Venerdì 11 dicembre, alle 16,30, presso la Villa quattrocentesca "Le Coste" a Fiesole, sede del Museo e della Fondazione Primo Conti, si è tenuta una lezione sulla figura di Pietro Leopoldo e i suoi anni di regno a Firenze. La sede inserita in uno scenario molto suggestivo, per molti anni fu l'abitazione del Maestro Fiorentino. Grazie alla donazione della famiglia Conti, è divenuta il Centro di Documentazione e Ricerche sulle Avanguardie Storiche. La Fondazione riunisce Il Museo, con l’opera del pittore Primo Conti (1900-1988), e l'Archivio, comprendente vari fondi: Papini, Conti, Pavolini, Carocci, Contri, Meriano, Ferrero, Viani, Pea, Sanminiatelli, Balilla Pratella e un fondo librario sul Futurismo composto quasi completamente da prime edizioni. La mission è portare avanti progetti di studio e ricerca tesi alla conservazione e alla divulgazione dei propri contenuti, spesso finanziati dal Ministero dei beni culturali, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, dalla Regione Toscana, dalla Provincia e dal Comune di Firenze, dal Comune di Fiesole e dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze. L’incontro “con” il Granduca Pietro Leopoldo d'Asburgo-Lorena, organizzato in continuità con le celebrazioni per la Festa della Toscana 2015, è stato presentato in modo molto piacevole e colloquiale da Rita Tamboni, esperta di storia dell’arte della Fondazione. La dottoressa ha delineato i tratti del tutto peculiari di una personalità tanto importante, Imperatore del Sacro Romano Impero e re d'Ungheria e Boemia dal 1790 al 1792, nella prospettiva soprattutto nel suo legame con Firenze e la Toscana, che ha governato dal 1765 al 1790. Oltre le indicazioni biografiche e dinastiche, e gli accenni al contesto storico-politico, ne è stato presentato il carattere; con l’attenzione che dimostrò per l’acquisizione della conoscenza e un’oculata gestione delle risorse dello stato, e di come queste caratteristiche si siano tramutate in politiche pubbliche. Il Granduca promosse le edizioni dell'Encyclopédie, aprì al pubblico le collezioni medicee, riunì le numerose accademie artistiche fiorentine, fece costruire strade fino a Mantova, e bonificare la Val di Chiana. La lezione è stata accompagnata dalla proiezione di una serie di immagini, che hanno reso molto chiaramente lo stretto rapporto tra il Granduca e l’architettura toscana dell’epoca, e in particolare fiorentina. Lo stile innovativo, sobrio, privo di orpelli, teso all’efficienza massima della struttura: i casolari doganali su due piani (per dividere persone e animali), con le scale coperte e il portico; il cortile di Villa Poggio Reale, la Coffé House sempre al Belvedere, la Stanza degli Agrumi nei Giardini di Boboli, la stanza dei Concerti in San Firenze, l’Ospedale psichiatrico Bonifacio in San Gallo; (accostando il sacro e ilo profano) la facciata della Basilica e il Casino Reale in Piazza San Marco, casa della ballerina e amante Livia Raimondi; etc. Tutte strutture del tutto singolari nello stile architettonico peculiare al periodo Leopoldino. Pietro Leopoldo è stato un grande uomo di potere e cultura, un precursore dei tempi. Per primo ha abolito la pena di morte, la tortura, il delitto di lesa maestà e ha reso pubblico il bilancio dello stato. Un Principino Austriaco, divenuto Granduca a Firenze, tornato poi in patria come Imperatore Fiorentino.