli obbiettivi fissati". C’è bisogno di un evoluzione del sindacato verso le necessità contemporanee? "Mah, il sindacato si sta evolvendo, spesso sono più le persone che non evolvono. Ma questo succede dappertutto, nelle amministrazioni, nelle associazioni in questi casi è sempre una questione di persone non di istituzioni".

Pensa che questa situazione possa compromettere il vostro rapporto con il territorio?

"Dobbiamo imparare a distinguere le istituzioni. La famiglia Bettini ha sempre avuto un eccellente rapporto con tutte le istituzioni mugellane e non. Un momento come questo non compromette assolutamente il nostro rapporto con il territorio. Benché in questo momento non ci troviamo d’accordo con la Fiom, riconosciamo l’importanza di un sindacato che supporta l’azienda con un confronto continuo. Chiaramente, c’è bisogno di un sindacato che abbia la voglia di confrontarsi sulle questioni moderne delle aziende".

Ha dichiarato che la famiglia Bettini ha sempre mantenuto gli accordi presi e si è sempre impegnata nel sociale e per il territorio. Tali impegni potrebbero essere garanzie sull’operato della famiglia?

"Chi ci conosce per il volontariato e per come lavoriamo sa che ciò che ho dichiarato è vero. Certo, in questa situazione la mia preoccupazione non è fugare i dubbi degli altri. L’importante è che nell’azienda ci sia un clima tranquillo e sereno, sapendo che la famiglia Bettini ha fatto le cose nel migliore dei modi possibili. Si può sempre fare meglio, ma arriva un momento nel quale bisogna avere giudizio per i mesi futuri. Un imprenditore, come un padre di famiglia, deve pensare continuamente al presente e al futuro. Stiamo facendo investimenti importanti e ne programmiamo altri; e questo ci obbliga a non poter fare un conto ragionieristico. Noi garantiamo che quando ci prendiamo un impegno, indipendentemente che ci convenga o meno, manteniamo la parola, perché nostro padre ci ha insegnato che si lavora così".

Siete entrati in borsa, dovete tener presente il ruolo e l’interesse degli azionisti?

"Ci saranno sempre degli azionisti presenti in azienda che si assumeranno di fare scelte per il bene di essa. Che non è solo quello della famiglia Bettini ma anche delle famiglie beneficiarie direttamente o indirettamente. Abbiamo seguito l’evoluzione dei mercati, dal 2008 al 2015 siamo passati da 28 milioni a 15, e oggi siamo tornati a 20 milioni, ma ciò è stato possibile grazie alla nostra attenzione verso la domanda dei mercati che avevamo perso".

L’ultimo domanda, quanta atmosfera olivettiana si respira in questa azienda?

"Olivetti è stato un grande. Pensare di scimmiottarlo sarebbe stupido e irrealizzabile, perché oggi, il contesto economico in cui lavoriamo è diverso da prima. Cerchiamo, come azienda, di mantenere un ruolo sociale importante e impegnato. Noi, la mano sulla coscienza l’abbiamo sempre avuta e siccome vengo dal mondo delle Misericordie non ho la necessità di snocciolarlo perché il volontariato e l’assistenza si fanno e non si dicono".

 

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