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La 4 B fa scuola al parco. Una bella storia da Firenze, che fa riflettere

E' finita venerdì, con la conclusione dell'anno scolastico che non c'è, l'esperienza tutta da raccontare della classe 4 B della scuola Kassel

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La scuola al parco La scuola al parco © Classe 4 B Kassel
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Nell'anno della pandemia quando la scuola si è improvvisamente interrotta, i banchi sono rimasti vuoti e la didattica sostituita da un surrogato fatto di video lezioni (per chi poteva permettersi un pc o un tablet) spicca l'esperienza della classe 4 B della scuola Kassel di Firenze, una storia che merita di essere raccontata.

"Questa è la storia di una classe di quarta elementare che ha dimostrato che la voglia di socializzazione, di stare insieme, di imparare uniti e non distanti e di essere un gruppo non tante singole caselle su uno schermo è più forte di tutto."

Sono queste le parole con cui Simone, uno dei papà della classe, si autodeuncia, insieme agli altri genitori ideatori dell'iniziativa dopo la festa di conclusione dell'anno scolastico. Un esperimento (riuscito) di riavvio della didattica autogestita.
Tutto ha avuto inizio il 18 maggio, quando il governo ha stabilito che si potevano riaprire i parchi pubblici. In realtà l'idea era partita qualche giorno prima quando, sul gruppo WhatsApp della classe uno dei genitori l'ha buttata lì: "...E se da lunedì mattina organizzassimo le lezioni al parco in autogestione?"

Dopo la quarantena forzata e con la ribellione di chi non tollerava più che gli unici costretti a non ripartire fossero i bambini che non hanno mai voce hanno deciso di far partire un'esperienza che rimarrà nella memoria dei bimbi che l'hanno vissuta.

Teli in terra alla distanza di due metri l' uno dall'altro; mascherine; gel igienizzante per le mani; zaino coi compiti giornalieri, ognuno il suo senza poterseli scambiare: merenda, due o tre genitori disponibili ogni giorno e tanta la voglia di rivedersi e stare insieme.

"Non è stato tutto facile - conferma Simone - qualche genitore voleva tirarsi indietro, altri avevano dubbi e tante le domande a cui dare risposta. L'unica certezza è che per partire volevamo essere tutti, nessuno escluso. C'è voluto un po' di tempo ma poi siamo partiti".

La voglia di stare insieme e la semplicità gli ingredienti di questo successo.
"Siamo stati fortunati a trovare due mamme che sono state disponibili tutti i giorni a stare al parco coi bambini, a proporre esercizi di ripasso, quiz e giochi. Tutto nel rispetto delle regole e del distanziamento. Gli altri genitori si sono alternati per aiutare, ognuno portando del suo.
Chi aiutava con l inglese, una nonna ex insegnante è venuta a fare un ripasso di grammatica, un'amica è passata per musica e suonare il flauto e ancora inglese con una madrelingua, ginnastica e chi più ne ha più ne metta.
Poi l'ultimo giorno col botto. Una mamma ostetrica insieme a colleghe educatrici che si occupano di educazione sessuale nelle scuole, colpite dalla bella iniziativa, si sono rese disponibili gratuitamente per venire a spiegare ai bambini i primi accenni di concepimento e nascita".

Alla fine il ricordo cristallizzato di un anno scolastico particolare dipinto sulle magliette. Un ricordo personalizzato a mano, tutte uguali ma ognuno con la sua.
Un progetto speciale dove in assenza di insegnanti sono scesi in campo un po' tutti per un momento da ricordare. Alla fine rimangono tante emozioni, la canzone "We are the world" come colonna sonora, un lenzuolo bianco decorato dove ogni bimbo ha lasciato un suo pensiero su cosa si aspetta dalla scuola. In attesa di tornarci.

"Abbiamo ricevuto noi una grande lezione dai bambini - conclude Simone con un entusiasmo che commuove - che ci hanno dimostrato che si può fare scuola anche fuori dall'edificio scolastico convenzionale. Che le regole possono essere seguite anche se si è piccoli. Che il ritorno a scuola era possibile già da maggio. Che loro sono più forti di tutto. Noi genitori invece abbiamo imparato che l' unione fa la forza. E che insieme si vince. Sempre e per loro"


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