Legge 22 Maggio 1978, n. 194, contenente “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”, si aggiunge il seguente: “comma 1-bis. Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria della gravidanza ai sensi della presente legge, è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso”».
Questa in sintesi la proposta di legge di iniziativa popolare denominata Un cuore che batte alla quale aderisce il Popolo della Famiglia Mugello che invita a firmare questa sottoscrizione recandosi presso il Comune di residenza, dove è attiva questa iniziativa infatti i moduli e tutta la documentazione necessaria per l'attivazione della raccolta firme, sono stati inviati tramite PEC in tutti i Comuni d'Italia. Il Popolo della Famiglia Mugello invita però, chi fosse interessato a firmare, di chiamare telefonicamente il proprio Comune per sapere se effettivamente è stata attivata la raccolta firme e in quali orari è possibile firmare.
Per quanto riguarda Borgo San Lorenzo, si può firmare negli orari di apertura dell'URP muniti di un documento di riconoscimento.
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Il Popolo della Famiglia Mugello fa presente che quelle 50.000 firme – e si spera che possano essere anche di più – saranno non solo 50.000 “No” all’omicidio prenatale, alla cultura della morte, all’annichilimento della coscienza collettiva, ma anche 50.000 “Sì” alla vita, alla maternità, alla speranza, alla fede in Dio che tutto può.
Tutti i pro vita guardano con meraviglia a ciò che è accaduto e sta accadendo negli Stati Uniti a seguito della sentenza Dobbs che ha ribaltato la sentenza Roe e che, pare, ha permesso di salvare già 60.000 vite. Si stupiscono che possa essere avvenuto un così decisivo cambiamento di rotta. Ma è potuto avvenire perché là il popolo per la vita è radicale nelle sue richieste, non stringe accordi al ribasso, non si inchina al compromesso ed è stato sempre consapevole che un cambiamento è possibile perché aveva e ha fiducia in Dio.
Tutto l’opposto dell’orientamento della maggioranza dei politici e intellettualoidi che si definiscono cattolici, i quali da sempre berciano che nulla potrà mai più cambiare, che non si può ingranare la retromarcia alla Storia, che è da ingenui e da persone prive di realismo illudersi che la Legge 194 non solo venga abrogata, ma che possa minimamente essere modificata in meglio.
In merito agli USA, poi, appuntano che là la situazione è diversa, la cultura è diversa, i politici sono diversi, la sensibilità è diversa, pure la Chiesa è diversa. Pensiamo che oltreoceano sia diversa solo una cosa: là i pro life sono pro life, qui non pochi pro life sono in realtà pro choice.
Quindi, non credete a loro e andate a firmare e informate altri di questa iniziativa, perché negli States sta avvenendo una vera e propria inversione ad U per un semplice motivo: si è lavorato ai fianchi il nemico, lo si è logorato pian piano, si è costruita a piccoli passi, ma con convinzione, una solida cultura popolare a tutela dei bambini non ancora nati. E tutto questo può avvenire anche da noi.
In questa prospettiva la raccolta firme è un contributo originale che può fare la differenza, che può, nel suo piccolo, contribuire ad innescare una conversione della coscienza collettiva. Solo con iniziative come queste, così adamantine negli intenti, così chiare nella loro identità, così nette nel voler distinguere il bene dal male, così coraggiose nell’affrontare la derisione e il politicamente corretto, si potrà vincere e un domani ridurre in cenere la 194. Perché il miracolo può avvenire, ma bisogna crederci.
Lucia Parigi
Le posizioni espresse dal movimento per la famiglia sono chiare e per me estremamente impositive quando riporta il convincimento che la legge 194 potrà essere abolita. Guarda agli states con ammirazione perché ha saputo lavorare ai fianchi il nemico (della vita secondo il loro punto di vista). L'aggiunta del comma 1 bis è di una cattiveria e insensibilità verso la donna che a me fa orrore (pensando anche che in questo consesso le donne presenti non provano nessuna solidarietà ed empatia verso le proprie "sorelle"). Penso che difendendo un feto ignori completamente e spinga la donna in modo coercitivo verso le sue convinzioni. Raccomando a questo gruppo di difendere per sé il diritto a non abortire ma soprattutto di non obbligare, anche lavorando sul senso di colpa riversato sulle donne da sempre, chi consapevolmente sceglie per sé una decisione diversa e da loro non condivisa