
È una vicenda diabolicamente complessa e interminabile. Un mistero irrisolto, quello dei delitti seriali che insanguinarono la campagna fiorentina negli anni 70 ed 80. Dagli archivi del "mostro" emergono sempre più elementi circostanziati.
Testimonianze "dimenticate", in una vicenda mai conclusa ma rimasta sospesa in un limbo investigativo ormai costante. Le ultime indagini hanno però dato uno scossone, non indifferente. Un salto all’indietro nel tempo di 36 anni, ci porta alla maledetta estate mugellana del 1984. Precisamente alla notte del 29 luglio, quando avvenne il più atroce e raccapricciante delitto del cosiddetto mostro di Firenze.
Uno dei testimoni che udi' gli spari la sera dell’ omicidio, il 9 agosto di quell'anno verbalizzò di aver notato, 2 o 3 mesi prima di quella tragica notte, un'auto rossa (forse un'Alfa GT ma comunque un modello sportivo) con cofano anteriore nero in transito sulla Sagginalese. Oggi emerge un altro importante e significativo dettaglio, che all’ epoca quasi nessuno notò e che ora è sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori.
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Una Flavia coupé rossa con tetto nero fu avvistata in prossimità della scena del crimine, da una persona che la segnalò telefonicamente i primi di agosto. Persona anonima che ne descrisse il modello e anche le caratteristiche fisiche del conduttore. Un uomo che somigliava all’identikit pubblicato dai giornali, ma con i capelli più lunghi.
La testimonianza fu fatta da un uomo di Pistoia che la notte del delitto passava in auto sulla provinciale. Il possessore era nella sua auto Flavia coupé rossa con tetto nero, parcheggiata nei pressi della "boschetta". Al sopraggiungere del "pistoiese" scese per controllare se la sua auto ostacolava il passaggio. Pochi giorni dopo il delitto il "pistoiese" raccontò tutto a un giornalista.
Qualche anno prima, all'epoca del delitto di travalle di Calenzano (ottobre 1981) era stato realizzato un identikit di un uomo stravolto che fuggiva con un auto sportiva rossa, in prossimità della scena del crimine. In realtà’ gli identikit realizzati furono due, entrambi su indicazioni di due testimoni, ma solo uno di questi fu diffuso dai giornali, quasi 1 anno dopo.
Il volto dell’uomo stempiato e un altro dello stesso individuo, ma disegnato con i capelli.
Il secondo identikit fu realizzato proprio perché i due soggetti che videro l’uomo all’interno dell’auto a Calenzano, ma non seppero riferire se fosse stempiato o con i capelli sopra in quanto con la testa arrivava a toccare il tettuccio.
Particolare che ritroviamo nella testimonianza di S.G. un abitante di Borgo San Lorenzo che il 6 aprile 1989 verbalizza quanto segue, riguardo alla notte del delitto dell'84: un'auto rossa sportiva a forte velocità alle ore 23:15 sulla Sagginalese, che rischia quasi di scontrarsi con la sua auto, con a bordo un uomo sulla cinquantina piuttosto robusto e abbastanza alto da toccare con la testa il tettuccio.
Nella nuova edizione del libro “Al di la’ di ogni ragionevole dubbio – Il Mostro di Firenze”, approfondiremo tanti altri aspetti della nuova indagine.
genny
Per me assomiglia proprio a vigna.
Carlo Palego
Il cripto segnale dicevo è il trafiletto in cima alla pagina di giornale (la Nazione di Firenze se non vado errato) che avvolgeva il bossolo (tre copie di una identica pagina in ciascuna delle quali c’era un bossolo calibro 22 W serie H), inviate a fine Settembre 1985 a Vigna, Canessa e Fleury da un anonimo (qualcuno del gruppo Mostro con ogni probabilità) riportante un articolo intitolato “Forse il Mostro ha commesso un errore” o qualcosa di simile, con su il messaggio “uno a testa vi basta”. Questo trafiletto menzionava uno dei vari rimasti misteriosi attacchi fatti con armi da fuoco varie Nella prima metà degli anni ottanta a una catena di supermercati del Brabante Vallone in Belgio, nei quali senza un apparente senso si sparava sulla folla degli avventori inermi facendone strage.
Carlo Palego
Una delle incredibili caratteristiche del Mostro (Meglio dire strategist del gruppo Mostro) è depistare fornendo indicazioni vere e non sparando banali balle. Giugno 1981: segnala l’auto dello Spalletti nei pressi della sdc Luglio 1982: apre la pista sarda mostrando agli inquirenti il collegamento degli omicidi del Mostro con quello di Lastra a Signa del 1968 Agosto 1984: accende una luce su un auto molto importante : rossa sportiva con cofano o tettuccio nero (come quella del Vigilanti in sostanza) È raffinato. Questi depistaggi sono in realtà un codice di una sorta di caccia al tesoro che nessuno è ai riuscito a comprendere veramente. Un cripto-segnale rimasto del tutto inosservato è il trafiletto in cima alla pagina di quotidiano che conteneva un proiettile recapitata a Vigna Fle
Alessandro
Di questo identikit, ne fu parlato, nel 1987, sulla puntata dedicata al mostro di firenze, da Corrado Augias al Telefono Giallo. Su una delle diverse chiamate, ci fu un uomo che testimoniò di averlo descritto e che fu fatto l'identikit, tanto da somigliare moltissimo all'identikit che era in quella puntata. Tanto è vero che Vigna, contestò che fosse lo stesso identikit.
Paul tergaist
Ma non avevi detto che sto tizio dell’identikit era stato identificato in un pescatore che non aveva nulla a che fare con i delitti? (art. la nazione 84)
paolo cochi
Trattasi di altro testimone , il fatto del pescatore.
Paul Tergaist
Ok grazie, allora vado a rivedere l'intervento. PS: non è arrivata la notifica della tua risposta via mail. Sono tornato qui per caso e solo allora mi sono accorto che c'era una tua risposta. Conviene farlo presente agli sviluppatori del sito. Grazie Ciao
simone@zushi.eu
Eventualmente era una Lancia Fulvia hf auto che all epoca usciva dalla fabbrica per l’appunto Rossa con cofano ant nero opaco . Non Flavia
Marco
Sembra il legionario.
Sara
esatto. Se solo saltasse fuori anche il verbale che -pare- gli fu fatto una di quelle sere. E c'era pure il testimone che a Telefono Giallo parlò con Vigna dell'identikit, non ricordo se sia lo stesso.
Orsolini Vincenzo
Ma quello è l'identikit di un noto primario di careggi. Mah
Antonia
Altro identikit!!! Incrredibile