30 MAR 2025
OK!Valdisieve

Niccolò Niccolai e la rassegna di Firenze. Una lettera

  • 766
Niccolò Niccolai e la rassegna di Firenze. Una lettera Niccolò Niccolai e la rassegna di Firenze. Una lettera © n.c.
Font +: 22px16px
Stampa Commenta

Lo scorso lunedi 11 febbraio 2013, come abbiamo ampiamente pubblicato nella presentazione, si è inaugurata nel prestigioso Palazzo Panciatichi della Regione Toscana in via Cavour 4 a Firenze, la grande mostra retrospettiva “50 anni d’attività artistica”  del Prof.  Niccolò Niccolai, alla presenza di un numeroso e qualificato pubblico che ha affollato il salone espositivo dove erano state collocate numerose opere ( scultura, grafica, pittura) dell’artista mugellano. Purtroppo il maltempo,  la neve copiosa che ha condizionato e bloccato alcune presenze fra cui  due oratori, Luca Garai e Fabrizio Desideri, all'incontro di presentazione, in una sala come sopra scritto ugualmente affollata, hanno parlato, moderati dal giornalista Paolo Marini, Gian Luca Lazzeri, Consigliere Segretario Questore dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale; il Prof. Domenico Viggiano, Emerito Direttore dell'Accademia di Belle Arti di Firenze; Stefano Masi, regista teatrale e cinematografico; Massimo Mascii, curatore del catalogo di oltre 300 pagine edito dalla Regione Toscana. Infine, Niccolò Niccolai ha ringraziato tutti gli intervenuti. L'allestimento è stato coordinato da Laura Stiattesi, compagna di vita e di lavoro di Niccolò, ed era presente la loro piccolina, Olga, nata nel novembre 2011. Un nostro scritto per il caro Niccolò: A NICCOLO’ NICCOLAI, CARO E FRATERNO AMICO“ - Quasi cinquant’anni di attività artistica, sono pochi e sono tanti, dipende dall’uomo, dal suo animo, dalla sua coscienza, dal suo cuore, perché si può essere “anziani” a vent’anni, si può essere giovani a settanta! Dipende. Niccolò, da quando mi si presentò davanti per la prima volta agli Uffizi di Firenze (30 anni fa, forse più: ma!), mentre spiegava con dovizia di particolari, ad un gruppetto di amici, le meraviglie del Caravaggio, sprizzava emozione da tutti i pori, cioè si immedesimava nell’io del personaggio in oggetto, poiché gli davano quelle sensazioni così profonde, che solo un artista, come Niccolò, un Uomo, come Niccolò, poteva percepire e ovviamente trasmettere a coloro che gli si paravano davanti. Statevene certi che alla fine tutto quadrava e i tasselli del mosaico andavano tutti al loro posto. Di tempo, da quel giorno agli Uffizi, ne è passato, così come sotto i ponti mugellani di acqua della  Sieve e nelle tante e variegate manifestazioni, eventi, conferenze, tavole rotonde, incontri e quant’altro, fra mostre personali, mostre collettive, presentazioni e recensioni, la figura ieratica di Niccolò, non poteva mancare ad insegnarci ed a trasmetterci il suo sapere, la sua intelligenza, ma più che altro la sua onestà intellettuale, che aveva per tutti, poiché, mai dico mai dalla sua bocca sia uscito un qualcosa di distorto verso quello e l’altro; aveva -- ed ha -- per tutti, poiché grazie a Dio la vita continua, la parola giusta al momento giusto e tanti sono stati i suoi colleghi artisti che hanno beneficiato della sua profonda parola e della sua sagace penna. Come uomo-artista, Niccolò ha operato con bravura in quei settori che più gli compiacevano e gli confacevano; la scultura prima di tutto. Riusciva a plasmare la materia (bronzo, ferro, pietra, anche cemento, perché nò), con uno stile tutto suo. Si notava però che in tante sue creazioni seguiva una strada prettamente cristiana, profondamente sentita, poichè la sua anima, e lo faceva capire senza timori reverenziali per nessuno, aveva trovato il suo credo (una delle sue ultime opere in bronzo: il San Francesco, un capolavoro!!), trovando l’ispirazione giusta in senso poetico e spirituale.Lo avemmo vicino (1993), quando il comitato “Vittime Civili” di Borgo San Lorenzo nel Mugello, di cui eravamo “coordinatori”, gli affidò la committenza per innalzare un monumento in ricordo ed in onore agli oltre cento abitanti del centro mugellano, che perirono nel tragico bombardamento aereo del 30 dicembre 1943. In quel periodo, durante il quale Niccolò dava forma e spazio alla sua opera, venne fuori il suo animo di artista, la sua sensibilità, poiché non era facile esprimere nelle forme umane, il dolore e la tragicità di un evento tanto disumano, quanto inutile - del resto tutte le sono guerre sono state inutili  -  come sovente volte ci diceva, mentre impastava il cemento (ecco la materia di cui sopra!), rendendolo malleabile  alle sue mani. Cinquant’anni d’attività non sono pochi; tutt’altro. Ma quando lo spirito resta giovane, quando la mente spazia ancora, quando il suo animo è aperto, quando la sua coscienza è libera,  il tempo è e resta galantuomo- “. La mostra si chiuderà lunedi  25 febbraio 2013 e potrà essere visitata con il seguente orario: dal lunedi al venerdi dalle ore 10 alle ore 12,30 e dalle ore 14 alle ore 18. Tutti gli amici, gli estimatori e i pittori sono gentilmente invitati (A.G.) Foto 1 (in alto): Un momento della cerimonia ufficiale;  da sinistra  Massimo Mascii, Stefano Masi, Niccolò Niccolai, Gian Luca Lazzeri, Domenico Viggiano. Foto 2 (qui sopra): Il prof. Niccolò Niccolai accanto alla scultura “La Speranza d'Oro”, che resterà esposta in permanenza nel Palazzo. Foto 4 (qui sopra): Alcune opere collocate sul mezzanino. Foto 5 (qui sopra):  Una delle sale espositive. (Foto cronaca di Paolo Marini, che ringraziamo sentitamente)

 

Lascia un commento
stai rispondendo a